“Trump è pericoloso ma l’Ue deve reagire. Basta indebitamento per mance elettorali”. Parla Monti

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L’Ue non deve cedere al panico scatenato dai roboanti annunci di Trump. Al contrario, dovrebbe rimboccarsi le maniche e continuare la strada delle riforme fiscali e monetarie. L’analisi di Mario Monti, presidente dell’Institute for European Policymaking dell’Università Bocconi (IEP@BU)

Il presidente americano Trump rappresenta un serio pericolo per l’Ue,  ma l’Unione Europea non deve cedere al panico e rispondere colpo su colpo. Il buon rapporto tra il presidente Usa e Giorgia Meloni potrebbe rappresentare un aiuto importante a favore di Bruxelles durante il tavolo delle trattative. L’Ue, però, deve rimboccarsi le maniche che continuare la strada delle riforme monetarie e fiscali intrapresa da anni. Anche gli Stati nazionali devono fare la loro parte, iniziando ad investire in settori produttivi come l’Intelligenza Artificiale, invece di continuare a regalare bonus per ottenere voti.  È il quadro tracciato da Mario Monti, presidente dell’Institute for European Policymaking dell’Università Bocconi (IEP@BU), nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri pomeriggio presso l’Associazione della Stampa Estera.

MONTI: “BASTA INDEBITAMENTO PER COSE IMPRODUTTIVE, STATI INVESTANO IN IA”

Gli Stati nazionali dovrebbero iniziare a fare debito per investire in settori produttivi, come l’Intelligenza Artificiale, invece di spendere in misure utili solo a creare consenso, come i bonus, secondo Monti.

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“L’Unione Europea produce una quantità di risparmio elevatissima ma ha molta più difficoltà nel farla affluire a proprie Startup e iniziative. Questo vuol dire andare finalmente avanti con quella che una volta si chiamava capital markets union, come sottolineato dal rapporto Draghi e Letta. Poi c’è la questione del debito pubblico. I Paesi europei in questi anni hanno debiti e disavanzi pubblici elevati, figli di regole che da quando c’è il Patto di Stabilità hanno penalizzato più gli investimenti che i consumi pubblici. C’è stato un combinato disposto di forze per cui gli Stati si sono indebitati di più per cose non produttive dando bonus, pensando che dai bonus vengano i voti, invece di fare investimenti in settori di punta”, ha detto Monti in risposta alla domanda di Policy Maker.

PERCHE’ GLI USA SFORANO IL DEBITO ANCHE SE RECORD

Gli Stati Uniti hanno un debito pubblico da far impallidire diversi Stati europei, ma sembrano non preoccuparsene troppo. A novembre 2024, ha raggiunto il massimo storico di 36.087.363,00 milioni di dollari. Qual è il loro segreto? “La moneta”, spiega Monti.

“È vero che gli Stati Uniti si permettono disavanzi pubblici anche molto maggiori di quelli dei Paesi europei. Ma ogni tanto dovremmo ricordarci che la loro moneta è una valuta di riserva, molto desiderata nel mercato mondiale, per ora. La nostra è una moneta che ha dato eccellenti prove, che nessuno si sarebbe mai aspettato, prima di tutto perché c’è ancora, poi perché si è rivelata solida. Troviamo però maggiori limiti degli Stati Uniti nel saldare i conti interni con un fortissimo debito verso l’esterno”, sottolinea l’ex premier.

TRUMP SPAVENTA L’UE

Questa volta Trump è più pericoloso per l’Ue rispetto al 2017. Infatti, la pressione sarà più forte e i sostegni e le autodifese dell’Europa oggi sono minori, secondo Monti. L’Ue non è più allenata a trattative lunghe e complicate in stile Brexit e non possiede un “coach di notevole statura come la cancelliera Merkel”. L’Ue dovrebbe disporre misure per contrastare la minaccia rappresentata da Trump, sebbene molti annunci del tycoon rimarranno parole al vento, secondo l’ex premier. L’Antitrust è uno dei principali alleati contro l’“invasione” commerciale di Cina e Usa.

“Io sono molto turbato dalla seconda presidenza Trump, da come si è presentata, ma sono forse ancora più turbato dalle reazioni di terrore. Durante il suo primo mandato, Trump era certamente contro l’integrazione europea e ha scelto una politica del pick and choose nelle sue amicizie. Non dobbiamo dimenticare però che incarna il tipico leader populista, che noi conosciamo bene, perché abbiamo visto il padre di tutti i populisti dell’emisfero settentrionale: Silvio Berlusconi. Ma ci sono altri modelli più umani di populismo e altre forme di trasformismo. Nella prima categoria iscriverei Meloni, nei secondi invece Salvini. I populisti quando sono nella loro fase di vita da populisti hanno una straordinaria capacità di pensare a quale sarà il primo effetto di impatto dei loro propositi e delle loro decisioni di politica economica e non. Manca invece quasi totalmente la consapevolezza delle possibili reazioni future”.

“C’è una base di verità riguardo il buon rapporto tra Meloni e Trump. L’Ue dovrebbe fare a meno di capifila, ma le personalità forti sono utili intorno ai tavoli dove si prendono decisioni”, ha sottolineato Monti.

MONTI: “BENE I RAPPORTI DRAGHI E LETTA, GOVERNI COLPEVOLI DEL 90% DEI PROBLEMI”

I rapporti Draghi e Letta rappresentano una guida importante per l’Ue, ma i Governi nazionali devono cambiare passo, secondo Monti.

“Il 90% dei problemi individuati dai rapporti Letta e Draghi sono dovuti ai Governi nazionali. Bisogna dire: capitali nazionali, smettetela di essere avvinghiati ai vostri residui poteri e lasciate che si costruiscano quelli che in teoria avete già deciso in Europa. Ci sono già quasi tutte le ricette nei rapporti di Letta e Draghi, documenti che riportano una serie di indicazioni assolutamente preziose, quasi tutte applicabili. Dovrebbero però stare più attenti all’aspetto politico divulgativo e di comunicazione. Inoltre, manca forse l’analisi politica di a chi conviene che le cose non vadano avanti. In questo momento bisogna stare, secondo me, molto attenti a non battersi per proposte che farebbero un regalo ad altre potenze”, ha affermato l’ex presidente del Consiglio.

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LA STOCCATA A MUSK: NON SI INTROMETTA SULLE POLITICHE DEGLI STATI

L’ex premier lancia una stoccata a Elon Musk, molto vicino al neo presidente eletto Donald Trump: non si intrometta su tematiche che riguardano le politiche degli Stati nazionali.

“Parliamo delle piattaforme digitali. Non so l’impressione che avete avuto voi, a me ha fatto un’impressione disastrosa la processione a cui abbiamo assistito durante la cerimonia di insediamento di Trump. Una pessima immagine per gli Stati Uniti ma anche per il capitalismo in generale. Diversi personaggi hanno partecipato per fare pubbliche abiure su aspetti di politiche su cui avevano campato per anni, come gli ESG. Ma perché l’avranno fatto? Avranno mica avuto una contropartita per caso? Probabilmente sì. Musk è il pinnacolo di questa assolutamente straordinaria e totalmente meritoria, secondo me, conquista della scienza e dell’imprenditoria. In quella posizione uno può considerare legittimo l’obiettivo di conquistare il mondo, anzi l’universo, per quanto possibile”, ha detto Monti, sottolineando che il numero 1 di Tesla e SpaceX non dovrebbe intromettersi su tematiche che riguardano le politiche degli Stati nazionali.



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