L’ex titolare dell’azienda di illuminazione IGuzzini, ceduta nel 2019 a un gruppo svedese, lo aveva scovato in Francia. Poi le analisi a Roma e l’Archivio Modigliani ne hanno attestato l’autenticità: è il ritratto di un amico di «Modì»
Conto e carta
difficile da pignorare
Un riconoscimento che ha dell’incredibile, ma anche un colpo di mercato impressionante: un Modigliani in mano a un collezionista italiano è stato riconosciuto come autentico.
Quindici anni fa Paolo Guzzini, noto imprenditore marchigiano (ex titolare della IGuzzini Illuminazione, dal 2019 parte del gruppo svedese Fagerhulte) e collezionista d’arte, acquistò un dipinto in un mercatino di Le Mans, nella Loira, senza alcuna idea del valore che avrebbe potuto avere.
L’opera, priva di firma ma con un timbro misterioso sul retro, all’inizio non destò alcun sospetto di poter avere una grande rilevanza storica. Ma il destino aveva in serbo una scoperta incredibile: il dipinto infatti si è rivelato essere un ritratto realizzato da Amedeo Modigliani, uno dei più celebri artisti del Novecento.
Quel timbro di un negozio a Montmartre
Il timbro sul retro apparteneva a un negozio che riforniva artisti a Montmartre all’inizio del Novecento, e questo ha acceso una piccola luce. Montmartre, quartier generale di numerosi artisti tra cui Picasso e De Chirico, era infatti il centro pulsante della Parigi bohemienne.
«Quella era la fase finale della ricerca, ma le indagini sono cominciate molto tempo prima» racconta Guzzini, riflettendo su come la passione per l’arte e il consiglio di un critico italiano, Alberto Mazzacchera, lo abbiano spinto a esplorare la vera identità dell’autore del dipinto.
Le analisi a Roma
Le prime analisi chimiche sulla tela e sui colori hanno fatto emergere un interessante dettaglio: il bianco utilizzato nell’opera era di tipo povero, usato all’epoca per dipingere a Parigi. Le analisi condotte in un istituto specializzato a Roma hanno confermato che il dipinto risaliva all’inizio del Novecento.
Il parere dell’Archivio Modigliani
Ma la svolta decisiva è arrivata grazie all’archivio Modigliani di Roma e al suo direttore, che ha approfondito la ricerca storica. Ed è stato proprio lui a confermare che il ritratto raffigurava Mario Cavalieri, un amico di Modigliani conosciuto a Venezia, che lo ospitò durante la giovinezza dell’artista. Malato di tubercolosi e morto a soli 35 anni, Modigliani iniziò la sua carriera dipingendo ritratti di amici e conoscenti.
Una delle prime opere parigine
Il valore di quest’opera non risiede solo nella sua quotazione di mercato, ma soprattutto nell’importanza storica che porta con sé. Infatti, secondo gli esperti, potrebbe essere una delle prime opere realizzate da Modigliani dopo il suo arrivo a Parigi, nel 1906, quando il suo talento stava cominciando a farsi notare.
La fondazione
Il dipinto, che ora fa parte della collezione privata di Guzzini, è stato di recente ufficialmente riconosciuto come una creazione dell’artista, e pubblicato nel nuovo tomo, il sesto, dell’archivio Modigliani, presentato il 6 dicembre scorso a San Marino. Paolo Guzzini, oltre ad aver portato alla luce questo straordinario ritratto, sta ora lavorando alla creazione di una fondazione che custodisca e promuova l’arte e la cultura. La fondazione, ancora in fase di costituzione, avrà la sua sede a Recanati, città natale di Leopardi, dove si spera possa diventare un centro di riferimento per gli appassionati d’arte e per collezionisti.
Paolo Guzzini, già vice presidente Fimag (la holding dii famiglia) e della IGuzzini Illuminazione poi ceduta agli svedesi, ha in passato dichiarato: «Sono state due le passioni della mia vita: una è l’arte e l’altra, insoddisfatta per mancanza di tempo, la politica». In passato aveva ricevuto una proposta da Silvio Berlusconi per una candidatura alle Europee.
La passione per l’arte e quella per la politica
Per lui, però, allora la politica rappresentava una distrazione che non poteva permettersi, immerso com’era nell’attività imprenditoriale e nell’amore per l’arte che lo ha portato a raccogliere, negli anni, una collezione importante di opere che spazia, attraverso i secoli, dai reperti archeologici, regolarmente notificati al ministero e alla Sovrintendenza, all’arte contemporanea.
Un’attenzione al bello ereditata dal padre Giovanni, presidente negli anni ’80 della Fratelli Guzzini dove creò anche delle sculture in acrilico, oggi molto richieste e introvabili. Dopo il suo disimpegno dalla Fimag spa, ha fondato la propria holding, la «P.G. Capital» che, oltre allo sviluppo di altri importati progetti imprenditoriali, ha effettuato nel tempo numerosi investimenti in opere d’arte; ciò con l’obiettivo di valorizzare le stesse anche da un punto di vista economico attraverso l’attuazione di un progetto imprenditoriale molto ambizioso che prevede anche la costituzione di una Fondazione. «È giunto il momento – confessava Guzzini – di fare un ulteriore e significativo passo della mia vita con la creazione di una Fondazione finalizzata all’obiettivo di valorizzare e diffondere la grande bellezza di queste opere eterne. Naturalmente la sede non può essere che, prioritariamente, Recanati, la mia città».
Il fondo di famiglia
Per portare avanti questo suo sogno, però, deve gestire prima un altro, importante passo nella sua vita: favorire il passaggio generazionale nella gestione della «P.G. Capital» dove già, nel consiglio di amministrazione, siedono le sue due figlie, Vanessa, architetto, e Lucrezia, che ha già intrapreso la sua carriera manageriale in Luxottica, entrambe affiancate da Gioacchino Pantoni, professionista e uomo di fiducia della famiglia. A loro il compito di proseguire l’opera avviata da Paolo.
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