Mentre l’industria della moda reagisce alla notizia della nomina di Glenn Martens alla guida di Maison Margiela, i riflettori restano puntati su Parigi. Dove, fino a domani, andranno in scena gli esclusivi défilé dedicati all’Alta Moda. Nel pomeriggio del 29 gennaio, tuttavia, ha avuto luogo l’evento più atteso di questa particolare Fashion Week: la prima sfilata Valentino Haute Couture firmata da Alessandro Michele.
Dopo il debutto dello scorso settembre con la collezione Ready To Wear, il direttore creativo romano è chiamato ora a cimentarsi con il savoir-faire, la creatività e l’artiginalità tipici della Couture. Come è ormai consuetudine nel suo lavoro, Michele ha costruito un dialogo tra presente e passato, tra riferimenti antichi e citazioni contemporanee, confluiti in ben 48 look. «L’Alta Moda è un abito che non risponde alla vita reale» ha dichiarato lo stilista alla vigilia della sua prima sfilata Valentino Haute Couture.
Il concetto di lista, secondo Umberto Eco
Sono, ancora una volta, la letteratura e più in generale la cultura il punto di partenza dello show intitolato Valentino Vertigineux. Per la sua prima collezione Couture, Alessandro Michele ha guardato ad Umberto Eco e alla sua definizione di lista, considerata l’origine della cultura stessa. Una pratica, quella dell’elenco e dell’enumerazione, che da una parte riflette il tentativo di circoscrivere e delimitare l’infinita estensione dell’esistente. Dall’altra, tuttavia, può assumere un carattere decisamente più poetico, trasformandosi in uno strumento immaginifico, estetico e narrativo. «Queste considerazioni […] mi hanno spinto ad immaginare ogni abito unico, finito ed irripetibile, come un catalogo ininterrotto e potenzialmente infinito di parole: una lista sgrammaticata che procede per accumulo e giustapposizione» ha spiegato il direttore creativo.
Sfilata Valentino Haute Couture, vertigine e opulenza
Lo show d’Alta Moda di Valentino prende il via di fronte ad uno schermo nero. Illuminato costantemente da un’infinita lista, per l’appunto, di termini e definizioni. La vertigine, evocata nel titolo del défilé, si ritrova puntuale nel viaggio oltre il tempo e le epoche di Michele: il designer si muove infatti tra Medioevo e Rinascimento, tra Maria Stuarda e il Conte di Montecristo. Sebbene siano presenti degli elementi già identificativi del nuovo Valentino, pois e collant in pizzo su tutti, è evidente lo studio minuzioso e approfondito di forme, volumi e silhouette. Oltre ad un’attenzione maniacale per tessuti e lavorazioni differenti. Da unire e fondere in creazioni “patchwork“, risultato di stratificazioni e contrapposizioni.
In passerella sfilano soprattutto abiti con gonne dalle proporzioni esagerate, attraversate da balze, volant o ruches, bilanciate da corpetti aderenti e dalla vita scesa. Vestiti bicolori dalla linea dritta si scoprono inaspettatamente magnetici, grazie all’aggiunta di inserti laterali voluminosi. Pantaloni alla turca, invece, si portano con giacche corte dai ricami preziosi. Merletti e pizzi si alternano a tessuti drappeggiati in tonalità accese, inserti in velluto liscio e delicati pattern floreali. Fiocchi, colletti plissettati, e strass si ergono a simbolo definitivo dell’immaginario opulento e composito di Michele.
More is more
Non è sufficiente un’occhiata superficiale per comprendere ed apprezzare il genio di Michele. Il designer, infatti, eccelle nella creazione di accessori ed elementi decorativi tutt’altro che secondari. A colpire, in questo caso, sono stati i gioielli. Molti dei 48 abiti, infatti, erano accompagnati da bijoux scenografici, orpelli da portare in testa caratterizzati da cascate di cristalli, proposti anche su occhiali decisamente brillanti. In bilico tra il Carnevale di Venezia e il mondo del wrestling, non sono mancate maschere colorate dal finish decorato o ricamato. Le maniche di diversi vestiti, inoltre, potevano vantare l’aggiunta di maxi bangle dal sapore anni Ottanta, multicolor o contraddistinti da dettagli splendenti.
A fare la differenza, infine, è stato il cast scelto da Valentino. Oltre ad una certa fluidità di genere, ormai imprescindibile nella visione di Michele, in passerella hanno sfilato numerose modelle âgé. Un tentativo riuscito verso un ideale di diversità sempre più raro (e apprezzabile).
È iniziata una nuova era per Valentino. Anche nello sfavillante mondo dell’Haute Couture.
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