La sfida della Scuola Sant’Anna: ‘Cultura significa inclusione. E il merito non abbia barriere’

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Pisa, 26 gennaio 2025 – Alla Scuola Sant’Anna di Pisa è in partenza la sesta edizione di ‘Merito e Mobilità sociale’ (Me.Mo), il progetto che avvicina al mondo universitario gli studenti del quarto anno delle scuole superiori di tutta Italia con ottimi voti, provenienti da contesti socioeconomici fragili e figli di genitori non laureati. Un’edizione dei record: oltre 300 istituti hanno risposto al bando, sono arrivate 1300 domande e il numero di partecipanti è aumentato da 360 a 600. Numeri che, oltre a sottolineare l’importanza del progetto, pongono l’accento su un problema sociale che ogni anno cresce: i giovani che nonostante il talento, per necessità economiche non considerano l’istruzione universitaria come una via percorribile. E la provenienza delle domande di partecipazione dimostra che il problema è comune a tutta Italia: il 38% dei candidati arriva dal Sud, il 21% da Centro e Isole, e il restante 41% dal Nord. Il progetto Me.Mo vuole sfatare i tabù e dimostrare che attraverso l’educazione e l’impegno chiunque può realizzarsi. E i dati delle scorse edizioni lo dimostrano: le percentuali di iscrizione all’università dei partecipanti hanno superato il 90%.

Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, cos’è Me.mo oggi?

“Un progetto che rappresenta un grande investimento per il futuro della nostra società, oltre a rispondere a una reale esigenza di supporto e di orientamento verso gli studi universitari per ragazzi che hanno talento e voglia di mettersi in gioco”.

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È soddisfatta della nuova edizione?

“Sì. Quest’anno abbiamo avuto un’impennata di domande, circa 1300, e ciò significa che il nostro progetto interessa e rappresenta una risorsa per molti giovani meritevoli. A questa crescita di interesse la Scuola Sant’Anna non poteva non rispondere con il massimo impegno per garantire questa opportunità a più persone possibili”.

Per questo avete aumentato il numero di posti disponibili.

“Esatto. Sono contenta di annunciare che, grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e al progetto ‘Merita, la rete del talento costituita con la Scuola Normale e con le scuole Superiori degli atenei di Padova, Bologna e Roma La Sapienza e che noi coordiniamo, questa edizione ha il record di partecipanti: siamo riusciti ad accogliere 600 ragazzi e ragazze contro i 360 della scorsa edizione. Orientando quasi 300 giovani in più vogliamo promuovere il messaggio che, grazie allo studio e all’impegno, si possono costruire le basi per un futuro ricco di opportunità”.

Da questi numeri emerge il fatto che sono tantissimi i giovani che sono interessati a trovare opportunità per individuare la loro strada.

“Per molti ragazzi e ragazze che vivono in contesti socio-economici complicati o in aree interne lontane dai centri universitari queste opportunità residenziali di orientamento sono una incredibile esperienza formativa capace di cambiare la loro vita e supportarli nelle scelte universitarie. La crescita delle domande che abbiamo registrato per questa nuova edizione ci incoraggia a dare il massimo per far sì che il talento di tanti giovani non vada disperso e sia valorizzato in modo adeguato”.

E la via maestra è l’educazione?

“Assolutamente. Soltanto grazie all’educazione si può garantire una mobilità sociale effettiva. Me.Mo continua a dimostrare che il merito non ha barriere: l’accesso all’università è un diritto per tutti, e ogni studente meritevole ha il potenziale di raggiungere grandi traguardi. E noi vogliamo contribuire a incoraggiarli in questo percorso”.

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Il progetto Me.Mo ha ormai 6 anni e nel tempo si è evoluto molto. Oggi cosa rappresenta per la Sant’Anna?

“Credo che per la Scuola Sant’Anna non sia più un progetto ma un programma stabile e che sia ormai entrato nel suo Dna. Inoltre, dare ai ragazzi la possibilità di conoscere le opportunità culturali e professionali che il sistema universitario offre per far emergere le loro qualità è parte della missione istituzionale della Scuola Sant’Anna”.

Il progetto si è sviluppato molto durante il suo mandato di rettrice, una grande eredità che lascia alla Scuola.

“Sì. In particolare sono molto contenta che sia anche un punto di unione con la Scuola Normale Superiore di Pisa e con le scuole superiori degli atenei di Bologna, Padova e Roma La Sapienza che con noi fanno parte della rete Merita. In sintesi potrei dire…”.

Prego.

“Che è importante che il merito si prenda cura del merito con un’attenzione speciale a chi proviene da contesti svantaggiati: è la missione principale di una istituzione pubblica formativa. E credo che la Scuola Sant’Anna sarà sempre in prima linea per permettere ai ragazzi e le ragazze meritevoli di trovare spazi e opportunità per crescere e contribuire alla costruzione del mondo di domani”.

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