Verona ricorda la persecuzione della Chiesa Ortodossa Ucraina – controinformazione.info

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di Eliseo Bertolasi

Il 24 gennaio si è tenuta a Verona una conferenza stampa per denunciare la persecuzione della Chiesa Ortodossa Ucraina canonica, da parte del regime di Kiev.

Alla conferenza stampa hanno partecipato: Lorenzo Berti presidente dell’Associazione “Vento dell’Est” e promotore dell’iniziativa, il sottoscritto Eliseo Bertolasi come responsabile della sezione italiana del MIR (Movimento Internazionale Russofili), il consigliere regionale del Veneto Stefano Valdegamberi, l’ex-deputato e presidente del “Centro Studi Suvorov” Vito Comencini, e il presidente dell’Associazione culturale “Veneto-Russia” Palmarino Zoccatelli.

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Il conflitto tra le autorità ucraine e la “Chiesa Ortodossa Ucraina” (Ukrainskaja Pravoslavnaja Cekov’ – UPC) canonica, formalmente legata al Patriarcato di Mosca, sembra aver ormai raggiunto l’apice: il 20 agosto 2024, la Verkhovna Rada dell’Ucraina ha adottato una legge che consente la messa al bando della Chiesa Ortodossa Ucraina.

Come riportato dalla TASS, l’avvocato Robert Amsterdam, rappresentante degli interessi della Chiesa Ortodossa Ucraina, nel maggio 2024 aveva riferito che già dal 2019, più di 1.500 chiese della Chiesa Ortodossa Ucraina (UPC) erano state trasferite con la forza alla “Chiesa Ortodossa dell’Ucraina” (Pravoslavnaja Cekov’ Ukrainy – PCU).
In particolare, dal 2022, gli attacchi alle chiese della “Chiesa Ortodossa Ucraina” (UPC) da parte di nazionalisti ucraini e dei rappresentanti della “Chiesa Ortodossa dell’Ucraina” (PCU) sono diventati più frequenti.
Da marzo 2022, le autorità locali a vari livelli hanno iniziato a emettere ordini per vietare le attività della Chiesa Ortodossa Ucraina (UPC) sul loro territorio, per trasferire le sue chiese alla Chiesa Ortodossa dell’Ucraina (PCU) e per confiscare i terreni di proprietà sempre della Chiesa Ortodossa Ucraina.
Allo stesso tempo si sono registrati decine di atti vandalici, compresi incendi dolosi, contro i luoghi di culto della Chiesa Ortodossa Ucraina.

Donbass, Pervomajsk, Ottobre 2014, chiesa incendiata, foto di E. Bertolasi

Sempre in base ai dati forniti dalla TASS, secondo il Dipartimento di Stato, dal 2022 i Servizi di Sicurezza dell’Ucraina (SBU) hanno condotto 41.000 indagini sulla Chiesa Ortodossa Ucraina per presunta cooperazione con la Russia e hanno perquisito 350 edifici ecclesiastici. Come giustificazione per le loro azioni, i rappresentanti dei servizi speciali hanno dichiarato che i ministri della Chiesa erano coinvolti nella diffusione d’idee che “violano l’integrità territoriale dell’Ucraina” e “incitano all’odio religioso”.
In particolare, il 22 novembre 2022, gli ufficiali della SBU hanno condotto perquisizioni su larga scala nel complesso della Pecherskaja Lavra di Kiev, definendole “attività di controspionaggio”, per impedire “l’uso del monastero come cellula del Mondo Russo”.
Nell’autunno del 2022 sono iniziati gli arresti di vescovi, clero e parrocchiani attivi della Chiesa Ortodossa Ucraina, contro di loro sono state perfino introdotte sanzioni personali. L’abate della Pecherskaja Lavra di Kiev, il metropolita Pavel, è stato sottoposto a procedimento penale con l’accusa di “incitamento all’odio religioso” e di “giustificazione dell’aggressione russa”.

Preti sul palco del Maidan a Kiev, Feb. 2014, foto di E. Bertolasi

Il 27 giugno 2023, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso preoccupazione per la situazione intorno alla Chiesa Ortodossa Ucraina.
Il 19 dicembre 2023, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha affermato che le azioni delle autorità di Kiev contro la Chiesa Ortodossa Ucraina contraddicono la libertà di religione e il diritto internazionale.
Nonostante ciò, il governo di Kiev continua le sue azioni di persecuzione della Chiesa Ortodossa Ucraina.

