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Dibattito nell’aula dell’Assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna. Per la maggioranza di centrosinistra la staffetta Figliuolo-Curcio deve segnare uno scatto e maggiore attenzione per l’Appennino; dal centrodestra è venuta una critica alla Regione, accusata di non aver fatto la necessaria prevenzione e cura del territorio nel corso dei decenni
Risolvere i problemi del post alluvione e completare la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio. I gruppi consigliari commentano così le relazioni svolte questa mattina in Assemblea legislativa da parte del presidente della Regione Michele de Pascale e dal nuovo Commissario alla ricostruzione Fabrizio Curcio, subentrato al generale Figliuolo. Per la maggioranza di centrosinistra la staffetta Figliuolo-Curcio deve segnare uno scatto, un cambio di passo rispetto al passato e lo Stato deve stanziare le risorse necessarie per la cura del territorio, a partire dall’Appennino. Dal centrodestra, invece, dopo un apprezzamento per quanto fatto fino a ora dalla struttura commissariale, è venuta una critica alla Regione, accusata di non aver fatto la necessaria prevenzione e cura del territorio nel corso dei decenni.
“Ringrazio per la sua presenza il commissario per la ricostruzione post-alluvione Fabrizio Curcio: è segno di rispetto per questo luogo, l’Assemblea legislativa, e la rappresentanza che riveste per gli emiliano-romagnoli”, spiega il presidente della Regione Michele de Pascale, che ha evidenziato come “con gli eventi alluvionali senza precedenti che hanno colpito l’Emilia-Romagna negli ultimi due anni, il territorio si è fatto trovare in grave criticità e fragilità. Per questo dobbiamo chiederci cosa possiamo fare di più e meglio di quanto fatto fino a ora”. “Purtroppo -ha continuato il presidente- la reazione della Repubblica, intesa come enti a tutti i livelli territoriali, è stata insufficiente. Ma continuare a cercare le responsabilità non è produttivo, non è ciò di cui hanno bisogno i cittadini. Le risorse per la parte privata ci sono e la procedura per i rimborsi va semplificata”.
De Pascale ha quindi evidenziato l’esigenza “di mettere a terra le opere manutentive, snellendo la burocrazia e offrendo supporto ai soggetti attuatori. Dobbiamo poi accelerare i tempi per poter fruire delle risorse del Pnrr. Abbiamo tanto lavoro da fare e serve che questa sede sia quella dello stimolo e della critica: serve che tutti ci facciamo protagonisti di uno scatto e tutti insieme lo sapremo dimostrare”.
Nel suo intervento il Commissario Fabrizio Curcio è stato netto: “Ci sono stati eventi climatici fuori scala rispetto alle statistiche di questi territori. Dobbiamo essere coscienti che mentre noi lavoriamo gli eventi continuano, per questo mentre saremo al lavoro per migliorare la resilienza del territorio vanno rafforzati i sistemi di protezione civile”. Intervenendo in Assemblea legislativa Curcio ha ricordato come “è il mio secondo giorno formale da commissario, ma non abbiamo certo atteso la “carta” per confrontarci. Nessuno ha fermato nulla, il cambio del commissario non ha portato a fermare le macchine. Abbiamo preso un tempo breve per fare proposte , integrazioni e miglioramenti dei processi in corso, ma non in una logica del prima e del dopo. Non si tratta di cambiare l’impostazione ma di capire se le cose fatte hanno avuto la ricaduta che noi possono o servono modifiche”.
Per il Commissario alla ricostruzione “ci sono alcuni temi evidenti, come mettere insieme eventi del 2023 e 2024”, visto che al momento il commissario dovrebbe occuparsi solo delle zone colpite nelmaggio 2023. Su questo “c’è bisogno di una volontà più politica, credo che si possa ragionare su una proposta concreta e sostenibile. Per quanto riguarda le risorse la penso così: se riusciamo a spendere possiamo chiedere, se non riusciamo a spendere chiedere è più difficile. Al capitolo risarcimenti dico che le 2.500 domande pervenute finora sono troppo esigue rispetto al totale potenziale, quindi occorre intervenire ad esempio rivedendo il tema di anticipo e saldo, ha spiegato Curcio nel confermare come ora la struttura commissariale avrà una sede fissa sul territorio emiliano-romagnolo.
Le due relazioni hanno dato vita a un confronto fra le forze politiche.
