Afd incostituzionale, il bando divide la politica tedesca

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Il Verbot ad Afd divide nuovamente i partiti. Il giorno dopo l’approvazione della mozione anti-migranti del leader Cdu Merz con i voti di Afd, che ha mandato in frantumi il muro democratico al Bundestag, comincia il dibattito per la messa al bando dei fascio-populisti.

L’Afd è infatti ritenuta «una forza politica incompatibile con i valori della democrazia», come segnalano da anni i rapporti dell’Ufficio per la Protezione la Costituzione (BfV).

All’ordine del giorno due mozioni bipartisan che non prevedono voti ma solo il passaggio per la seconda lettura alla commissione Interni. Mentre lo schieramento dei deputati è così definito: a favore Verdi, gran parte della Spd, la Linke e una minoranza della Cdu-Csu; contro i liberali, la maggioranza della Cdu, molti deputati della Spd, l’Alleanza di Sahra Wagenknecht secondo cui «è la proposta più stupida dell’anno».

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CERTO È TROPPO TARDI per fermare l’onda nera che travolge il paese, ma la richiesta di mettere fuorilegge il partito di Alice Weidel è tutt’altro che un atto simbolico fuori tempo massimo, almeno finché l’Antifascismo resta l’unica e vera Ragione di Stato sancita nella Costituzione della repubblica nata dalle ceneri del Terzo Reich.

La prima mozione presentata da Martina Renner (Linke), Carmen Wegge (Spd), Till Steffen (Verdi), Stefan Seidler (Ssw – il partito della minoranza danese) e Marco Wanderwitz (Cdu) sostenuta da altri 113 deputati mira a interdire quanto prima Afd; la seconda di Renate Künast (Verdi) e altri 42 firmatari chiede di far esaminare prima da una commissione di esperti le probabilità di successo del divieto «per essere certi che regga il giudizio» della Corte Costituzionale di Karlsruhe, cui spetta l’ultima parola.

Paradossalmente il più preoccupato del pericolo nero è Wanderwitz, il deputato della Cdu di Merz che l’altro ieri ha sdoganato Afd. «Se non andiamo avanti con il veto, possiamo alzare bandiera-bianca». Non la pensa così il collega di partito Philipp Amthor: «Se il provvedimento fallisce, diamo a Afd la patente di democraticità». Anche la Spd registra molti dubbiosi.

NELLA SENTENZA della 2017 sulla mozione di messa al bando dei neonazisti della Npd, approvata dal Parlamento nel 2013, i giudici “assolsero” il partito avvertendo: non solo deve essere dimostrata l’incostituzionalità del contenuto del partito ma anche la sua ampia influenza sui cittadini. Per questo la Npd, nonostante il programma nazista, ha continuato a rimanere legale prima di cambiare nome e confluire in Die Heimat. Gli unici due partiti messi fuorilegge in Germania sono stati nel 1952 il Partito socialista del Reich fondato da ex nazisti e quattro anni dopo il Partito comunista tedesco.

Non è il caso di Afd, seconda forza politica a livello nazionale. Qui, tecnicamente, la partita si gioca solo sulle dichiarazioni dei due co-segretari Alice Wedel e Tino Chrupalla da sempre al limite della legalità. Mentre il capo della corrente ultra-destra di Afd (Der Flügel), Bjorn Höcke, il confine costituzionale l’ha già superato con due condanne penali per avere utilizzato slogan del Terzo Reich nei suoi comizi.

Resta l’enorme ostacolo di fondo. Dopo il voto sulla mozione anti-migranti di Merz della nuova maggioranza di Cdu, Fdp e Afd come si può censurare il programma xenofobo di Alice Weidel combaciante quasi come un calco con la proposta del leader Cdu?

DUE MESI FA 18 autorevoli giuristi si sono espressi a favore del veto: «Afd segue un’ideologia ultra-identitaria contraria ai diritti umani, e questo è in contraddizione con la Costituzione». Sulla puntualità della messa al bando non ha dubbi l’Istituto tedesco per i diritti dell’uomo: «Lo strumento di vietare un partito è stato creato in base all’esperienza storica per essere usato in situazioni come l’attuale» riporta la nota diffusa dal tg Tagesschau.

Di contro l’ex presidente della Corte di Karlsruhe, Hans-Jürgen Papier rappresenta le perplessità. La misura potrebbe rivelarsi controproducente. Al di là della bontà della causa in una democrazia «lo strumento della messa al bando di un partito è una spada affilata da maneggiare con massima cautela». Diverso è il caso dei Giovani di Afd. La Junge Alternative, incistata di nazi doc, già sotto osservazione dal BfV, non esiste più. Weidel l’ha sciolta al congresso di Afd a Riesa liberandosi così della presenza scomoda.

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In più i fascicoli del Bfv rappresentano la base delle accuse, ma giuridicamente si tratta di procedure diverse e non sovrapponibili. Soprattutto, il Bfv ha sottoscritto un patto temporaneo con Afd: continuerà a classificare il partito come «sospetto estremista di destra» però la nuova indagine avverrà solo dopo le elezioni.

PRIMA DEL VOTO, in compenso, riappare l’ex cancelliera Angela Merkel. Ieri ha criticato pubblicamente Merz per la sua clamorosa «retromarcia» rispetto alla promessa di non offrire mai il destro a Afd. Il segretario della Cdu, nemico storico di “Mutti”, ha reso il “suo” partito irriconoscibile, al punto che ieri il quartier generale del partito a Berlino è stato evacuato per paura dei continui sit-in di protesta.



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