Grandi carnivori, focus su orsi e lupi in Terza Commissione

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TRENTO. La Terza Commissione legislativa del
Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige ha tenuto un’audizione dedicata
alla gestione dei grandi carnivori nella regione. La sessione si è svolta
presso la sede del Consiglio regionale a Trento. L’obiettivo principale
dell’incontro è stato quello di approfondire il fenomeno dei grandi carnivori e
di sviluppare soluzioni adeguate per il territorio regionale. La presidente
della Commissione, 
Eleonora Angeli, ha sottolineato
“l’importanza di un approccio serio e privo di pregiudizi, specificando che la
giornata sarebbe stata dedicata allo studio e all’approfondimento, con
l’intervento di esperti internazionali. rimandando il dibattito ad una seduta
successiva. L’occasione è quella – ha detto – di studio e di approfondimento
per cercare di maturare delle soluzioni che possano essere funzionali al nostro
territorio”. 

La sessione mattutina ha visto gli interventi di
rappresentanti politici, tra cui gli assessori della Provincia Autonoma di
Trento, Roberto Failoni, e della Provincia Autonoma di
Bolzano, Luis Walcher, il senatore Luigi Spagnolli e
l’eurodeputato Herbert Dorfmann. È stata inoltre data voce a una
rappresentanza dei sindaci delle due province, considerando che una delegazione
di sindaci trentini si è recata nei giorni scorsi a Roma per discutere della
problematica. L’assessore Walcher ha aperto la giornata
parlando soprattutto di lupi. “Noi non abbiamo preso infatti parte al progetto
Life Ursus, avviato in Trentino, in Alto Adige Abbiamo avuto invece esperienze
negative con il lupo. Ad oggi abbiamo 124 capi presenti in provincia ed il
rischio è legato soprattutto alle malghe con un elevato numero di predazioni,
128 solo lo scorso anno. Noi abbiamo fatto dei disegni di legge per il prelievo
di lupi, in accordo con la direttiva europea, e la si dovrebbe attuare
quando la predazione avviene in zone protette, a livello di malghe. Ad oggi le
due procedure decise sono state però annullate dal Tar”. 

Il collega assessore trentino Failoni ha detto
che “si tratta di una giornata utile per fare sistema con l’Alto Adige:
loro hanno il lupo, mentre noi ci occupiamo anche della gestione dell’orso, la
cui presenza interessa il Trentino occidentale. Si rendono necessari interventi
rapidi e concreti per affrontare la situazione. Nel 2024, in Trentino, sono
stati prelevati tre orsi problematici, mentre ad oggi – su un totale di un
centinaio di esemplari monitorati geneticamente – non sono presenti esemplari
che rientrano in questa fattispecie. L’Amministrazione è impegnata – tra le
altre cose – nella sostituzione dei cassonetti anti-orso, con un piano che
chiuderà la sua prima fase entro quest’anno. Si tratta di un aiuto, non di una
soluzione definitiva. In alcune zone, infatti, la presenza dei grandi carnivori
sta creando situazioni di insicurezza per i residenti, tanto che molti evitano
di uscire di casa, sia nei boschi che nelle aree limitrofe. Per quanto riguarda
lo spray anti-orso (considerato un’arma dalla legge nazionale), abbiamo
ricevuto una risposta alle nostre sollecitazioni che considero insufficiente,
poiché il suo utilizzo è limitato al solo corpo forestale. La nostra richiesta
è che il suo potenziale utilizzo venga esteso almeno alla protezione civile,
con in testa i vigili del fuoco, e ai custodi forestali. Da parte nostra,
c’è stato anche un impegno sul fronte della comunicazione, sostituendo e
integrando la cartellonistica di avviso con una nuova versione in stile
europeo. Il progetto Life Ursus, al quale sono sempre stato contrario,
prevedeva la presenza di 40 orsi sul territorio. Ora, dall’Europa, sono
necessarie risposte concrete, anche alla luce del fatto che la direttiva
Habitat ha oltre 30 anni. Non è più tollerabile che il presidente della
Provincia,
Fugatti, debba viaggiare con la scorta a causa dell’impegno
su questo tema”.

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Da parte sua il senatore Luigi Spagnolli ha
osservato “come i provvedimenti sul grande predatore vengano spesso impugnati
dalla giustizia amministrativa. Ma in realtà l’intervento, per motivi di
sicurezza, deve essere veloce. Il giudice decide sul bene tutelato ma noi
dovremo utilizzare la nostra Autonomia, l’Italia è eterogenea ed il problema
non è uguale, visto e vissuto alla stessa maniera. Servono strumenti nostri.
Per la direttiva Habitat l’uccisione dell’animale problematico è la stessa cosa
che la sua reclusione dentro un recinto. Qui entra la sensibilità delle
persone”.

L’approccio europeo è stato offerto
dall’europarlamentare Herbert Dorfmann: “In Europa ora ci sono 25
mila esemplari circa di lupo.