“Il mio intervento parte da un’analisi di quello che non è andato negli ultimi vent’anni auspicando che siano le Regioni a fare un cambio di passo, c’era la possibilità di mettere a terra dei progetti e non è stato fatto. Uno delle criticità è stata la confusione di ruoli, perché si sono date responsabilità ad enti che non ne avevano. La nostra è una delle regioni più fragili a livello idrogeologico e da decenni è stato evidenziato”, ha spiegato Elena Ugolini (Rete civica) per la quale “avevamo quindi una conoscenza esatta del rischio. La compatibilità ambientale è un bene prezioso, ma questo aspetto non deve essere subordinato alla sicurezza delle persone, altrimenti è impossibile la costruzione delle opere necessarie, dalla montagna alla pianura. I singoli territori vanno dotati di competenze tecniche specifiche: devono esserci persone e competenze al centro delle politiche territoriali e bisogna evitare di abbandonare la montagna che può provocare conseguenze importanti, lo abbiamo visto in Romagna, dove non è stato possibile mitigare l’evento”.
“Gli eventi che hanno colpito la Romagna hanno messo in evidenza la vulnerabilità del territorio. Fino a oggi ci sono state azioni di ripristino fondamentali ma non sono sufficienti: senza un piano concreto si rischia lo spopolamento di certe aree e gravi problemi economici”, ha spiegato Niccolò Bosi (Pd) per il quale “i sindaci e i Comuni sono stati in prima linea ed è importante garantire la continuità del personale assunto per l’emergenza, prestando una particolare attenzione ai luoghi della cultura colpiti che sono identità del nostro territorio. Bisogna creare dei piani identificando le aree più urgenti, perché famiglie e imprese si trovano in condizioni complicate e occorre fornire adeguati ristori”.
Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale) ha sottolineato come gli eventi del 2023 e del 2024 siano stati del tutto eccezionali e rappresentino un vero e proprio spartiacque tra quanto accaduto in passato e gli scenari futuri. “La quantità di acqua che ha colpito la nostra regione in pochissimo tempo ha determinato il devastante allagamento dei territori di pianura, ma ha anche provocato 65 mila frane per un totale di 8 miliardi e mezzo di danni registrati. Bene ha fatto la Regione a intervenire in maniera estremamente celere sul comparto turistico per salvare una stagione che sembrava fortemente a rischio, mentre sull’agricoltura gli stanziamenti globali che si aggiungono a quelli messi in campo dalla Regione coprono circa un terzo dei danni registrati”, spiega il capogruppo dei Civici con de Pascale per il quale “le alluvioni sono un dramma assoluto che deve tramutarsi in stimolo per creare un territorio più sicuro dove vivere con una ricostruzione resiliente e che sappia coniugare le esigenze di crescita con quelle ambientali contro il consumo di suolo e per questo la collaborazione con i sindaci per ripartire dai territori è di fondamentale importanza”.
Per Fabrizio Castellari (Pd) “la giornata odierna testimonia il protagonismo virtuoso delle nostre istituzioni e dei nostri territori per un reale cambio di passo”. Il dem ha poi focalizzato la situazione su uno dei territori più colpiti dagli eventi alluvionali, l’imolese, crocevia tra Sillaro e Santerno che tanti danni hanno creato con le loro esondazioni, sia in pianura che nella zona collinare. “Per dare concrete risposte in ottica futura -ha chiarito Castellari- è di fondamentale importanza la realizzazione delle casse di espansione in pianura, tanto quanto gli interventi sulle numerose frane nella zona montana. I comuni della mia zona hanno saputo attivarsi fin dai primi drammatici momenti, ma ora servono gli interventi straordinari per la messa in sicurezza di tutti i territori e sono convinto che attraverso lo sforzo unitario sapremo rialzarci anche stavolta nella speranza si possa definitivamente superare il periodo di polemiche che ha caratterizzato la recente campagna elettorale”.
Pietro Vignali, capogruppo di Forza Italia, ha esordito ringraziando il commissario Curcio per la sua presenza tempestiva in aula, toccando poi diverse tematiche. “Come gruppo abbiamo chiesto l’istituzione di una commissione speciale di ricerca, sviluppo e inchiesta sugli eventi alluvionali, non per cercare responsabilità ma per individuare soluzioni. Soluzioni che nascono dall’analisi di ciò che non ha funzionato negli ultimi 20 anni nella politica di difesa del suolo. E’ mancata la realizzazione di opere fondamentali come le casse di espansione: inoltre, la pianificazione urbanistica non ha impedito il consumo di suolo anche in aree a rischio”. Vignali ha portato all’attenzione la questione “della vegetazione ripariale che è stata lasciata crescere a dismisura”, il problema degli animali fossori “che indeboliscono gli argini” e il tema della manutenzione ordinaria e straordinaria “che va fatta anche nelle aree tutelate”.
