“Non vivo più”. L’inviata incalza le due donne a domicilio

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“Vi potrà sembrare assurdo ma è tutto reale, per 50 volte si è ritrovato gli addetti alle onoranze funebri a casa, ha rimandato indietro circa 700 pacchi, per 80 volte ha dovuto rispondere a operai che mai aveva contattato. Non si contano le chiamate nel cuore della notte, ha dovuto lasciare il suo lavoro”. Mosso dall’esasperazione, Paolo Zignani, 57enne camionista di Borello, ha deciso di lanciare un appello televisivo, attraverso le telecamere della ‘Vita in diretta’, cercando disperatamente di far cessare lo stalking di cui è vittima da mesi, e per il quale ha denunciato due donne.

“La sua vita è diventata un incubo – ha detto l’inviata del programma di Rai Uno condotto da Alberto Matano – da quattro mesi vive una vera e propria persecuzione che sta andando avanti quotidianamente”. Il borellese è apparso davvero provato, anche per la preoccupazione di dover proteggere l’anziana madre cardiopatica. Impressionanti i numeri sciorinati nel corso della trasmissione come le “789 telefonate” o gli “undici imbianchini che si sono presentati a casa in un solo giorno”. Al domicilio del cesenate viene recapitato ogni tipo di servizio, sempre col pagamento alla consegna. A casa arrivano anche taxi, rappresentanti di mobili, materassi, pizze, confetti, auto spurghi, pasticcini e vestiti da sposa.

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Dietro a questa assurda vicenda persecutoria ci sarebbe la regia di due donne, madre e figlia 37enne, residenti in un paesino della provincia di Arezzo, che Paolo ha denunciato per stalking e procurato allarme. “Ho abitato lì quindici anni fa – ha detto l’uomo – ma non ho mai avuto nulla a che fare con loro – ha chiarito – neanche un saluto, penso che anche altre persone subiscano quello che sto subendo io”.

Dopo le denunce sono scattati alcuni provvedimenti giudiziari, come il codice rosso, la libertà vigilata per la figlia 37enne e il sequestro dei cellulari, ma “lo stalking non si è fermato e prosegue ogni giorno”, ha denunciato Paolo affiancato dall’avvocato Raffaele Pacifico. “E’ un vero incubo – ha confermato l’inviata della trasmissione – e sono stata con lui solo un’ora e mezza”. Alle donne è stato anche prescritto l’obbligo di seguire un percorso psichiatrico.

L’inviata stessa è andata di persona nel paesino in provincia di Arezzo ed ha incalzato le due donne, stavolta sono state loro a ricevere una sgradita sorpresa a domicilio. “Non siamo noi” ha detto energicamente la madre respingendo ogni accusa nonostante, durante il servizio, svariate accuse siano piovute anche dagli stessi abitanti del paese. “Chi prendono di mira finisce di campare”, ha sentenziato uno degli interpellati.

“Cosa si aspetta per applicare una misura cautelare? Anche la più grave”, è stato detto nella trasmissione nella quale è comparso pure l’avvocato Pacifico che assiste il 57enne di Borello: “I cellulari e le sim sono state sequestrate alle donne  – ha detto il legale – ma ogni giorno hanno schede nuove, non sono delle sprovvedute”. E’ stato avanzato il sospetto che ad approvvigionarle sia una terza persona. “Cercheremo di dare una mano a Paolo – ha chiosato il conduttore Matano – perché ha diritto ad avere una vita tranquilla”.



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