E’ possibile acquistare un’auto nuova pagandola in contanti? Sembrerebbe proprio di no: l’acquisto di un auto nuova o usata senza finanziamento, è diventato un percorso ad ostacoli. Le segnalazioni giunte a Federconsumatori da molti utenti potrebbero far pensare al realizzarsi di un paradosso: acquistare una macchina pagandola subito è divenuto un’impresa (quasi) impossibile. Ad affrontare la questione, è Federconsumatori Firenze, che racconta anche una sorta di storia simbolo.
“Giovanni e Alice si rivolgono a più concessionarie dell’area metropolitana per comprare una macchina nuova ma da tutti si sentono proporre, se non imporre, un finanziamento. “per quale motivo dovrei pagare interessi e contrarre un prestito, quando i soldi li ho??”, si domandano giustamente – riportano da Federconsumatori – La macchina che vorrebbero prendere è una C3 aircross, che un concessionario fiorentino propone a 18.000 euro: ottimo, la prendiamo! ‘Benissimo’, dice il concessionario ’Però deve fare un finanziamento, se vuole questo prezzo, un finanziamento di 4 anni, che include assicurazione furto e incendio’ Alla fine dei 4 anni, il preventivo della concessionaria prevede un costo della macchina di 24.500, 000. Giovanni ed Alice insistono per il pagamento immediato dell’intero importo, il rivenditore magnifica invece i vantaggi del finanziamento. Alla fine, esausti, i due accettano e, dopo aver lasciato un sostanzioso acconto, affrontano tutto l’iter per il prestito. Che, alla fine, risulta tutt’altro che conveniente…”. U n racconto quanto mai comune, a dire il vero. Ma che lascia qualche residuo amaro a Federconsumatori .
“Inutile dire che si tratta di una modalità di ‘indirizzare’ il mercato non corretta – spiega Laura Grandi, presidente regionale dell’associazione dei consumatori – Non è giusto che una persona debba per forza prendersi un impegno economico mensile gravoso se ha la possibilità di pagare tutto e subito. Inoltre la vettura viene a costare di più se pagata a rate. Se davvero poi esistono accordi fra finanziarie e rivenditori, questo è di per sé un fatto grave che fra l’altro limita la libertà di scelta del consumatore”.
Entrando nello specifico, è bene chiarire alcuni punti. Le finanziarie, come si legge nella nota di Federconsumatori, non impongono ma offrono un servizio tramite il rivenditore: si chiama “credito al consumo” ed è regolamentato per legge con normative relative alla trasparenza bancaria ed a tassi massimi applicabili in relazione alla soglia usura del prodotto. “Il problema è che le concessionarie, e ci metterei pure il venditore visto che molti hanno delle parti variabili dello stipendio regolate con provvigioni sulle vendite, tendono a innalzare la redditività con provvigionali sui finanziamenti – spiega Grandi – alle volte guadagnano molto più della stessa società finanziaria sul monte globale degli interessi, spese istruttoria e polizze assicurative collegate al veicolo. Diciamo che le prassi dei concessionari sono incomprensibili.
Inoltre, secondo Federconsumatori, “l’abitudine di vendere due prodotti in maniera abbinata (auto e finanziamento), così da unire la conclusione di un contratto alla sottoscrizione di un altro, crea un vincolo tra i due contratti che può essere fatta rientrare tra le cosiddette pratiche commerciali scorrette vietate dalla legge”. Pratica commerciale scorretta è la definizione (secondo il Codice del consumo) di una pratica contraria alla diligenza professionale, falsa oppure idonea a falsare in modo apprezzabile il comportamento economico del consumatore. “In altre parole – continua la nota – è vietata la condotta del professionista idonea ad alterare la capacità del consumatore di prendere una decisione consapevole, inducendolo pertanto a una scelta di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso”.
Si tratta di pratiche che ovviamente vengono messe in atto dal professionista con maggior forza contrattuale, dice Federconsumatori, “al fine di ottenere un vantaggio in maniera non corretta, che si traduce, per il consumatore, in un esborso superiore rispetto a quello che avrebbe sopportato se avesse potuto pagare il veicolo in un’unica soluzione, così come avrebbe voluto. Il dilazionamento concesso dalla finanziaria, infatti, comporta un onere per l’acquirente, il quale deve pagare gli interessi e il costo della pratica necessaria ad accordare il prestito”.
A conti fatti dunque, Federconsumatori invita i consumatori a valutare bene, in caso si siano risolti a comprare un’auto, alcuni elementi: intanto, un’attenta valutazione delle proposte di acquisto fatte dal venditore; chiedersi se effettivamente il finanziamento auto ottenuto o che si sta per ottenere sia economico, sforzandosi di calcolare il costo effettivo della rata e quanto si andrà a rimborsare in totale.
Spiega ancora Grandi: “Inoltre, bisogna sapere che i tassi applicati sono due: il TAN ed il TAEG. Il TAN è la percentuale di interesse annuo applicato a una somma concessa in prestito; indica solo gli interessi percentuali assegnati alla somma oggetto del finanziamento. Il TAEG indica il tasso percentuale annuo applicato a una somma concessa in prestito che viene calcolato considerando anche tutte le spese connesse all’erogazione del credito”.
Un’altra cosa su cui è necessario fare chiarezza è la definizione di tasso zero: questo nome può trarre in inganno, perché si riferisce all’annullamento del TAN, ma TAEG e relative spese accessorie per l’istruzione della pratica rimangono.
Il problema della vendita a rate, anche quando se ne può fare a meno, investe sempre più persone. Dal primo gennaio 2024 al 31 ottobre si sono rivolti agli sportelli Federconsumatori di Firenze e area metropolitana, 149 persone. Di queste, il 29% sono pensionati , il 49% appartengono a famiglie di lavoratori dipendenti; il 22% erano lavoratori in proprio
“I pensionati – conclude Grandi – sono quelli più colpiti dalla comunicazione diretta e senza alternative dei venditori : il 42% ha desistito per il momento dall’acquisto. Mentre per i lavoratori, il 63% ha deciso comunque di procedere all’acquisto con finanziamento”.
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