19 arresti, tra cui il boss Franco Bonura

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Incontri segreti nel bagno di un supermercato per sfuggire alle intercettazioni, sequestrate società per 10 milioni di euro

L’ultimo colpo messo a segno dalla polizia di Stato e dalla Direzione Distrettuale Antimafia ha portato all’arresto di diciannove persone, tra cui figure di spicco della mafia siciliana. Tra gli arrestati figura anche l’82enne Franco Bonura che, oltre a essere il simbolo di Cosa nostra siciliana, è diventato probabilmente anche quello di una mafia capace di riorganizzarsi rapidamente nonostante le condanne e i lunghi periodi di detenzione.
Bonura, figura storica del mandamento mafioso dell’Uditore-Passo di Rigano, ha scontato oltre vent’anni di carcere prima di tornare in libertà nel novembre del 2020. A quanto pare, invece di ritirarsi, ha scelto di riprendere il controllo degli affari mafiosi nella sua zona, operando con discrezione ma senza perdere il proprio ruolo di riferimento. Le indagini hanno rivelato, infatti, che continuava a muoversi con il suo autista mentre provava a rimettere in piedi il gruppo criminale che già negli anni ’70 lo aveva reso uno dei protagonisti della mafia siciliana. Tuttavia, il blitz della polizia, ancora una volta, lo ha condotto verso una nuova incarcerazione. Tra queste – ha reso noto AGI – c’è anche Agostino Sansone, esponente della famiglia dell’Uditore e legato a doppio filo a Salvatore Riina. Un’altra figura di rilievo finita in manette è Girolamo Buscemi, soprannominato “Mommino”, oggi – ha ricordato Repubblica – considerato il capo della famiglia mafiosa di Passo di Rigano. Le attività investigative hanno documentato numerosi incontri clandestini, oltre a una rete solida di contatti tra il mondo mafioso e quello imprenditoriale. Oltre agli arresti, l’operazione ha portato anche al sequestro di beni per un valore complessivo di circa dieci milioni di euro. Sigilli sono stati posti a sei società e a un parcheggio, tutte attività che, secondo gli inquirenti, fungevano da copertura per le operazioni illecite e per il reinvestimento di denaro di origine mafiosa.
Un aspetto particolarmente rilevante, ormai una costante quando si parla di mafia, è il suo intreccio con la politica. Secondo la Procura di Caltanissetta e la Guardia di Finanza, Franco Bonura potrebbe aver giocato un ruolo chiave in uno dei più discussi episodi giudiziari degli anni ’90: la sua assoluzione, nel gennaio 1992, dall’accusa di duplice omicidio. L’ipotesi degli inquirenti è che dietro quella sentenza ci sia stata l’influenza di Ernesto Di Fresco, ex presidente della Provincia di Palermo. A rafforzare i sospetti è un’intercettazione in cui Bonura, parlando proprio di Di Fresco, affermava che l’ex politico aveva “messo le mani nel tribunale” per pilotare il verdetto. Sarà anche per questo motivo che le intercettazioni sembrano essere una delle principali preoccupazioni degli uomini di Cosa nostra. Le attività investigative hanno constatato, infatti, come i mafiosi, nel tentativo di non essere intercettati durante le loro conversazioni, si dessero appuntamento in luoghi quantomeno insospettabili, come il bagno di uno dei supermercati di Palermo, nei pressi del Teatro Politeama. Qui, Bonura e Sansone si incontravano con Giuseppe Costa, che esercitava la professione di salumiere. Tuttavia, nonostante l’insolita location, le conversazioni non sono sfuggite alle microspie, ben piazzate dagli uomini della polizia. L’operazione – scrive Repubblica – ha portato anche all’arresto di altri esponenti di spicco del clan, tra cui Gaetano Manlio Porretto, i fratelli Dario e Giacomo Avellino, Giovanni Buscemi e Alessandro Costa. Sono stati fermati anche Giuseppe Sansone, Giusto Catania, Domenico Salerno, Gaspare Penna, Angelo Rosario Parisi, Roberto Sansone e Mauro Pace. Due persone, Antonino Buscemi e Michele Spataro, l’autista personale di Bonura, sono state poste agli arresti domiciliari.

Foto © Imagoeconomica

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