Assegno di inclusione, quanti sono rimasti esclusi dal sostegno contro la povertà nel 2024

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31 Gennaio 2025



14:04

Nel primo anno di attività, l’Assegno di inclusione con cui il governo Meloni ha sostituito in parte il Reddito di cittadinanza è andato a circa 760mila famiglie, ovvero 1,8 milioni di persone. Altri 130mila hanno incassato il Supporto formazione e lavoro. Meno di quanto previsto dal governo, e molto meno di quanti ricevevano il Reddito di cittadinanza.

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Nel primo anno in cui l’Assegno di inclusione è stato in vigore lo hanno ricevuto 759mila famiglie, pari a 1,8 milioni di persone. A diffondere il dato è stata l’Inps, in cui ha fatto sapere anche che il Supporto formazione lavoro, invece, è andato a 133mila beneficiari circa. Le due misure, insieme, rappresentano la risposta del governo Meloni alla cancellazione del Reddito di cittadinanza, che già nel 2023 era stato fortemente depotenziato e poi dal 2024 è sparito del tutto. Ma il numero di persone aiutate è stato molto più basso.

Quante persone hanno ricevuto un sostegno contro la povertà nel 2024

Partiamo con i numeri delle nuove misure. L’Inps ha detto che l’Adi – riservato alle famiglie in cui c’è almeno una persona ‘non occupabile’, quindi minorenni, persone con disabilità, over 60 o in situazioni di “svantaggio” – è andato a 758.872 famiglie, per un totale di 1 milione e 819mila persone aiutate.

La maggioranza delle famiglie beneficiarie si trova nel Sud Italia: 519mila, contro le 100mila del Centro e le 140mila del Nord. Le 183mila in Campania, 156mila in Sicilia e 73mila in Puglia rappresentano più della metà del totale. L’importo medio del bonus è stato di 620 euro al mese.

Guardando solamente al mese di dicembre, invece, i nuclei beneficiari erano 608mila. L’importo medio erogato lo scorso mese ha raggiunto i 627 euro.

Guardando invece al Supporto formazione e lavoro – la misura individuale per chi non rientra tra i ‘non occupabili’, che si può ricevere al massimo per dodici mesi rinnovabili una volta, e solo se si frequentano corsi di formazione – in tutto il 2024 l’hanno avuta 132.882 persone, che in media l’hanno presa solo per sei mesi. Anche in questo caso, la maggior parte dei beneficiari si è registrata nettamente al Sud: 104mila circa. Al Centro sono stati 12mila e al Nord 17mila.

A dicembre sono stati in 68mila a incassare il Sfl. Per quanto riguarda le fasce d’età, hanno fatto richiesta soprattutto gli italiani over 50, e specialmente tra i 55 e i 59 anni, che faticano di più a trovare un lavoro ma non hanno ancora l’età minima richiesta per l’Adi. In tutte le fasce d’età, le donne hanno superato gli uomini.

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Il governo ha sbagliato le previsioni su Adi e Sfl

Innanzitutto si può guardare a questi numeri confrontandoli con le previsioni del governo. A metà 2023, quando un decreto lanciò l’Assegno di inclusione e il Supporto formazione lavoro, la stima dell’esecutivo – inserita nel dossier del ddl di conversione al Senato – era che nel 2024 l’Adi avrebbe avuto 733mila famiglie beneficiarie. Il Sfl, invece, avrebbe dovuto arrivare a ben 322mila persone in cerca di lavoro.

Se da una parte quindi l’Assegno di inclusione è arrivato a circa 25mila famiglie in più del previsto, le persone che hanno ricevuto il Supporto formazione e lavoro sono state ben al di sotto della metà di quanto stimato: 190mila in meno. Nel complesso quindi (considerando che in media le famiglie beneficiarie erano composte da 2,4 persone) si può stimare che l’Adi sia arrivato a circa 60mila persone in più, ma questo aumento è stato più che cancellato dalla stima sballata sul Supporto formazione e lavoro.

Cosa è successo alle persone che prendevano il Reddito di cittadinanza

L’Inps ha proposto anche un confronto tra i beneficiari delle due misure (in tutto circa 1,95 milioni di persone) e quelli del vecchio Reddito di cittadinanza. L’Istituto ha preso come riferimento il dato di luglio 2023: 1,07 milioni di famiglie beneficiarie.

In tutto, “il 60%” dei beneficiari del Reddito “è risultato successivamente percettore di Adi/Sfl”, ha detto l’Inps. Il 40%, quindi, è rimasto senza sostegni. Secondo l’Istituto questo significa che c’è stata una “allocazione più mirata delle risorse”. Di quel 40% di ex-percettori del Rdc, il 25% non ha fatto domanda per le nuove misure, mentre un altro 15% l’ha presentata, ma l’ha vista respinta, perché non rispettava i nuovi paletti fissati dal governo.

L’Inps ha anche aggiunto un dato su chi prendeva il Reddito di cittadinanza (sempre a luglio 2023): il 26% di queste famiglie ha avuto “almeno un componente che ha trovato lavoro nel 2024”. Una su quattro, e naturalmente non è noto di che tipo di lavoro si trattasse, se un contratto a tempo indeterminato o un impiego stagionale o precario. Per le altre tre famiglie su quattro, quindi, non è arrivato nessun lavoro.

Quanti erano i beneficiari del Rdc rispetto alle nuove misure del governo Meloni

Si può considerare anche un altro aspetto. L’Inps ha usato il numero di beneficiari del Reddito di luglio 2023, quando l’intenzione del governo di cancellare la misura era già ampiamente annunciata. Guardando sempre alle tabelle Inps per il Rdc, si nota che i numeri in altri periodi erano ben più alti.

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Nel primo anno, da aprile 2019 a marzo 2020 – un dato che è influenzato sia dal fatto che la misura fosse nuova, sia dall’inizio della pandemia- le famiglie beneficiarie erano state 1,07 milioni. Incidentalmente, lo stesso numero di luglio 2023. Le persone aiutate in tutto erano state 2,55 milioni, circa 600mila in più rispetto alle due misure del governo Meloni.

Considerando l’ultimo anno in cui il Rdc è stato in vigore – come detto, un periodo in cui l’intenzione di cancellare la misura era chiara, l’assegno veniva erogato per un periodo di tempo limitato e il numero di domande aveva quindi iniziato a scendere – nel 2023 le famiglie sostenute erano state 1,2 milioni, in totale 2,7 milioni di persone.

L’anno in cui il Reddito è stato più utilizzato, però, è stato il 2021, quando molti affrontavano gli effetti economici della pandemia. Circa 1,6 milioni di famiglie, ovvero ben 3,76 milioni di persone. Considerando che la povertà negli ultimi anni non è diminuita, è logico pensare che con le nuove misure del governo Meloni moltissime persone siano rimaste escluse anche se, in realtà, avrebbero avuto bisogno di un sostegno.





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