Per Giovanni Gordini (Civici con De Pascale) ci si trova “a gestire qualcosa che ci riguarderà per i prossimi decenni e che non coinvolge solo l’Emilia-Romagna ma anche l’Europa e il mondo intero: basti guardare a cosa è accaduto negli Stati Uniti. C’è bisogno di far passare il messaggio della consapevolezza del cambiamento climatico, ragionando tutti insieme, richiamando le istituzioni ad assumere impegni e a riportarli in quest’aula, come stiamo già facendo”.
Interviene, poi, Alberto Ferrero (Fratelli d’Italia) che, nel ripetere come il ravennate sia stato particolarmente martoriato negli ultimi anni, sottolinea le carenze delle amministrazioni regionali che si sono succedute negli ultimi decenni: “È mancata la manutenzione del territorio, abbandonato per decenni, mentre contemporaneamente si è cementificato all’inverosimile. Sono state fatte scelte politiche scellerate e oggi serve recuperare, cambiando approccio rispetto alla gestione del territorio”. La Romagna, conclude, “è fra i territori più cementificati d’Italia, un’area che deve intraprendere un percorso completamente diverso rispetto a oggi”.
“L’Emilia-Romagna – interviene Valentina Ancarani (Partito democratico) – ha sempre dimostrato forza e resilienza rispetto agli eventi metereologici avversi di questi anni. Le alluvioni del 2023 e del 2024 hanno reso ancora più fragile il territorio regionale, dobbiamo tenere conto dei cambiamenti climatici. Oggi serve intervenire per ripartire in sicurezza”. La consigliera menziona poi la provincia di Forlì-Cesena: “Una provincia in cui si contano 1.000 dissesti, danni stimati per 407 milioni di euro, non si può più tornare a quello che c’era prima, serve una riprogrammazione e l’obiettivo è di ricostruire con celerità. I cittadini non sono soli”.
Tommaso Fiazza (Lega) ha sottolineato il proprio impegno e quello della Lega: “È fondamentale che le forze politiche lavorino tutte insieme affinché i territori colpiti dall’alluvione tornino a vivere. Le risorse stanziate devono essere usate con rapidità ed efficacia e per questo dobbiamo superare la burocrazia e i tempi lunghi. Per accelerare i tempi bisogna superare alcune ‘ideologie green’: le dighe sono infrastrutture utilissime, una su tutte la diga di Vetto, e quando un corso d’acqua è sporco occorre pulirlo. Non possiamo lasciare i piccoli Comuni a queste responsabilità e spese, credo che l’ascolto dei sindaci sia la strada maestra”.
Per Valentina Castaldini (Forza Italia) “serve un’alleanza nuova con i cittadini. La prima necessità è quella di una pianificazione vera degli interventi. Occorre poi chiarire i criteri di valutazione delle priorità e definire qual è il cronoprogramma avendo attenzione per tutti i territori nella stessa misura, non solo e prioritariamente per quelli dove insistono attività produttive. Infine, l’alleanza vera deve essere fatta tra cittadini e sindaci che spesso si trovano in difficoltà perché non hanno informazioni da dare. Forza Italia è pronta a una collaborazione proficua”.
Fortemente incentrato sull’Appennino l’intervento di Luca Pestelli (FdI) che ricorda come “dobbiamo dare il nostro contributo di idee per la ricostruzione, ma teniamo presente che l’alluvione, tra frane e strade inagibili, ha duramente colpito l’Appennino: bisogna intervenire per ridare alle persone la speranza oltre che risolvere i problemi”.
“Dobbiamo concentrarci su due priorità: meno burocrazia per i rimborsi a famiglie e imprese e mettere a terra i fondi per i piani speciali”, spiega Lorenzo Casadei (Movimento 5 Stelle) che ricorda come “dobbiamo fare in modo che i ristori e i rimborsi arrivano a chi ne ha diritto. Molte famiglie e imprese si sono rialzate grazie ai tanti volontari che con stivali e badili sono intervenuti sul territorio.
Simona Larghetti (Alleanza Verdi Sinistra), nel rimarcare che “sono morte 17 persone in questi ultimi tre tremendi eventi”, ripete che “la fragilità del territorio, nota da anni, è collegata ai cambiamenti climatici, un problema di portata globale”. Entra poi nello specifico: “L’emergenza climatica non ammette ignoranza, dato che gli eventi estremi saranno sempre più frequenti. Servono opere di adattamentoin quanto l’Italia è al primo posto per danni causati da eventi metereologici radicali. Non si può affermare che quanto accaduto sia causato dalla mancata pulizia di due tombini, anche se ovviamente la manutenzione serve. Occorre cambiare rotta sulla gestione del territorio, a partire dal consumo di suolo. Non esistono soluzioni semplici al problema. Non è vero che in questa regione c’è stato un ambientalismo estremo e la conferma arriva dal fatto che in Emilia-Romagna si è consumato molto suolo a fine edilizio”.
