Pensioni, ecco quando ci andrà chi oggi ha 50 anni

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Hai appena compiuto 50 anni e ti stai iniziando a chiedere quando andrai in pensione? Ebbene, devi sapere che secondo le attuali regole di pensionamento in Italia il momento in cui potrai smettere di lavorare non è ancora così vicino come potresti pensare, salvo il caso in cui la tua carriera è iniziata quando eri molto giovane e pertanto hai già accumulato un numero considerevole di anni di contributi.

Chi all’età di 50 anni ha già molti anni di carriera alle spalle, infatti, riesce ad andare prima in pensione grazie alla cosiddetta pensione anticipata, misura dove non si tiene conto dell’età del lavoratore ma solo di quanti contributi ha versato.

Discorso differente per chi invece punta ad accedere alla pensione di vecchiaia, per la quale già oggi l’età minima da raggiungere è di 67 anni, con il rischio però che andando avanti con gli anni possa esserci un ulteriore incremento.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Quando andrà in pensione chi oggi ha 50 anni

Fare una previsione di quando si andrà in pensione non è semplice, specialmente se l’orizzonte temporale da prendere in considerazione si allunga. Chi oggi ha 50 anni, o comunque qualche anno in più o in meno, non è infatti molto vicino al momento in cui potrà smettere di lavorare poiché – come visto sopra – il diritto alla pensione in genere si raggiunge al compimento dei 67 anni di età.

A oggi, quindi, mancherebbero ben 17 anni per andare in pensione e non è neppure detto: ricordiamo infatti che i requisiti vengono adeguati ogni due anni alle aspettative di vita, il che comporterà inevitabilmente un incremento dell’età pensionabile nei prossimi anni.

A tal proposito, secondo le previsioni dell’Istat, messa da parte la pandemia che ha provocato una riduzione considerevole e straordinaria delle aspettative di vita, queste torneranno a crescere con un ritmo di due o tre mesi ogni biennio. A partire dal 2027 – quando è in programma il prossimo adeguamento visto che quello previsto per il 2025 non ha comportato alcun effetto – ci sarà un lieve aumento dell’età pensionabile.

Dopodiché la crescita dovrebbe essere costante, ragion per cui chi oggi ha 50 anni rischia di dover attendere qualche mese oltre il compimento dei 68 anni per andare in pensione.

Meglio andrà, come già abbiamo avuto modo di vedere, per chi invece ha maturato un numero consistente di contributi. Esiste infatti una misura – la pensione anticipata – per la quale contano solo gli anni di lavoro. Se ha maturato 42 anni e 10 mesi di contributi, infatti, può smettere di lavorare indipendentemente da quanti anni ha. E nel caso delle donne sono sufficienti 41 anni e 10 mesi.

Chi ad esempio ha iniziato a lavorare a 20 anni e non si è mai fermato, all’età di 50 anni ha maturato 30 anni di contributi; gliene basteranno quindi poco meno di altri 13 per andare in pensione, non dovendo così attendere oltre i 68 anni come nel caso della pensione di vecchiaia. Va detto però che per il momento anche il requisito contributivo per accedere alla pensione anticipata è oggetto di adeguamento biennale con le aspettative di vita. Tuttavia, in questo caso è probabile un intervento del governo, il quale potrebbe cancellare definitivamente questo meccanismo.


Conto e carta

difficile da pignorare

 

Quando va in pensione chi ha 50 anni e ha iniziato a lavorare dopo il 1996

C’è poi da considerare che molti cinquantenni rientrano interamente nel regime contributivo avendo iniziato a lavorare dopo il 1996. Per loro ci sono altre due opzioni possibili per il pensionamento, anch’esse soggette ad adeguamento biennale con le aspettative di vita, quindi bisogna considerare che il requisito anagrafico potrebbe salire anche di un anno (o anche più) quando arriverà il momento di andare in pensione per chi oggi ha 50 anni.

Nel dettaglio, si tratta di:

  • pensione di vecchiaia a 71 anni di età, utile per chi ha maturato pochi contributi. Con questa misura, infatti, ne sono sufficienti 5 (mentre per la pensione di vecchiaia ne servono almeno 20);
  • pensione anticipata a 64 anni e con 25 anni di contributi (ma saliranno a 30), alla quale però possono accedere solamente coloro che hanno maturato un assegno pari o superiore a 3 volte il valore dell’Assegno sociale (oggi pari a 538 euro circa), oppure 2,8 volte nel caso delle lavoratrici con un figlio, 2,6 volte per quelle con almeno due.

Inoltre, c’è un altro aspetto da considerare. Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 deve soddisfare anche un altro requisito per accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni: l’importo dell’assegno deve essere almeno pari al valore del suddetto Assegno sociale. Chi quindi non riuscirà ad assicurarsi un assegno di almeno 540 euro (ma anche di più visto che questo valore è soggetto a rivalutazione annua), dovrà rimandare la pensione, con il rischio di dover ricorrere all’opzione contributiva della stessa smettendo di lavorare persino a 72 anni.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Microcredito

per le aziende

 

Source link