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Poco più di un mese fa, il Commissario Straordinario Giovanni Legnini, in un suo post, celebrava l’accordo raggiunto per l’acquisto, a 4,5 milioni di euro (circa la metà di quanto chiesto all’inizio), del complesso immobiliare del Pio Monte della Misericordia e ringraziava tutti gli attori in campo (il Sovrintendente del Pio Monte, la Soprintendenza ai Beni Culturali, l’Agenzia del Demanio e il Sindaco di Casamicciola) e indicava i tempi per arrivare all’esecutività dell’atto definitivo di acquisto e della destinazione finale d’uso del bene. Secondo questo calendario, entro gennaio 2025 il Comune dovrebbe elaborare una proposta di utilizzo e destinazione del complesso, in chiave di ricostruzione e rigenerazione; entro febbraio Legnini dovrebbe emanare l’ordinanza per finanziare sia l’acquisto che il recupero del complesso immobiliare; entro marzo dovrebbe essere stipulato il rogito notarile per il trasferimento formale della proprietà. Successivamente si dovrebbe dare avvio alla progettazione ed esecuzione dei lavori. Tempistica assolutamente accettabile dopo 50 anni di controversie che avevano avviluppato il bene in un groviglio inestricabile di inghippi legali tra Comune, Ente e diversi attori privati.
Però… c’è un però,che preoccupa non poco. Anzi, più di un però! C’è una prima incognita relativa ai fondi dello Stato; il pozzo è prosciugato e Legnini lo ha pubblicamente reso noto adesso, avendo prudenzialmente atteso, prima di lanciare l’allarme, la riconferma nel suo ruolo anche per il 2025 e, soprattutto, c’è una seconda incognita sulla destinazione che l’Amministrazione comunale di Casamicciola vorrà dare al complesso. Legnini aveva comunicato che tale indicazione sarebbe arrivata entro gennaio? Ho molti dubbi e, in ogni modo, non posso non registrare due circostanze negative: una, che su un fatto così importante come la destinazione d’uso (che è decisiva per il futuro di Casamicciola) non ci sia stato, da parte del Comune, un pubblico confronto, né seriamente in Consiglio comunale né tanto meno con le espressioni associative e imprenditoriali più significative della realtà locale. Due, che nel corso degli ultimi due-tre anni si sono susseguiti annunci contraddittori sulle intenzioni di destinazione: abitazioni per i cittadini delocalizzati dalla zona a rischio, sede di una Facoltà universitaria legata alle attività marittime e portuali, sede di un Centro Studi sul Termalismo, sede di edifici scolastici in sostituzione di quelli non più agibili ed altre ipotesi. Osservo che Legnini è il Commissario Straordinario alla Ricostruzione ma anche alla Rigenerazione, ove per rigenerazione s’intende, oltre a quella riguardante il patrimonio naturale, quella economica e sociale. Dunque non v’è dubbio che l’ultima parola sulla destinazione del Pio Monte spetti al Sindaco e al Consiglio del Comune interessato.
Tuttavia è d’obbligo, per il Commissario Legnini, fare in modo che la decisione sulla destinazione miri effettivamente alla rigenerazione sociale ed economica del paese. Non a caso, il Piano di Ricostruzione, all’articolo 2 “Finalità e Obiettivi” dice, tra l’altro, che il PdRI ha anche il fine di “Promuovere la ripresa socioeconomica sostenibile”. E Legnini, mi consta, fin dal primo momento, era per destinare la parte immobiliare retrostante del complesso ad abitazioni per i delocalizzati e la parte immobiliare fronte strada a destinazione turistico economica, con funzione di rilancio dello sviluppo di Casamicciola. Ora, allargando il raggio di azione e di analisi: abbiamo a Casamicciola un Porto che, assieme alla risorsa termale e allo sviluppo del turismo delle escursioni e della montagna, è fondamentale per la ripresa economica di Casamicciola; per quanto riguarda lo studio delle Acque, abbiamo sul tappeto una proposta del prof. Giuseppe Luongo, vulcanologo eccellente, per la creazione di un Parco Scientifico Internazionale per lo Studio dei Terremoti e delle Acque, nella zona epicentrale del terremoto. Escluderei dunque l’idea di un Centro Studi del Termalismo ubicato nel Pio Monte e darei retta alla brillante idea del prof. Luongo. Non escluderei l’idea di una Facoltà Universitaria legata a tutte le attività che ruotano intorno al mare, alla nautica da diporto, alla navigazione, alla portualità. Tanto più che l’Amministrazione ha in animo di gestire in proprio il Porto (anche se personalmente non sono d’accordo, avendo la società di Antonio Pinto e il direttore Fausto Silvestro dimostrato professionalità e competenza e si poteva tranquillamente confermarla fino al 2026, scadenza effettiva e prorogata per le concessioni demaniali). E quale migliore coniugazione ci potrebbe essere se non quella tra formazione universitaria specifica e attività portuali e marittime? Le scuole nel Pio Monte? Solo se è da escludere un consolidamento delle scuole attuali, solo se ubicate nell’edificio interno del complesso Pio Monte e solo se nasce subito un’alternativa per allocare parte dei cittadini delocalizzati dall’area di rischio.
C’è un’altra possibile destinazione del Pio Monte, non presa finora in considerazione: quella di una Galleria del Mare, a somiglianza di quella esistente nel Porto di Napoli, dove ci sono una serie di servizi ed esercizi commerciali, particolarmente legati all’attività marittima, nonché ristorazione con prodotti tipici e sale congressuali. La Galleria del Mare di Napoli ha 18 sale congressuali polivalenti, per ogni tipologia, collegate con servizi di catering e hostess. Si pensi che oggi c’è un grande rilancio del turismo congressuale; si parla sempre più frequentemente di “bleisure” nel campo turistico ovvero un mix di business e leisure, un turismo fatto di approfondimento scientifico professionale e di tempo libero da dedicare a cure termali, nautica, mare e montagna. Ecco quale veste può assumere la rigenerazione. E poi, è giusto svuotare Piazza marina dal rudere ormai irrecuperabile del Calise, ma diteci se possiamo recuperare quella cubatura nell’ambito del complesso Pio Monte e come e per quale uso se non la creazione di nuovi luoghi di aggregazione sociale e di sviluppo economico. E’ dall’area del Pio Monte che può rinascere dalle ceneri (o meglio dal fango) la Fenice. Ma, signori amministratori, non state a giocare con i soliti cincischiamenti della politica, per accontentare qualcuno anziché soddisfare gli interessi dei molti.
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