Orsi e lupi approdano al Parlamento: i sindaci del Trentino ricevuti in Commissione agricoltura

Orsi e lupi del Trentino arrivano in Parlamento. Oltre 110 orsi nel territorio del solo Trentino, un tasso di crescita annua del 10-11%, una specie sempre più confidente che causa problemi alla sicurezza e all’economia anche per il colpevole immobilismo degli amministratori della provincia di Trento, che non hanno accompagnato nel tempo lo sviluppo dei programmi europei di ripopolamento dell’orso bruno nelle Alpi centrali, cui ha fatto seguito quello del lupo avvenuto naturalmente.

La mancata creazione dei corridoi faunistici che dal territorio di reimmissione avrebbero dovuto favorire la diffusione dell’orso bruno dall’area del parco naturale Adamello Brenta in Trentino nelle valli e montagne di Lombardia, Austria, Svizzera e Veneto ha portato ad una rapida crescita concentrata di orsi che per la popolazione locale stanno causando problemi, a partire dalla modifica delle abitudini di comportamento, con la necessità di adeguarsi ai nuovi abitanti delle montagne. Modifiche che non vengono accettate, nonostante siano marginali, a partire dal fare rumore per farsi notare quando si passeggia nelle aree forestali popolate dagli orsi che se colgono la presenza dell’uomo preferiscono allontanarsi invece di attaccare.

Nonostante ciò, la politica preferisce vellicare la pancia del malcontento invece di intervenire, reclamando la mano libera nella gestione di orsi e di lupi, con quest’ultimi che sono cresciuti naturalmente sul territorio e che causano qualche danno agli allevatori, prontamente coperto dagli indennizzi pubblici.

I referendum autogestiti svoltesi nelle valli di Non e di Sole oltre che sull’altipiano della Paganella, cui hanno partecipato pochi aventi diritto, hanno facilmente registrato un plebiscito di contrari ad orsi e lupi, chiedendo interventi drastici su una fauna che è altamente protetta a livello europeo oltre ad essere patrimonio indisponibile dello Stato.

Per reclamare l’attenzione de governo nazionale su orsi e lupi visto che quello dell’Autonomia speciale guidato dal leghista Maurizio Fugatti pare girare a vuoto, venticinque sindaci del Trentino, dalla Val di Non e Val di Sole, hanno chiesto e ottenuto udienza presso la Commissione agricoltura della Camera dei deputati guidata dal senatore Luca De Carlo, grazie all’interessamento del deputato regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì, dopo avere incontrato il sottosegretario all’Ambiente, Claudio Barbaro, tecnico di area FdI, sulla necessità di politiche di contenimento dei grandi predatori che De Carlo conosce bene.

«Si tratta di un fenomeno che va assolutamente gestito; stiamo pagando ora tutti quegli anni in cui si è scelto di non occuparsi di queste cose – sottolinea De Carlo -, lasciando che la situazione degenerasse. Paghiamo anche anni di propaganda contro l’agricoltura “inquinatrice”; di pseudo-ambientalisti che vogliono la montagna come parco giochi personale e non come luogo di vita, di comunità e di lavoro per le persone che là hanno le proprie radici; di politiche ideologizzate che non si sposano con le esigenze degli agricoltori e delle popolazioni montane».

De Carlo critica l’approccio del programma “Life Ursus” di reintroduzione dell’orso bruno nelle Alpi: «ci troviamo di fronte ad una situazione che non è stata gestita dall’inizio, quando dopo il rilascio dei primi esemplari il ripopolamento stava andando oltre i numeri previsti, e che ha portato ad una preoccupante confidenza dei grandi predatori, gli orsi in particolare, nei confronti dei luoghi antropizzati; è una convivenza impossibile, e per questo è necessario intervenire per rimuovere e contenere la problematica» che secondo il presidente della Commissione deve essere considerato «un vero e proprio tema di salute e sicurezza pubblica».

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