In primavera CortinaBanca aprirà una nuova filiale a Sedico

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«Sono partito dalla cassa ed è ancora un servizio essenziale per il credito cooperativo, guai a togliere la cassa, perché è lì che si può ancora fare la differenza, si accolgono i clienti e ci si impegna per capire al meglio le loro esigenze indirizzandoli al giusto consulente».

Nicola Bernardi, nato a Castelfranco Veneto nel 1969, è dall’inizio di gennaio il nuovo Direttore generale di CortinaBanca. È la prima volta che la scelta del capo azienda viene fatta all’esterno dell’istituto di credito cortinese, la prima volta di un “foresto”: «Quella di venire a lavorare a Cortina», ci dice in questa sua prima intervista da dg, «è stata per me una scelta di valori e di vita, perché amo la montagna, questa zona è unica al mondo, ed anche perché credo di poter esprimere al meglio, in questo contesto, la mia professionalità».

Che significa quasi 35 anni nel mondo del credito cooperativo delle Casse Rurali: 20 anni al Credito Trevigiano, avviando il servizio di internal audit (il vecchio ispettorato) e occupandosi di informatica, organizzazione, economato, immobili e pianificazione commerciale; poi a Marcon come vice direttore generale per sei anni, con un progetto di riorganizzazione e rilancio; quindi, quando questa si è fusa con la Banca della Marca, avendo la responsabilità della Direzione Marketing e Finanza retail, comprendente anche monetica, multicanalità, assicurazioni, rapporti con i soci e comunicazione.

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«In questo mio lungo impegno professionale, mi era capitato qualche anno fa di conoscere e di interagire, a livello di federazione regionale delle BCC, con Roberto Lacedelli, il mio predecessore qui a CortinaBanca, con cui ho sempre mantenuto un rapporto di stima e amicizia. È stato lui, prossimo alla pensione, a propormi di sostituirlo, presentandomi al consiglio di amministrazione. Da settembre sono arrivato come suo vice, per prendere contatto diretto con la struttura, e da gennaio il cambio della guardia».

«Quella che avevo conosciuto e apprezzato da fuori: una banca solida, profondamente radicata sul territorio, con 130 anni di esperienza, pronta all’innovazione, senza però perdere le proprie radici».

«Una banca di relazione che, nel rapporto con i clienti, si fa forte della sua storia, che è garanzia di attenzione al territorio e a chi ci vive; ma che è anche capace di innestare su questa base tutte le strumentazioni di modernità. È indubbio, d’altra parte, che siamo in controtendenza rispetto alle banche commerciali che stanno chiudendo sportelli, contribuendo alla desertificazione del tessuto bancario; noi siamo pronti ad aprirne un’altra».

«A Sedico entro la prossima primavera. E sarà anche questa una filiale a servizio della gente. Per questo siamo accolti molto bene nelle comunità dove siamo insediati».

«Il modo di fare della banca cooperativa è vincente ed apprezzato; il nome di Cortina è un marchio indiscusso, in questi anni è tornata agli onori internazionali che le competono, con l’assegnazione delle ormai imminenti Olimpiadi e Paralimpidi, che si svolgeranno fra poco più di un anno. E anche per la storia della banca, per i suoi 130 anni che sanno tanto di solidità».

Insomma, CortinaBanca ha il suo appeal.

«Certo, perché ha saputo anche in anni difficili per l’economia del nostro paese, e di conseguenza dell’intero sistema bancario nazionale, governare bene il rischio e costruirsi una sua solidità».

A proposito di solidità, il 2023 è stato un anno record. E il 2024 come lo chiuderete?

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«Le masse sono in crescita rispetto ai dodici mesi precedenti: gli impieghi a circa 350 milioni di euro, e sono impieghi sani, dato che il deteriorato è quasi nullo; la raccolta indiretta è salita a 265 milioni di euro, il che vuol dire consulenza e capacità professionale dei colleghi; la raccolta diretta ha raggiunto i 550 milioni. E questo è un dato da sottolineare perché da sempre la raccolta diretta rappresenta la benzina della macchina economica di una banca. Per gli altri numeri, a iniziare dall’utile netto, è presto per entrare nel dettaglio».

Continua dunque l’onda lunga dell’aumento dei tassi che ha consentito alle banche di rivedere gli utili?

«L’intero mondo bancario ha segnato nel 2024 un altro anno molto positivo; ma questa onda va governata, per non far mancare il necessario supporto al tessuto economico sia nell’ambito dei privati che delle piccole e medie imprese. Che per quanto riguarda CortinaBanca è un tessuto che gode dello slancio del turismo, in vista anche delle Olimpiadi, con l’apertura di numerosi cantieri, sia per il rinnovo o la ricostruzione di alberghi, sia per i privati, con beneficio per tante categorie della filiera che lavorano nelle professioni e nell’artigianato. Peraltro non vanno certo dimenticate le problematiche di natura strutturale, più che contingente, quali la difficoltà a trovare abitazioni per le giovani coppie, la denatalità, lo spopolamento, i servizi necessari a comunità dislocate in località di montagna, con tutte i problemi che questo comporta».

Avete in animo altre aperture nei prossimi mesi?

«Al momento no, perché vogliamo fare il passo secondo la gamba, senza inutili rischi. Con la filiale in Alpago abbiamo raggiunto il break even (pareggio fra spese e ricavi, n.d.r.) in soli tre anni; cercheremo di fare altrettanto a Sedico e poi vedremo».

Quanti sono i vostri dipendenti?

«Sono 86, con una netta maggioranza femminile».

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Ai banchieri classici, negli ultimi anni si sono spesso sostituiti manager mordi e fuggi. Lei arriva a Cortina per restare?

«Le BCC sono una realtà particolare rispetto ad una banca commerciale: sono al servizio del territorio, dai soci ai clienti; non cercano l’utile ad ogni costo, se non per restituirlo al territorio in forma di sostegno a vari livelli, dal sociale alla cultura, dallo studio giovanile allo sport. Il mio è un progetto a lungo termine: è la condivisione di un ideale di banca e posso garantire tutto il mio impegno affinché rimanga una caratteristica fondamentale di CortinaBanca». —

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