48 mesi di arretrati non pagati: così l’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria soffoca la cooperazione sociale

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Ben 48 mensilità arretrate in 10 anni di attività. La cooperativa sociale Futura, operativa nel territorio provinciale di Reggio Calabria, lancia una denuncia che suona come un monito per i mesi a venire: se infatti non verrà trovato un accordo con l’Azienda Sanitaria Provinciale e la Regione Calabria, l’unica prospettiva possibile sarà quella di sospendere l’erogazione dei servizi. La cooperativa Futura gestisce una comunità alloggio psichiatrica a Maropati, nella Piana di Gioia Tauro, ma i fondi ad essa destinati per il pagamento dei dipendenti non vengono liquidati con regolarità. Le ragioni sono da ricercare nel passato, nelle origini e nel funzionamento stesso delle strutture psichiatriche della provincia su cui non si è mai giunti ad un accordo definitivo. 

Le comunità alloggio per pazienti psichiatrici sono sorte verso la fine degli anni Novanta, a seguito della chiusura dell’ex ospedale psichiatrico cittadino. Le allora Usl (unità sanitarie locali) provinciali si sono attivate per far sì che i pazienti venissero tutti trasferiti all’interno di nuove strutture miste, sanitarie e domiciliari, in cui le persone potessero trovare le cure necessarie e una comunità di riferimento. La gestione concepita in quegli anni era ibrida: una parte dei servizi, soprattutto quelli di assistenza, era stata appaltata ai privati, proprio alle cooperative sociali del territorio; i servizi sanitari, invece, venivano erogati direttamente dall’Azienda sanitaria provinciale. Questa formula mista non ha mai trovato però una reale regolamentazione nella legge regionale. Nel 2015 si è poi deciso di far in modo che le strutture psichiatriche venissero accreditate direttamente alle cooperative sociali. Tuttavia, da allora non è mai stato fatto realmente alcun passo in avanti verso questa direzione, fino agli ultimi mesi del 2024. Da poco, infatti, sono state individuate delle soluzioni nuove per consentire alle cooperative sociali di accedere in maniera autonoma all’accreditamento per la gestione delle strutture; nessuna soluzione, invece, per il pagamento delle quote arretrate che devono essere corrisposte. 

A spiegare questo passaggio è Lorenzo Sibio, presidente della cooperativa Futura nonché presidente della Legacoop Calabria: «La nostra retta si divide tra il fondo sanitario, che viene regolarmente corrisposto, e il fondo sociale che invece non è mai stato liquidato dall’Azienda sanitaria provinciale, proprio in virtù del mancato accreditamento della cooperativa per la gestione della comunità alloggio». Come ultimo atto, la cooperativa ha aderito all’avviso di circolarizzazione delle Aziende Sanitarie regionali per come proposto dalla stessa Struttura commissariale regionale. Subito dopo «siamo stati convocati dall’Asp di Reggio Calabria – racconta Sibio – con cui abbiamo cercato di individuare un accordo transattivo, proponendo anche di rinunciare alla metà degli interessi legali maturati. Abbiamo quindi seguito i canali giudiziari ma cercando anche di venire incontro all’ente pubblico, dimostrando tutta la nostra buona volontà. L’incontro è avvenuto a novembre e si è concluso con la promessa di chiusura della partita entro dicembre. Siamo arrivati a gennaio e ancora non è stata prospettata alcuna soluzione concreta». 

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Ad oggi la situazione, per i 13 lavoratori impiegati dalla cooperativa Futura, non è più sostenibile. «Siamo stati convocati per un ulteriore incontro – continua Sibio – ma se ne usciremo senza aver risolto il problema saremo costretti a sospendere il servizio e ad attendere la risoluzione giudiziaria per la liquidazione delle spettanze». La struttura di Maropati offre assistenza a 16 persone con disabilità mentale che rischiano oggi di restare sole. 

La vicenda della cooperativa Futura è una delle tante che apre uno squarcio su un tema cruciale non solo in Calabria, ovvero quello della gestione dei rapporti tra gli enti pubblici e la cooperazione sociale, come ha ricordato anche in queste ore il presidente nazionale di Legacoopsociali Massimo Ascari. «Crediamo sia arrivato il momento – dichiara – in cui la Pubblica Amministrazione, in tutte le sue articolazioni, debba sedersi con la cooperazione sociale e rispettare il lavoro fondamentale che svolgiamo nel welfare e nei servizi socio-sanitari». 

Nella provincia di Reggio Calabria sono 8 cooperative che gestiscono circa 180 posti letto e 160 operatori nelle strutture psichiatriche. Vanno poi sommate le cooperative che si occupano poi di altri tipi di servizi, quali l’assistenza domiciliare. 

In generale, in Calabria la prospettiva sul 2025, spiega Sibio, «è molto preoccupante. Se in passato abbiamo avuto diversi problemi, rischiamo oggi di andare a peggiorare perché la cooperazione sociale ha raggiunto un nuovo contratto collettivo che ha aumentato le retribuzioni. Se gli aumenti non verranno riconosciuti dagli enti pubblici, i danni saranno importanti. Per queste ragioni stiamo spingendo per ottenere degli incontri con l’Assessorato al Welfare regionale perché occorre lavorare adesso per adeguare i compensi dei lavoratori. È necessario aprire un tavolo di confronto perché se non verrà programmata la ripartizione dei fondi destinati andremo incontro a grosse difficoltà». 

«La situazione delle cooperative sociali che gestiscono servizi e strutture in convenzione con le pubbliche amministrazioni – aggiunge Giancarlo Rafele, responsabile regionale Legacoopsociali – non è più sostenibile. Ai ritardi atavici dei pagamenti si aggiunge il mancato adeguamento delle rette a seguito del rinnovo contrattuale. Della situazione sono già stati allertati i Prefetti calabresi e nelle prossime settimane verrà preannunciato lo stato di agitazione dei lavoratori».    

In apertura l’ingresso della struttura Maropati

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