La direttiva Habitat, del 1992, ha funzionato,
allora era quasi estinto.  Nel 2023 la protezione del lupo è stata
modificata, declassandola, dalla Commissione Ue. Da strettamente protetto, come
prevedeva la Convenzione di Berna, si è passati ad un declassamento che entrerà
in vigore a marzo di quest’anno. Ci sono, va detto, ricorsi di associazioni
animaliste che hanno impugnato la norma. Il lavoro del Parlamento europeo c’è
stato, concreto, non è vero che si sono fatte solo delle chiacchiere. Ora è lo
Stato italiano che deve decidere, con la flessibilità che consente l’Autonomia.
La situazione dell’orso è diversa, non riguarda tutta l’Europa. Il problema è
grave in Trentino ma non ci sarà un declassamento della specie dell’orso. La
Slovenia già lo gestisce con norme precise, previste dallo Stato”.  

La mattinata è stata completata dall’intervento di una
rappresentanza di sindaci:  Giacomo Redolfi Mezzana, Alberto
Perli
 Andalo, Valerio Linardi Garniga Terme e Ivo
Bernard
, Campitello di Fassa. 

Per parte altoatesina: Gabriela Kofler Senale
– San Felice, Felix Ploner Marebbe, Andreas Schatzer,
presidente Consorzio dei Comuni della Provincia di Bolzano Società
Cooperativa, Robert Alexander Steger, presidente Comunità
Comprensoriale Valle Pusteria e Gustav Tappeiner sindaco
di Castelbello – Ciardes.   Auditi i rappresentanti dei territori -
che hanno richiesto interventi rapidi ed incisivi per un problema molto sentito
dalle loro popolazioni –  la presidente Angeli ha dichiarato conclusa la
sessione mattutina delle audizioni.

La riunione della Terza Commissione è ripresa nel
pomeriggio con l’intervento di Günther Unterthiner, direttore
Ripartizione Servizio forestale Provincia autonoma di Bolzano: “Dal  2001
si sono trovate tracce genetiche dell’orso in Alto Adige, mancavano da 70 anni.
In 23 anni si è avuta notizia della presenza di 36 orsi da noi, tutti maschi
eccetto una femmina. In Trentino la situazione è molto diversa, lo sappiamo.
Per i danni che causano gli animali da noi sono state individuate zone
protette, alpeggi in grande parte, che godono di protezione speciale. Il lupo
in Alto Adige è stato avvistato nel 2010: ne abbiamo di recente identificati
124 capi, quegli attuali, divisi in 9 branchi e sei coppie. Per noi i lupi sono
molto impattanti sull’agricoltura, sugli alpeggi”. 

Claudio Groff, Coordinatore settore grandi
carnivori Servizio faunistico Provincia autonoma di Trento, è stato il
successivo audito dalla commissione: “Da noi il monitoraggio, in gran parte
genetico, è iniziato negli anni ‘70 con gli ultimi orsi autoctoni trentini. Siamo
all’avanguardia anche con la radiotelemetria. Il lupo ha un monitoraggio su
tempi più lunghi: gli orsi sono stati stimati in 98 nel 2023, tutte le femmine
stanno nel Trentino occidentale, i maschi si muovono in un’area più vasta. I
lupi invece si sono attestati su una popolazione di circa 25/30 branchi,
presenti pressoché in tutto il territorio. In Europa sono 23mila, tutti
connessi tra loro dal punto di vista genetico. Le due specie sono protette,
danno un contributo positivo alle varietà delle Alpi ma producono anche
conflitti che vanno limitati con prevenzione e rimozione. L’aumento della
popolazione ursina ha provocato anche l’aumento dei danni, circa 2,5 danni per
ogni capo. Il doppio sono i danni che causa ogni branco di lupi. La prevenzione
è fondamentale, a livello europeo e da noi sono: cani da guardiania, recinti
elettrificati e tenere i pastori vicini al bestiame, dei box usati come
ricoveri in quota.

Giovanni Giovannini, dirigente Servizio foreste
Provincia autonoma di Trento, ha affrontato il tema della gestione delle
emergenze causate dai grandi carnivori: “Le emergenze sono momenti che si
ripetono con una certa frequenza. Il nostro corpo forestale ha 37 stazioni sul
territorio. Per quanto riguarda orsi e lupi si è deciso di specializzare del
personale, 14 persone, che fanno parte della cosiddetta squadra di emergenza.
Lavorano affiancati da un nucleo cinofilo, con cani selezionati nel nord Europa
e possiamo intervenire entro un’ora: si possono dissuadere gli animali, ma
anche spiegare la situazione a persone che fanno incontri con i grandi
carnivori. Le emergenze vanno dal bianco al rosso, passando dal giallo. Nel
2023 ci sono stati 9 investimenti di orsi e l’intervento di bonifica è
delicato. Gli attacchi all’uomo vengono affrontati con una squadra di emergenza
ed anche una che si occupa dei rilievi genetici e non. L’abbattimento viene
deciso come ultima ratio se non funziona la dissuasione. I lupi sono molto più
diffidenti dell’orso nei confronti dell’uomo e si muovono soprattutto di notte.
Questo carnivoro non ha nemmeno comportamenti ripetitivi.

