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I dati pubblicati nei giorni scorsi dall’Osservatorio nazionale Jfc (specializzato in consulenza turistica e marketing territoriale) avevano indicato come, tra il 2023 e il 2024, il Comune di Conegliano avesse perso il 13,6% sulle entrate derivanti dalla tassa di soggiorno con 117mila euro incassati nel 2023 e “solo” 101mila euro nel 2024 mentre gli altri comuni del territorio Unesco avevano chiuso l’anno con crescite importanti rispetto all’annata precedente.
A fare chiarezza, venerdì 31 gennaio, ci ha pensato il sindaco Fabio Chies insieme all’assessore al Turismo, Claudia Brugioni. «I dati diffusi dall’Osservatorio – spiega Chies – si riferiscono al gettito totale della tassa di soggiorno. Si tratta di un totale economico finanziario che però non dà nessun dato sulla presenza oggettiva dei turisti in città nel senso che, se noi avessimo aumentato del 100% la tassa di soggiorno, cosa che non abbiamo fatto, secondo quella tabella avremmo il 100% o più di flussi turistici. L’altro aspetto di cui andrebbe tenuto conto – aggiunge Chies – è che l’indagine non distingue tra presenze turistiche e presenze per lavoro o business. A Conegliano la crescita delle strutture ricettive è strettamente legata alle attività economiche e in un anno in cui gli effetti dello smart working si sono continuati a sentire anche questo ha pesato sui dati della tassa di soggiorno. Se si analizzano i numeri oggettivi però la fotografia del turismo che emerge in città parla di una crescita generale che si attesta intorno al 10%. Conegliano – conclude Chies – resta una città fortemente attrattiva. Lo dimostra l’aumento dei residenti, in continua crescita dal 2021 quando avevamo 34.274 abitanti, nel 2022 34.346, nel 2023 34.471, l’anno scorso siamo arrivati a 35.023 e a gennaio 2025 abbiamo toccato i 35.133 residenti. Una città che non attrae non registrerebbe numeri del genere».
I numeri
I dati sul turimo forniti oggi dal Comune di Conegliano indicano come nel 2023 la città aveva registrato 102.101 turisti negli hotel e nelle altre strutture ricettive del territorio (fonte: report ufficiale Regione Veneto). I dati del 2024 si fermano invece al 30 novembre. Escluso dicembre dunque, le presenze in città sono state 99.970, in calo rispetto al 2023 ma le stime per l’ultimo mese dell’anno parlano di circa 20mila persone arrivate in città che porterebbero così il totale a 110mila visitatori, quasi il 10% in più rispetto all’anno scorso. Dati confermati dagli accessi alla Sala dei Battuti che, nonostante le limitazioni dovute ai lavori di miglioramento e accessibilità, è passata da 11.400 presenze nel 2023 a 12.500 presenze dell’anno scorso con un +9,6%. Crescita del turismo confermata anche per il Castello di Conegliano dove si è passati dai 15.359 visitatori del 2023 ai 16.710 visitatori nel 2024 con un +8,7%. Volano per la città è stata poi la mostra sull’antico Egitto che, ad oggi, ha portato 22mila visitatori a Palazzo Sarcinelli. Il turismo a Conegliano si divide tra il 60% di visitatori italiani (che visitano la città in primavera e autunno) e un 40% di stranieri che scelgono l’estate per visitare la città e le colline Unesco. In gran parte arrivano da Austria, Germania e Nord Europa ma, nel 2023, erano arrivati in città ben 4mila turisti americani. Dati in linea con quelle che dovrebbero essere le statistiche finali del 2024, ad oggi ferme al mese di novembre.
L’appello
Crescita del turismo che, secondo i dati del Comune, c’è e si vede ma l’assessore Brugioni ammette: «Quello in città resta un turismo mordi e fuggi. Difficile che un visitatore straniero passi più di due giorni nella sola Conegliano». Da qui nasce l’appello ai comuni limitrofi dell’area Unesco: «Non vogliamo per nulla togliere visitatori ai comuni delle colline ma piuttosto creare una rete sempre più efficace, anche in vista delle Olimpiadi, dove i turisti passano da un comune all’altro restando per una settimana o più nel territorio Unesco visitando due giorni Conegliano, altri due Valdobbiadene e così via. In questo modo la presenza sul territorio sarebbe prolungata e darebbe risultati davvero concreti a tutta l’economia locale».
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