“Ecco il futuro, giovani agricoltori tra innovazione e sostenibilità”

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NewTuscia  – VITERBO  – Oggi noi giovani agricoltori dobbiamo essere orgogliosi e consapevoli di rappresentare non solo un settore produttivo importante e strategico, ma di essere quegli imprenditori che hanno in mano le chiavi del futuro che vogliono costruire, credendo in questo paese nel nostro territorio e nei propri progetti. Stiamo vivendo un clima di instabilità economica, data da una crisi geopolitica e climatica che possono indubbiamente creare un sentimento di timore e sfiducia verso il domani, le sfide però se ben interpretate possono diventare opportunità rendendoci soggetti attivi del cambiamento, senza subirlo.

La fiducia nasce dagli strumenti innovativi e tecnologici che abbiamo oggi a disposizione per poter gestire le nostre aziende in maniera sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale, così da poter produrre non solo reddito, ma anche esternalità positive per la collettività. I dati dai quali partiamo non sono affatto positivi. Sfatiamo il ritorno dei giovani alla terra: dall’ultimo rapporto Ismea sui giovani le aziende agricole gestite da under 35 sono infatti diminuite dell’8,5% rappresentando solo il 7,7% del totale, frutto di un inarrestabile calo demografico e soprattutto di un crescente spopolamento delle aree rurali. Il censimento ISTAT sull’agricoltura, tuttavia, evidenzia anche dati che fanno ben sperare: le aziende condotte da giovani agricoltori si estendono infatti su superfici doppie rispetto ai colleghi over 40, ovvero 18 ettari rispetto a 9, con una redditività per ettaro oltretutto superiore. Questo è senza dubbio anche il risultato di una maggior formazione dei giovani agricoltori che contano oggi un 20% di laureati, con un solido know how digitale e un’innata predisposizione alla sostenibilità.

Nonostante l’agricoltura stia vivendo un periodo difficile sotto molteplici aspetti, è un comparto che sa comunque proporre un’offerta sempre al passo con i tempi grazie anche alla nascita di nuove figure professionali in ambito agroalimentare e al forte sviluppo tecnologico in atto. Purtroppo rimane tuttora un settore poco attrattivo e questa immagine va assolutamente riqualificata. La figura del giovane imprenditore agricolo è infatti oggi altamente specializzata, predisposta al progresso e attivamente impegnata a soddisfare i criteri di sostenibilità dell’agenda 2030. Siamo pienamente consapevoli di poter e dover essere l’elemento moltiplicatore di un cambiamento, promuovendo un passaggio etico da un’economia lineare di sfruttamento delle risorse ad un’economia circolare più virtuosa. In questo quadro generale risulta necessario accogliere in azienda nuovi sistemi di produzione basati sull’ottimizzazione di acqua e suolo, la riduzione delle emissioni, produzione e impiego delle energie rinnovabili, senza tralasciare l’importanza dell’innovazione genetica. Questi sono solo alcuni aspetti e soprattutto vantaggi che l’agricoltura moderna può apportare alla nostra società, migliorando la quotidianità dei cittadini e dei lavoratori in termini di qualità e sicurezza, riconoscendo così al settore un’importanza sociale di notevole rilievo. Il settore agricolo si propone infatti di produrre cibo per una popolazione in continua crescita con nuove esigenze migliorando la qualità di vita dei cittadini, dell’agricoltore stesso garantendo benessere animale e salvaguardia dell’ambiente, accogliendo nuovi sistemi basati sull’analisi dei dati ed una sensoristica che possa supportare le decisioni in campo.

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La nostra provincia in particolare, basa da sempre la propria economia sul settore primario, ed ora più che mai deve puntare a sviluppare il proprio potenziale con un cambio di marcia per continuare a mantenere gli alti standard produttivi delle nostre principali colture.

La riflessione è chiara, quale figura riveste meglio dell’agricoltore moderno l’idea di un soggetto socialmente utile e attivo a disposizione del sistema paese che produce cibo, energia, ricchezza e benessere, custodendo l’ambiente e proteggendo un patrimonio storico e culturale così unico? Ma soprattutto come attivarsi e valorizzare tutto questo? Indispensabile fare networking, condividere e cooperare instaurando un dialogo continuo e costruttivo con le istituzioni a tutti i livelli, con consapevolezza e responsabilità.

Giorgio Grani Presidente Giovani di Confagricoltura – ANGA Viterbo Rieti

 

 

 

 

 

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