La nostra storia industriale. La 12ma puntata. Gli avvenimenti storici e planetari che determinarono la fine della Cassa del Mezzogiorno e l’esperimento alternativo fallito
Dal 1971 è iniziata una fase di decadimento della Cassa per il Mezzogiorno che ha portato, poi, alla sua totale soppressione. Se l’operato iniziale degli anni Cinquanta è stato fiorente e ricco di miglioramenti su tutti i territori, i tentativi di riforma subiti negli anni Settanta e Ottanta non hanno prodotto i risultati sperati.
L’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) in un documento del 2001 spiegò così l’evoluzione della Cassa: “Alla fine degli anni ’50 la Cassa modifica la propria politica a favore di un processo di industrializzazione delle Regioni meridionali. Progressivamente, negli anni ’60 e ’70, il Mezzogiorno è sottoposto a interventi di industrializzazione di tipo top-down“.
Industrie sì, ma “top-down”
“I programmi di investimento delle grandi imprese pubbliche sono la componente trainante dello sviluppo. Tuttavia, gli ampi progetti di investimento sono, in misura elevata e crescente nel tempo, caratterizzati da una insufficiente valutazione di efficacia, una inefficiente gestione delle risorse e scarsi incentivi alla redditività. La Cassa, esposta a forti condizionamenti politici, perde la sua efficienza originaria. Negli anni ’70, la riforma regionale, attuativa del dettato costituzionale, non dà luogo a notevoli cambiamenti, data la modesta autonomia finanziaria delle Regioni”.
E ancora: “Le disparità territoriali non diminuiscono. Inoltre, mentre gli incentivi alle imprese e gli investimenti pubblici vengono in gran parte destinati all’industria pesante nei cosiddetti «poli industriali» (Taranto, Siracusa, Cagliari, Brindisi ed altri), lo sviluppo si registra soprattutto in aree e settori diversi (meccanico, alimentare e beni di consumo). Nel 1986, il tentativo di riforma della Cassa non produce sostanziali cambiamenti”.
Competenze sovrapposte
Fino alla fine degli anni Sessanta la Cassa era sempre stata un ente autonomo che si rapportava esclusivamente con lo Stato. La riforma arrivata agli inizi degli anni Settanta portò a una sovrapposizione di competenze. Entrarono in campo anche le Regioni che, da quel momento, hanno avuto un rapporto diretto con la Cassa.
Diventano soggetto ispettore dei Consorzi industriali e hanno avuto, tra le loro facoltà, anche quella di poter elaborare e realizzare progetti infrastrutturali. Alle Regioni venivano anche trasferiti fondi direttamente dal Consiglio dei ministri. Tutto questo portò a una sempre maggiore svalutazione dell’operato della Cassa e a una sovrapposizione nelle competenze.
Un decennio difficile che fu messo a dura prova anche da avvenimenti esterni che portarono a un rallentamento nella crescita economica vanificando molti sforzi che erano stati fatti fino a quel momento.
Il blocco della spesa pubblica
Nel 1971 ci fu la fine della stabilità nei cambi e la dichiarazione di inconvertibilità del dollaro da parte del presidente Usa Nixon, mentre nel 1973 ci fu un aumento indiscriminato, la quasi triplicazione, del prezzo del petrolio da parte dei produttori. Avvenimenti che si abbatterono sull’economia mondiale e che ebbero pesanti conseguenze anche su quella meridionale che stava, faticosamente, tentando di risalire.
La crisi che si era innescata si trovò ad avere ripercussioni anche sulla vita della Cassa. Infatti sul finire degli anni Settanta la guerra tra Iraq e Iran portò a un ulteriore incremento del prezzo del petrolio che determinò la necessità di procedere a un blocco della spesa pubblica che nel corso degli ultimi anni era cresciuta in modo esponenziale.
Tutto questo avvenne nel 1979, appena dodici mesi prima della scadenza della Cassa fissata dal Parlamento. Termine entro il quale Deputati e Senatori avrebbero dovuto decidere se rifinanziare il progetto della Cassa per il Mezzogiorno e in quali termini. Ma in quel periodo il Parlamento non riuscì ad assumere una decisione e, per questo motivo, si andò avanti per diversi anni con decreti di proroghe ma senza rifinanziamenti.
L’Agenzia che però fallì la mission
Nel 1984 la Cassa del Mezzogiorno venne soppressa con il Decreto firmato il 6 agosto dello stesso anno dal Presidente della Repubblica, al suo posto venne istituita l’AgenSud – Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno – nel 1986.
L’Agenzia lavorò su interventi promozionali e finanziari puntando, in particolare, al finanziamento di progetti regionali ed interregionali di interesse nazionale oltre che la concessione di particolari agevolazioni finanziarie.
L’esperimento dell’Agenzia non ebbe il risultato sperato e la conseguenza fu che pochi anni dopo, nel 1992, fu definitivamente liquidata. Contestualmente, in quello stesso periodo, fu affidato al Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato il compito di realizzare interventi pubblici nelle aree più svantaggiate del Paese.
Bentornate aree depresse
A seguito della soppressione anche di quest’ultima Agenzia nelle norme adottate dallo Stato si fece un ragionamento più ad ampio raggio parlando di “aree depresse” che includevano anche zone del Nord Italia, zone che vennero individuate molti anni dopo dal Ministero delle Attività Produttive.
Da notare, però, come questo riferimento sia tornato a essere predominante dal 2016 quando nelle formazioni delle diverse squadre del Governo italiano si è deciso di istituire un ministero dedicato alle politiche per il Mezzogiorno d’Italia. Con diverse denominazioni i Presidenti del consiglio hanno scelto di creare un dicastero, senza portafoglio, dedicato a una parte del Paese.
Le denominazioni scelte sono state molteplici:
- Ministero per la coesione territoriale e mezzogiorno, attivo dal 12 dicembre 2016 al 1° giugno 2018;
- Ministero per il Sud, attivo dal 1° giugno 2018 al 5 settembre 2019;
- Ministero per il Sud e la coesione territoriale, attivo dal 5 settembre 2019 al 22 ottobre 2022;
- Ministero per le Politiche del mare e Sud, attivo dal 22 ottobre 2022 al 10 novembre 2022;
- Ministero degli Affari europei, Sud, politiche di coesione e Pnrr, attivo dal 10 novembre 2022.
Una presenza costante che testimonia quanto il divario che si tentava di coprire tra Meridione e Settentrione sia ancora forte.
Le puntate precedenti
1^ Puntata. La visione industriale che ci è mancata: fin dall’Unità d’Italia
2^ Puntata. La lungimiranza perduta che fece nascere la Cassa del Mezzogiorno
3^ Puntata. Il battesimo ufficiale della Cassa del Mezzogiorno ed i 4 anni di Rocco
4^ Puntata. Le cinque fasi ed il primo decennio della Casmez: decennio insufficiente
5^ Puntata. Le prime boccate di ossigeno per il Meridione: l’era di Pescatore
6^ Puntata. La magia nel Frusinate: da territorio agricolo a spot industriale virtuoso
7^ Puntata. 1957, l’anno del cambiamento reale: quando arrivano i Consorzi industriali
8^ Puntata. I “Segni” dell’industrializzazione: con la nascita del Consorzio Asi di Frosinone
9^ Puntata. Dal Casmez alla Regioni: l’importanza strategica dei Consorzi industriali
10^ Puntata. Il gioco di squadra Casmez-Consorzi decisivo per lo sbarco della Fiat
11^ Puntata. La Cassa del Mezzogiorno e il divario mai colmato tra Nord-Sud Italia
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