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Ritorniamo a parlare di BonusX, la start-up innovativa fondata da Giovanni Pizza, Ceo trentaduenne di Nola, e da Fabrizio Pinci, 30 anni di Napoli, rispettivamente laureati in economia e management e in marketing. Due sedi: una a Milano e un’altra a Nola – con una struttura molto agile e smart in cui la maggior parte dei dipendenti lavora da remoto – che si occupano, attraverso la loro piattaforma, di semplificare l’accesso ai bonus pubblici e in generale al welfare. I risultati sono veramente entusiasmanti.

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I risultati

«Siamo stati capaci di attrarre capitali dall’estero – attacca Giovanni con il suo guizzo intelligente – abbiamo infatti raccolto 3,2 milioni attraverso la guida del fondo UK Giant Ventures, con la partecipazione di Exceptional Ventures, 2100 Ventures, Exor Ventures (ramo di investimento della famiglia Agnelli), e Business Angel, tra cui Raffaele Terrone, co-fondatore del primo tech unicorn italiano Scalapay. Grazie alla nostra crescita sia sul piano delle competenze che delle risorse, siamo un team full time di 22 persone con un’età media pari a 31 anni». E poi aggiunge: «Quasi un europeo su due avente diritto a una prestazione sociale (comprese indennità per sostegno a reddito, abitazione, salute e vecchiaia) non riesce ad averne accesso».

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E le ragioni? «Per la mancanza di consapevolezza delle opportunità disponibili – continua – per i requisiti complessi e processi dispendiosi sia in termini di tempo che denaro». In concreto BonusX rende un utente capace di muoversi con facilità nella giungla dei bonus pubblici, dei servizi e delle agevolazioni a cui si ha diritto? «Esattamente. Gli utenti possono creare un profilo in pochi minuti – spiega – e inserire le principali informazioni familiari e finanziarie così che la piattaforma possa mostrare immediatamente servizi e bonus, senza dover navigare sul Web o parlare con molteplici enti. Attraverso i suoi algoritmi, BonusX può verificare istantaneamente i requisiti degli utenti per oltre 100 servizi e bonus integrati, con nuove aggiunte ogni mese».

Ma rimangono sempre tanti…. Giovanni sorride: «Il welfare pubblico fa il 27% del Pil. Al netto di quello che poteva essere il reddito di cittadinanza, ci sono i servizi alle famiglie, le borse di studio, agevolazioni per la casa, eccetera. La trasformazione da reddito di cittadinanza a reddito di inclusione – spiega Giovanni – da un lato ha ridotto la platea degli aventi diritto, dall’altro, ha reso più complesso il processo perché ha introdotto la formazione lavoro e dunque le procedure sono due e molto difficili da gestire per l’utente medio».

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I disagi sociali

Il mancato accesso crea anche problemi sociali? «Esatto. Il welfare pubblico è utile per mitigare eventi estremi come le crisi ma deve avere anche un effetto rigenerante perché deve creare comportamenti virtuosi, tipo qualificarsi bene e trovare un lavoro». La piattaforma è stata riformulata nel frattempo? «Ci sono tantissimi sviluppi rispetto a due anni fa, abbiamo integrato circa 500 bonus, lanciato l’App Mbl che ha 100mila download in tutta Italia in soli 4 mesi».

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Un gran risultato…. «Sì. E grazie al finanziamento del bando regionale Campania Startup che abbiamo vinto siamo riusciti ad integrare servizi finanziari, chiuso la partnership con la banca Credem così tramite internet banking gli utenti possono accedere a BonusX e in automatico possono gestire alcune pratiche di loro interesse. Siamo riusciti a realizzare un progetto di integrazione con enti terzi, e dunque sviluppato la tecnologia per continuare a lavorare sulla piattaforma per semplificarne ancora maggiormente l’utilizzo e rendere la vita degli utenti il più semplice possibile».

Quanti utenti avete attualmente? L’orgoglio di Giovanni è palpabile: «Abbiamo superato i 600mila con più di 100milioni di bonus erogati». Siete più attrattivi al Sud o al Nord? «Abbiamo utenti da tutta l’Italia, la Lombardia è la regione con maggiori utenti, la seconda è il Lazio e poi la Campania». E le altre novità? «Abbiamo sviluppato una componente di Intelligenza Artificiale: collezioniamo dati sugli utenti e sulle normative della PA, sulle università e le borse di studio, sulle organizzazioni no profit, sui servizi agevolati, sui prestiti d’onore erogati da banche che possono essere utilizzati mediante un’assistenza personalizzata che si chiama “CLARA”. E’ un’assistente AI che risponde a domande specifiche, del tipo: «Ho 35 anni, a quali bonus per la casa posso accedere?».

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E grazie allo sviluppo dell’AI si possono fornire informazioni dettagliate agli utenti? «È possibile avere un consulente superspecializzato 7 giorni su 7 e h24, è già stato utilizzato da oltre 300 utenti. Una volta che l’utente riceve informazioni si trova la pratica in piattaforma e può gestirla anche attraverso una serie di consulenti che vanno da quelli fiscali a quelli del lavoro».

I dati

Per il caricamento dei dati sulla piattaforma? «Le difficoltà che viviamo sono di due tipi: un livello informativo e uno di processo, la prima difficoltà è conoscere quello a cui possiamo accedere e dipende anche dal tipo di professione che si svolge e dalle informazioni che cerco, ad esempio sulle tasse, sulle agevolazioni per lo studio, per l’attività professionale. Il primo lavoro è portare in piattaforma la normativa e l’utente guarda ciò che più gli interessa».

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