Per Simona Lembi (Pd) “sul territorio bolognese serve innovazione, non generica e finta, sul tema del cambiamento climatico. Occore poi lavorare per la messa in sicurezza del territorio riducendo la frammentazione delle competenze. Occorre parlare con una sola voce nei confronti del governo nazionale e del commissario, con una cabina di regia fra tutti i soggetti interessati. Oltre a un tavolo di lavoro tecnico, bisogna definire le fasi di intervento”. Dobbiamo passare – sottolinea – dall’emergenza alla pianificazione. Nel 2024 si sono verificati danni consistenti nel bolognese, per cui servono interventi strutturali”. Ricorda il ventenne deceduto a seguito degli eventi alluvionali: “Si chiamava Simone Farinelli e la sua morte è la vicenda più grave rispetto a quanto accaduto, per cui serve un nuovo passo”.
Per Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) è stato importante ‘far parlare’ i territori. Da parte di Fratelli d’Italia c’è piena disponibilità a collaborare”. La capogruppo di Fdi ha poi sottolineato: “Per il nostro territorio già vent’anni fa esisteva l’esigenza di messa in sicurezza e di realizzare opere che non sono state fatte. Qualcosa va rivisto ma non si esaurisce tutto nella ricostruzione post-alluvione. Qualcosa deve partire da quest’Aula perché la Regione ha potere di legiferare. Basta con l’ambientalismo estremo che impedisce di intervenire sui territori. In Emilia-Romagna la legge sul consumo di suolo è frutto di un compromesso della maggioranza che non ha portato i risultati previsti. Le politiche territoriali vanno riviste. Auspichiamo anche un cambio di passo che deve riguardare gli indennizzi”.
Alice Parma (Pd) ha sottolineato: “In questa fase di ricostruzione dobbiamo avere finanziamenti chiari, progetti conclusi e una pianificazione per la prevenzione. Nel riminese esistono criticità che non possono finire in secondo piano specie nei luoghi soggetti a spopolamento. Combattere il dissesto idrogeologico nei territori significa anche difendere la nostra storia. Inoltre, i piccoli Comuni vanno messi nelle condizioni di eseguire lavori così complessi. Chiediamo di riconosce il cambiamento climatico e di ripensare a un nuovo modello per costruire le nostre città”.
“Ho apprezzato le parole del presidente de Pascale e del Commissario Curcio, che ringrazio di essere qui in quest’Assemblea. Bene le parole di Curcio su precisi temi: dalla sede della struttura commissariale sul territorio all’inserimento dei danni dell’alluvione del 2024 negli schemi già in vigore per quelli del 2023, passando per la necessità di snellire la burocrazie e mettere a terra le risorse”, spiega il capogruppo del Partito democratico Paolo Calvano che sottolinea l’importanza “dell’impegno per la legalità: quando ci sono tante risorse in ballo il rischio di problemi c’è, ma noi insieme lo impediremo. Così come dobbiamo essere al fianco dei Comuni, specie quelli più piccoli”. Infine, una raccomandazione del dem, citando Winston Churchill: “Se nel presente ci si concentra troppo a guardare il passato si perde di vista il futuro, serve ricostruire in modo diverso, ripensare il nostro territorio. Il presidente De Pascale ha scelto di fare la sua parte in questo processo di ricostruzione. Servono risorse straordinarie per opere straordinarie. Ci sarà un impegno enorme, bisogna mettersi nei panni dei cittadini, questo per ricercare soluzioni ai problemi”. Conclude poi Calvano: “Abbiamo voglia di condividere queste responsabilità con la giunta regionale e con il commissario Curcio”.
Nella sua replica il Commissario Curcio ha commentato nel merito le varie osservazioni arrivate dai consiglieri e ha ribadito l’importanza della collaborazione tra la struttura commissariale e le Istituzioni e confermato l’impegno al dialogo. In conclusione il presidente de Pascale ha ribadito che “sul tema alluvione ogni mia parola e azione è stata rivolta al tentativo di fare tutti assieme uno scatto in avanti sulla gestione di questa partita. Il dialogo interistituzionale deve superare divergenze tecniche e politiche. Se il livello di legittima diversità e confronto si svolge come in questa seduta d’Aula aiuta la dinamica istituzionale a fare meglio. Sono ottimista sul fatto che l’indennizzo ai privati, con interventi mirati, possa essere efficace. Il tema della messa in sicurezza del territorio è molto più complesso e difficile. Abbiamo la necessità di una grande operazione trasparenza.
(Lucia Paci, Luca Molinari, Giorgia Tisselli, Luca Boccaletti, Brigida Miranda, Cristian Casali)
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