Innovazione sanitaria: il ponte tra progetti di ricerca e mercato

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La strada che porta dall’intuizione scientifica al prodotto sul mercato è spesso impervia. Nel settore della salute, questa distanza si trasforma in un vero e proprio abisso. Da un lato, i laboratori universitari producono ricerca d’eccellenza. Dall’altro, il mercato è affamato di innovazione. Ma tra questi due mondi manca un ponte. È un paradosso che tocca molte realtà europee e mondiali ma che in Italia si manifesta più frequentemente. Il nostro Paese eccelle nella ricerca scientifica, con pubblicazioni che fanno scuola a livello internazionale, ma fatica a trasformare questo patrimonio in soluzioni concrete.

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Il progetto DARE

Oggi, tuttavia, qualcosa sta cambiando. Il progetto DARE, a esempio, è un’iniziativa finanziata dal Mur nell’ambito del Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr, il cui obiettivo è esaltare il potenziale dei dati per migliorare la promozione della salute e fare prevenzione per tutto l’arco della vita.

Nell’ambito delle attività del progetto, il Competence center BI-REX ha presentato un programma di educazione all’imprenditorialità sviluppato da G-Factor, l’acceleratore di Fondazione Golinelli.

La prima fase di questo programma è stato un Roadshow itinerante che nel 2024 ha toccato quattro poli strategici dell’innovazione e della ricerca italiani (Bologna, Bari, Palermo e Roma), creando un ponte diretto con le comunità locali, e coinvolgendo oltre 100 ricercatori provenienti da 12 enti.

Il 30 gennaio è iniziata la seconda fase di questo ambizioso progetto, chiamata ReActorPro, un programma di formazione imprenditoriale che accompagnerà i ricercatori nella trasformazione di idee in progetti d’impresa. Questa fase si declinerà in due edizioni del programma, con più di 23 gruppi di ricerca. Il percorso si concluderà nel 2026 con la terza fase di accelerazione intensiva, con il programma G-Force. L’obiettivo è che i progetti abbiano acquisito tutte le competenze e gli strumenti necessari per fondare startup ed entrare sul mercato.

Superare la “valle della morte”

«La promozione dell’imprenditorialità nel mondo della ricerca non è solo un’opportunità, ma una necessità strategica per il nostro Paese», spiega Lorenzo Chiari, professore di bioingegneria all’Università di Bologna e presidente Fondazione DARE. «Serve un approccio multidisciplinare che unisca ricerca, clinica e impresa in uno sforzo comune, in ascolto costante dei bisogni di cittadini e fornitori di servizi sociosanitari».

Tra i principali obiettivi di DARE c’è la valorizzazione del potenziale offerto dai dati, oggi sempre più accessibili anche al di fuori delle strutture sanitarie, per migliorare la prevenzione e la promozione della salute. «Ma per tradurre queste innovazioni in soluzioni concrete, dobbiamo superare quella che viene chiamata la “valle della morte” tra la ricerca di eccellenza e il mercato. È una sfida ambiziosa, ma essenziale per costruire un futuro in cui tecnologia e salute si incontrino per il bene comune», continua Chiari.

Lorenzo Chiari, professore di bioingegneria all’Università di Bologna e presidente Fondazione DARE

Lorenzo Chiari, professore di bioingegneria all’Università di Bologna e presidente Fondazione DARE 

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Il Competence center BI-REX gioca un ruolo chiave in questo processo di trasformazione. «La nostra missione è creare ponti tra il mondo della ricerca e quello dell’impresa», afferma Massimo Pulvirenti, Head of Consulting and Training Services di BI-REX. «In soli quattro anni siamo passati da 250 a oltre 15.000 contatti, dimostrando quanto sia forte la domanda di innovazione. Nel settore sanitario, ogni euro investito in prevenzione può generare un risparmio di 14-18 euro in cure non erogate. È un potenziale enorme che non possiamo permetterci di sprecare».

Massimo Pulvirenti, Head of Consulting and Training Services di BI-REX

Massimo Pulvirenti, Head of Consulting and Training Services di BI-REX 

ReActorPro offre ai partecipanti un percorso formativo completo, e i progetti selezionati provengono da prestigiose istituzioni tra cui l’Università degli Studi di Bari, l’Università di Bologna, l’Università di Palermo, l’Istituto Ortopedico Rizzoli, il Policlinico Gemelli e l’Università di Roma Tor Vergata.

La sfida è particolarmente complessa nel settore sanitario, dove alle normali difficoltà di trasferimento tecnologico si aggiungono considerazioni etiche e normative specifiche. «A differenza di altri settori industriali – sottolinea Chiari – nella sanità dobbiamo navigare in uno scenario regolatorio complesso e in continua evoluzione, dove i diritti dell’individuo e le questioni etiche giocano un ruolo fondamentale».



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