Acqua in Abruzzo, dal 2027 obiettivo meno società di gestione

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Acqua in Abruzzo, o per meglio dire la sua mancanza e le inefficienze della rete e della gestione, all’attenzione della politica regionale: l’ipotesi di diminuire il numero delle società di gestione del ciclo idrico, che nella nostra regione sono sei (ACA, CAM, Gran Sasso Acqua, Ruzzo Reti, SACA, SASI) è più di una suggestione.

Martedì 4 febbraio nel corso della seduta del Consiglio regionale si esaminerà la “proposta di istituzione della Commissione Speciale per l’Acqua per la gestione della situazione idrica attuale e del servizio idrico in Abruzzo”. L’obiettivo è “dare continuità al lavoro d’inchiesta svolto dalla precedente commissione, per monitorare la gestione delle risorse e promuovere soluzioni sostenibili per garantire il diritto all’acqua a tutti i cittadini abruzzesi, alle attività produttive e a quelle agricole”.

La proposta è firmata da Massimo Verrecchia, Vincenzo D’Incecco e Luciano Marinucci, capigruppo rispettivamente di Fratelli d’Italia, Lega e gruppo “Marsilio Presidente”. Verrecchia spiega al Capoluogo che “la richiesta nasce a seguito dell’emergenza che lo scorso anno ha riguardato soprattutto la parte meridionale dell’Abruzzo, per contribuire a trovare soluzioni in più. Rispetto all’ipotesi di diminuire il numero delle società di gestione è altra cosa, perché di questa si dovrà occupare la seconda Commissione. Certo il lavoro della Commissione speciale, di cui faranno parte componenti designati dai partiti, potrà essere utile anche al percorso di razionalizzazione di cui abbiamo parlato nel corso della riunione di maggioranza”, che si è svolta di recente a Popoli. Verrecchia conferma che tra le ipotesi in campo c’è anche quella di arrivare, attraverso fusione o fusioni, a una diminuzione delle società. Lo stesso presidente della Regione Marco Marsilio ha del resto commentato l’argomento nei giorni scorsi parlando di eccessiva frammentazione”, dicendo che è arrivato il momento di “assumere decisioni.

La discussione sull’acqua in Abruzzo in Regione si pone in qualche modo in continuità, come dichiarato nella richiesta di istituzione di una Commissione speciale, con il lavoro della Commissione d’inchiesta sull’emergenza idrica che, presieduta da Sara Marcozzi, ha operato nella scorsa legislatura, auspicando nelle conclusioni “l’obiettivo di un cambio strutturale della governance nella direzione della gestione unica regionale”.

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Forza Italia non ha firmato la richiesta dell’istituzione della Commissione speciale, solo perché aspetta di conoscerne competenze e perimetro di azione. Ma sulla razionalizzazione è in pienamente in campo, come sottolinea al Capoluogo il capogruppo Emiliano Di Matteo: “Il tema va inserito in una riforma complessiva del ciclo idrico. Forza Italia sta lavorando a una proposta assieme al Presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri, che metteremo a disposizione della maggioranza. C’è da rilevare che su sei società di gestione solo due sono in buone condizioni finanziarie, un altro paio sopravvivono e due sono messe molto male. Che sei siano forse troppe è un tema, specialmente se teniamo conto che nel 2027 scadranno cinque concessioni su sei, e bisogna capire se e a quali condizioni Ersi potrà rinnovarle”.

Il 2027 quindi potrebbe essere il momento propizio per il riassetto. Dall’opposizione la disponibilità pare esserci. Luciano D’Amico apre, come già da tempo, all’approdo dell’unica società: “In una Regione di 1.270.000 abitanti 6 società acquedottistiche sono difficili da giustificare. Un’unica società potrebbe portare a una gestione più agevole ed efficiente. È un argomento complesso che non può essere certo esaurito con dichiarazioni lampo, ma serve un tavolo di confronto nelle commissioni competenti affinché si lavori di concertazione con tutti gli organi interessati alla gestione del servizio idrico. In questa situazione la Regione ha previsto investimenti nel settore per oltre un miliardo, riuscire a investire una simile quantità di risorse richiede competenze tecniche e amministrative che più agevolmente potrebbero essere coltivate e messe a frutto in realtà organizzative dimensionalmente adeguate. Prendiamo esempio da Tua che in 10 anni, dalla fusione delle singole aziende di trasporto, ha generato un risparmio per Regione Abruzzo di 235 milioni“.

Silvio Paolucci, capogruppo del Partito Democratico, si dice al Capoluogo “consapevole e convinto che non possono rimanere sei società di gestione. Sono favorevole all’istituzione della Commissione speciale, e intendo in questo luogo sfidare la Regione sulle intenzioni di programmazione e governo: come intende muoversi? Siamo d’accordo che l’acqua mantenga la caratteristica di essere pubblica e se sì, con quali modalità? L’eventuale gestione in house come va attuata? In generale occorre rispettare criteri previsti dalle norme, ed è importante chiarire la posizione della Regione. L’altro elemento da mettere in luce è legato alla carenza dovuta alle perdite delle condotte. Come intende muoversi la Regione per porvi rimedio, attingendo dalle bollette pagate dai cittadini o investendo? L’Abruzzo rimane una regione in cui l’acqua c’è più che altrove, ma è indispensabile investire sulle reti“.



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