Le raccolte di quel periodico battagliero, come lo era stato Leonardo Sacco, che non lasciava mai nulla al caso per stare sul pezzo, sui temi della politica della Prima Repubblica, sono una eredità da riprendere perchè politica, potere, confronto, familismo amorale, emigrazione, opere pubbliche, disegno di città e di regione sono ancora lì. La qualità del confronto si è abbassata, tra mediocrità e opportunismi, con tutti i guasti di partecipazione e rappresentanza che oggi la cosa comporta, anche perchè senza ” metodo”, ”obiettivi” non si va da nessuna parte. E l’esperienza di Basilicata, e di quel gruppo di ”sognatori”, che negli anni Cinquanta accesero i riflettori ( frase abusata, ma attuale in una città che procede a fari spenti o quasi) su Matera torna nel lavoro ”Una lotta contro la solitudine” ( Besa Muci editore) di Mimmo Calbi che sarà presentato domani, 30 gennaio, alle 17,30 presso la Camera di commercio. E il sottotitolo ” Leonardo Sacco e il sogno di una Basilicata possibile (1954-1962)” offre lo spunto per ritornare sul quella figura che attende ancora di avere la sua ”Biblioteca”, ceduta nel 2012 alla simbolica cifra di 1 euro alla Regione. Materiale ancora nelle casse…e con un luogo, l’ex asilo del rione Spine Bianche finito negli anglicismi di un Visitor ”Vattelappesca” (che sa tanto di latinorum manzoniano dell’avvocato Azzeccagarbugli), che attende quella biblioteca per la quale si è spesa e non poco l’Associazione ”Adriano Olivetti”.
Rinvio all’Amministrazione comunale che verrà, se avrà al suo interno sensibilità e memoria della storia cittadina e della Basilicata? Un accenno verrà senz’altro dal dibattito per la presentazione del libro ( che leggeremo nelle prossime settimane) con quanti lo hanno conosciuto. Si tratta, oltre al giornalista Pasquale Doria che modererà gli interventi, dell’ex parlamentare Vincenzo Viti, dell’avvocato Nicola Buccico, dell’urbanista Lorenzo Rota e di Amerigo Restucci rettore emerito dell’ Istituto universitario di Architettura di Venezia. E del ”direttore” , naturalmente, dalle pagine di Mimmo Calbi che di Sacco ha già trattato per il suo rapporto con Tommaso Fiore https://giornalemio.it/cultura/fiore-e-sacco-a-confronto-per-il-sud-con-basilicata/
Sinossi del libro dal sito della casa editrice
https://www.besamucieditore.it/libro/una-lotta-contro-la-solitudine/
Una lotta contro la solitudine (a cura) di Mimmo Calbi (Besa Muci)
Tra il 1952 e il 1953, con un ristretto numero di giovani meridionalisti, Leonardo Sacco avvia con Marcello Fabbri un periodico (“La Città”) che si guadagna, fra gli altri, la considerazione di Gaetano Salvemini: “Finalmente un giornale meridionale senza fronzoli, senza filosofemi e senza retorica; continuate e non fatevi dissuadere a cambiare”. Poi, nel 1954, nasce “Basilicata” mentre la vicenda materana si ricollega alle tipiche esperienze del meridionalismo, quando cioè appare chiaro che le forze che occupano la macchina statale non tollerano più presenze autonome, e con qualche leggina speciale estromettono studiosi e tecnici non allineati con il governo. Ogni progetto innovativo viene depotenziato dall’invadente potere governativo e poi ridimensionato e dimenticato dalle mediocri ma interessate gestioni locali. Consapevole della crisi del centrismo e dell’insufficienza della sinistra tradizionale, il settimanale punta verso “una elaborazione dal basso di una nuova politica”. Su ciò insiste l’articolo di fondo del primo numero sperimentale del giornale, “una nuova classe dirigente, che sostiene “di preparare seriamente, modestamente, attentamente, una nuova classe politica e una nuova classe dirigente in Basilicata”, perché solo una forza politica autonoma avrebbe potuto dare solide basi alla nascente democrazia e impostare una lotta politica moderna e autenticamente popolare. Una simile operazione esigeva anzitutto una solida preparazione politica, economica, tecnica, che permettesse una conoscenza approfondita dei problemi e delle possibilità. La salvezza non poteva venire che dal di dentro: la democrazia non sarebbe sorta per gratuita concessione, e i rapporti tradizionali dell’arcaica società regionale non sarebbero mutati se i lucani non fossero mutati e non si fossero trasformati. Quello del gruppo di “Basilicata” insomma è un tentativo di affinare meglio una tradizione di gestione autonoma di organismi economici, di amministrazioni locali, di autogoverno in un contesto particolare e in un ambiente non leggibile o comprensibile nei termini schematici della lotta di classe.
Mimmo Calbi vive e lavora a Matera. Già redattore di “Basilicata”, collaboratore della cattedra di sociologia dell’Università del Salento e membro della Société Europénne d’Ethnographie de l’Èducation, attualmente presiede l’associazione culturale A. Olivetti di Matera. Tra gli altri ha pubblicato: Un violento companatico (1992); Resoconti. Schegge di un disordine didattico (1994); Cronache dall’Osso. Reportage dalle aree interne della Basilicata (1995); Il pudore pedagogico di J. Ortega y Gasset (con Vito D’Armento, 2002); Il compromesso della penombra (2008); Il pathos della lucanità (2012).
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