Los Angeles, dopo gli incendi è allerta inondazioni e frane

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Nella serata di venerdì scorso, il governatore Gavin Newsom ha ricevuto il presidente Donald Trump. Insieme hanno visitato le zone più colpite, tra formalità istituzionali e cortesie che sono durate ben poco. 

A Los Angeles, la pioggia tanto attesa, che avrebbe dovuto facilitare il lavoro dei vigili del fuoco impegnati a domare i devastanti incendi divampati nelle scorse settimane, è finalmente arrivata. Tuttavia, l’intensità delle precipitazioni che si sono abbattute a partire da sabato scorso, dopo oltre otto mesi di siccità totale, si è rivelata maggiore rispetto alle previsioni.

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Le abbondanti piogge, accompagnate dalle solite, violente raffiche di vento che nelle scorse settimane hanno alimentato gli incendi, hanno causato, e stanno ancora causando, non pochi problemi ad un territorio già devastato. Diverse aree della Contea di Los Angeles, infatti, sono risultate ben presto completamente allagate. E dopo l’emergenza incendi, non ancora rientrata del tutto in tutta la California meridionale, ora è allerta totale per inondazioni, frane e smottamenti.

Non ci sono più gli alberi, completamente bruciati dai roghi, a formare una barriera naturale di fronte alle piogge intense delle ultime ore, e proprio nelle zone più devastate dagli incendi si stanno verificando diverse frane. La situazione resta costantemente monitorata ma preoccupa non poco tutte le autorità locali. Per questo, sono stati emessi diversi avvisi per varie zone: non solo il bacino di Los Angeles, ma anche le aree circostanti già colpite dai roghi divampati ormai tre settimane fa, come la San Gabriel Valley, le aree meridionali di Eaton (incluse Altadena e Pasadena), Pacific Palisades, Malibu e parte della San Fernando Valley. Alcuni residenti, tra l’altro, hanno riferito che una casa, scampata miracolosamente alle fiamme, poche ore fa è stata travolta e letteralmente spezzata in due da uno smottamento nel terreno.

Intanto, nella serata di venerdì scorso, 24 gennaio, a Los Angeles è arrivato Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti, accompagnato dalla moglie Melania, è stato ricevuto in aeroporto da Gavin Newsom e poi ha visitato alcune delle aree più colpite. Trump è rimasto seriamente impressionato dalla devastazione causata dagli incendi: “Non credo che ci si riesca a rendere conto di cosa sia una simile devastazione finché non la vedi. È incredibile. È veramente un deserto di cenere“. Durante la visita, c’è stata una sincera stretta di mano e uno scambio di formalità istituzionali con il governatore democratico della California, ma in brevissimo tempo si è tornati allo scontro totale.

Donald Trump, infatti, aveva accusato Newsom e la sindaca di Los Angeles, Karen Bass, entrambi democratici, di aver sottovalutato il rischio degli incendi e di non aver saputo rispondere all’emergenza. Subito dopo aver lasciato Los Angeles, il presidente degli Stati Uniti è prontamente tornato all’attacco. Secondo Trump, Gavin Newsom e altri funzionari californiani si sarebbero rifiutati di fornire acqua dal Nord dello Stato per combattere gli incendi divampati nelle zone meridionali. Un’accusa prontamente respinta da Newsom a più riprese.

Poco più di 48 ore dopo la sua visita, Donald Trump ha ordinato al governo federale di ignorare le pratiche di gestione idrica della California per rafforzare i protocolli antincendio. Con un ordine esecutivo, il presidente degli Stati Uniti ha imposto all’U.S. Bureau of Reclamation di fornire più acqua ed energia idroelettrica attraverso il Central Valley Project, una rete di dighe, canali e altre infrastrutture, anche se questa procedura sarebbe in conflitto con le leggi statali e locali. Anche questa mossa, appare un attacco nei confronti del governatore democratico, con un portavoce di Newsom che ha spiegato che l’ordine esecutivo firmato da Trump non farebbe la differenza nel fronteggiare gli incendi a Los Angeles, dal momento che la Contea ottiene la maggior parte dell’acqua da altre fonti e al momento non ci sono carenze.

Sul tema degli idranti rimasti a secco durante il culmine dell’emergenza incendi, si è espressa anche un’altra portavoce di Newsom, Tara Gallegos. “I funzionari locali hanno già spiegato che quegli idranti non erano stati progettati per affrontare un disastro così grande. Trump o non sa come viene immagazzinata l’acqua in California, o sta deliberatamente ingannando il pubblico” – ha spiegato la portavoce del governatore democratico californiano – “Non esiste un rubinetto immaginario che faccia apparire magicamente l’acqua in un incendio boschivo, nonostante quanto sostenuto dal presidente“.

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