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Roland Norer (professore ordinario
all’Università di Lucerna) ha affrontato il tema della situazione legale della
gestione dei grandi carnivori. Norer ha detto di seguire il tema dei grandi
carnivori da molto tempo: “I problemi derivano più dall’applicazione della
legge che non dalla giurisprudenza vera e propria. Sui lupi c’è molta
letteratura, con opinioni molto diverse. La Convenzione di Berna ha deciso
quali specie dovessero essere protette, vi fanno parte pressoché tutti i
predatori. La tutela dei predatori non è uguale in tutti i paesi d’Europa.
Sull’orso 9 stati hanno delle deroghe, l’Italia non ha espresso delle riserve. Che
si può fare? Ci sono margini di azione, prima la dissuasione e poi il prelievo,
con i requisiti per derogare. Per muoversi serve un parere tecnico ed una
decisione politica. 

Benedikt Terzer, direttore Associazione
Cacciatori Alto Adige ha detto che “la gestione dei grandi carnivori è qui
riferita a lupi ed orsi e da noi queste specie non sono certo in pericolo di
estinzione. Un successo della tutela ma ora c’è la necessità di cambiare gli allegati
della Direttiva Habitat. Lo si può però fare solo all’unanimità degli
stati europei e non è facile. In Slovenia ci sono 1200 orsi bruni ed è stata
elaborata una nuova strategia: quella di ridurli ad 800 capi. In Italia invece
non è stato abbattuto nemmeno un lupo. Ne sono stati predati diversi in modo
illegale in diverse parti della Penisola, e questo non fa onore all’Italia, ed
ora sono presenti pure esemplari ibridi sul nostro territorio. In Svezia
uccidono centinaia di orsi all’anno, da noi dopo ogni abbattimento si scatenano
le proteste.

Luigi Boitani, prof. onorario (emerito) di
Zoologia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Presidente della
Large Carnivore Initiative for Europe (LCIE) ha affrontato la situazione
del lupo a livello europeo: “Il lupo in Europa? Troppi o pochi, non è una
valutazione che ha senso. Sono in leggero incremento e non sono a rischio. Io
vorrei che non si mettesse nella storia narrazione lupi ed orsi, serve una
gestione diversa delle due specie. Alto Adige e Trentino da soli non possono
gestire una popolazione di area vasta. Serve un approccio di pianificazione a
scala di popolazione. L’animale confidente e quello problematico sono due cose
diverse. La coesistenza è possibile ma è anche un compromesso”.

Rok Cerne, Responsabile del gruppo di
progetto sui grandi carnivori presso il Servizio Forestale della Slovenia e
presidente della piattaforma WISO che si occupa dei grandi carnivori
nell’ambito della Convenzione delle Alpi: “Io mi concentrerò sull’orso, in Slovenia,
dove ci sono il 60 per cento di foreste sul territorio. Nel 1998 avevano 40
orsi, ora sono più di mille. Abbiamo anche dei lupi, ora sono circa 1200
esemplari. Gli animali sono monitorati con prelievi a campioni del dna. Il
dibattito è anche da noi sui numeri, ma abbiamo una lunga tradizione di
abbattimenti di orsi. Azione che viene attivata dai cacciatori, ci sono
pochissimi abbattimenti illegali, c’è una quota regolamentata. Il prelievo è un
intervento molto veloce, in caso di attacco a bestiame l’orso viene rimosso
immediatamente. Sì, ci sono stati degli attacchi su umani, basta un contatto
fisico, ma nessun attacco grave in 15 anni. L’animale viene subito rimosso
anche in quel caso. Se c’è un problema con orsi e lupi, noi ci difendiamo”.

Le audizioni in Commissione si sono concluse con Andrea
Vettori
 – Capo Unità nella Direzione Generale Ambiente della
Commissione europea – che ha  affrontato  il tema del processo
futuribile del declassamento del lupo. Vettori ha detto che si parla di
questioni complesse: “Serve un elemento combinato di gestione, informazione. Il
cambiamento alla Convenzione di Berna sul declassamento partirà da marzo, per
ora le norme non sono cambiate, serve tempo, almeno qualche mese. Le deroghe
sono responsabilità degli Stati, non della Commissione Ue. Ora è importante
capire che le procedure sono cambiate e adesso si sta valutando su come renderle
attuabili. L’obiettivo rimane quello della coesistenza”.

La riunione della Commissione è stata dichiarata a quel
punto conclusa dalla presidente.

 

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