Dopo il colpo di stato a Kiev del febbraio 2014, le nuove autorità iniziarono subito a lavorare attivamente sulla possibilità di creare una nuova chiesa locale, in Ucraina, composta dai diversi gruppi ortodossi scismatici in contrapposizione alla Chiesa Ortodossa Ucraina canonica dipendente dal Patriarcato di Mosca. Prima dell’inizio delle persecuzioni, la Chiesa Ortodossa Ucraina canonica, era la più grande del Paese.

Nella mia relazione, alla conferenza, ha mostrato video, da me girati a Kiev nel febbraio 2014, dai quali emerge chiaramente come durante la battaglia notturna di Maidan (notte tra il 18-19 febbraio), i rappresentanti delle varie chiese ortodosse scismatiche fossero presenti sul palco nella piazza per sostenere con preghiere e canti religiosi l’attacco dei rivoltosi contro le forze dell’ordine.
Con l’inizio della guerra civile nel Donbass, nel 2014, l’esercito ucraino iniziò ad includere tra i suoi obiettivi non militari da colpire, non solo scuole, ospedali, abitazioni civili, ma anche i luoghi di culto della Chiesa Ortodossa Ucraina.

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Nascita della “Chiesa Ortodossa dell’Ucraina” (OCU)

Parallelamente alla Chiesa Ortodossa Ucraina, fino al dicembre 2018 operavano in Ucraina due organizzazioni religiose non canoniche: l’autoproclamata “Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina” (Ukrainskaja Avtokefal’naja Pravoslavnaja Cekov’ – UAPC) e la cosiddetta “Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Kiev” Ukrainskaja Pravoslavnaja Cekov’ Kievskogo Patriarchata – UPCKP).
Delle tre Chiese ortodosse, la Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Kiev e la Chiesa Autocefala Ortodossa d’Ucraina, non essendo riconosciute dall’ortodossia canonica, erano considerate illegittime.

I relatori della conferenza: da sinistra, L. Berti, E. Bertolasi, P. Zoccatelli….

Il punto di svolta arrivò nel settembre 2018, quando il Patriarcato di Costantinopoli annunciò la sua disponibilità a creare una Chiesa autocefala in Ucraina sotto il suo patrocinio. Come risposta, il Sinodo della Chiesa ortodossa russa dichiarò l’illegalità di tale azione e decise di recidere la comunione eucaristica con la Chiesa di Costantinopoli.

Il 15 dicembre 2018, a Kiev, con la partecipazione dell’allora presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko e dei delegati della Chiesa Ortodossa di Costantinopoli, fu costituita una nuova organizzazione religiosa chiamata “Chiesa Ortodossa dell’Ucraina” (OCU), sulla base del cosiddetto Patriarcato di Kiev inglobando anche la preesistente Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina.
Il 5 gennaio 2019 il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I firmò il “tomos” di autocefalia alla neo “Chiesa Ortodossa dell’Ucraina”, che in questo documento veniva denominata “Santissima Chiesa dell’Ucraina”.

Tale atto causò una profonda scissione non solo all’interno dell’Ucraina, ma anche nel mondo ortodosso, dove i Patriarcati di Costantinopoli e di Mosca divennero i principali antagonisti.
Il contenuto stesso del “tomos” di autocefalia causò controversie particolarmente accese anche tra gli stessi scismatici ucraini. Il nuovo “status di autocefalia”, di fatto, conferiva loro meno diritti all’autogoverno di quelli che la Chiesa Ortodossa Ucraina possiede all’interno della Chiesa Ortodossa Russa.

Al termine della conferenza stampa, davanti all’Arena, i partecipanti all’evento hanno alzato uno striscione con l’appello alla liberazione del metropolita Arseniy, una nota figura ecclesiastica dell’Ucraina orientale, in carcere a Dnepropetrovsk da oltre un anno.
Una sorte analoga è toccata anche all’attivista per i diritti umani Elena Berezhnaja, che si è sempre battuta per i diritti della popolazione russofona dell’Ucraina e contro la persecuzione della Chiesa Ortodossa Ucraina, presentando denunce a diverse istituzioni di diritto internazionale. Per questo motivo Elena Berezhnaja è perseguitata dal regime di Kiev, ora si trova in prigione, dove rischia fino a 15 anni di carcere.
Alla conferenza stampa erano presenti anche rappresentanti dei media locali e russi.

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Relatori alla conferenza: da sinistra V. Comencini, L. Berti, S. Valdegamberi, E. Bertolasi….

Nota: sebbene “Chiesa Ortodossa Ucraina” (UPC) e “Chiesa Ortodossa dell’Ucraina” (PCU) possano sembrare sinonimi, indicano invece due soggetti ecclesiastici distinti e in opposizione.

Fonte: https://tass.ru/info/19063569

Eliseo Bertolasi



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