Lo stato della giustizia in Umbria è pieno di chiaroscuri come l’organico quasi completo dei magistrati, ma fortemente carente in quello del personale amministrativo, oppure con la mancanza di spazi in attesa della cittadella giudiziaria.
Il presidente Giorgio Barbuto, arrivato alla Corte d’appello di Perugia a settembre, esaminando la situazione locale in tutti gli uffici del Distretto riferisce di “poche carenze di organico tra i magistrati togati, indice della qualità del lavoro e del benessere organizzativo che caratterizza gli uffici giudiziari umbri”, ma che “diverse risultano le criticità legate alla carenza di personale amministrativo: la già notevole percentuale di scopertura con riguardo al personale a tempo indeterminato, pari al 43,86 % per la sola Corte di Appello”, cifra “destinata ad aumentare in ragione dei prossimi, imminenti, pensionamenti; va, inoltre, evidenziata la grave carenza di figure tecniche da adibire ai servizi attinenti l’edilizia, la contrattualistica, la contabilità”.
Per quanto riguarda le risorse materiali, invece, queste non mancano grazie all’acquisto “di nuove dotazioni, anche in ragione anche dell’aumento del personale in servizio presso l’Ufficio per effetto delle assunzioni a tempo determinato nell’ambito della realizzazione degli obiettivi del Pnrr”.
Annoso il problema dell’edilizia giudiziaria e della manutenzione e messa in sicurezza degli immobili in cui viene attualmente amministrata giustizia.
La giustizia civile ha raggiunto “risultati positivi, in piena conformità con il trend degli anni precedenti, ciononostante nel periodo di riferimento abbia potuto contare su soli sei consiglieri, anziché sette – ha riferito Barbuto – per la complessiva prevalenza delle definizioni sulle sopravvenienze in tutte le macromaterie, segnatamente in quella numericamente più rilevante cognizione ordinaria, registrandosi una lieve flessione solo in materia di equa riparazione, con conseguente riduzione delle pendenze finali e con indici – di ricambio, smaltimento e durata prognostica – in miglioramento e senz’altro soddisfacenti”. In particolare, il disposition time (cioè il tempo che occorre per definire mediamente una causa) è passato dal valore di 381 giorni a 325, con un abbattimento quindi del 19%.
L’arretrato ultrabiennale è stato smaltito del 90% e “i dati statistici consentono di guardare alla scadenza di giugno 2026 con un certo ottimismo, in quanto la sezione civile già al terzo trimestre del 2024, risulta aver smaltito l’82,8% di detto arretrato”.
Con riferimento al settore minori e famiglia, è confermata, la diminuzione dei procedimenti di competenza della sezione minorenni e, invece, un aumento dei procedimenti in materia di famiglia provenienti dai Tribunali ordinari.
I reati che destano nel territorio umbro particolare allarme sono il traffico delle sostanze stupefacenti, i furti nelle abitazioni e le infiltrazioni delle associazioni criminose nel tessuto economico/finanziario. “Quanto ai risultati dell’attività giurisdizionale, la Sezione penale, inserendosi a pieno titolo nel trend positivo della Corte, non registra pendenze ultrabiennali; l’indice di smaltimento dei fascicoli è vicino alla parità nel rapporto sopravvenuti/esauriti, tuttavia si registra un aumento della durata media dei procedimenti pari a 570 giorni” ha riportato nella sua relazione il presidente Barbuto. Aumentano i casi di proscioglimento per mancanza di valida condizione di procedibilità (l’assenza di querela come da riforma Cartabia), “in esito all’ampliato ambito di operatività della querela per figure criminose statisticamente assai ricorrenti (furti, soprattutto, ma anche lesioni personali e violenza privata) – scrive Barbuto – Ancor più significativo è stato l’impatto della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto”.
Per quanto riguarda la situazione carceraria “va evidenziato che l’indice di sovraffollamento delle carceri del Distretto è pari al 118%” con 1.580 detenuti a fronte di una capienza 1.333 posti. “L’Ufficio di Sorveglianza di Perugia iscrive sopravvenienze annue pari a circa 4.000 procedimenti, mentre, sempre nel periodo di riferimento, i procedimenti sopravvenuti sono stati 5.096, con un aumento, dunque, di circa 1.000 procedimenti” fa notare il presidente.
Sul fronte dei minori la normativa relativa all’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale ha “comportato un significativo innalzamento dei flussi e della pendenza del settore civile. Infatti, tali procedimenti, dopo un periodo di stasi riconducibile alla recente epidemia, hanno ripreso ad aumentare a causa dei continui aumentati arrivi di minori stranieri non accompagnati, che spesso vengono ricollocati in Umbria dal Ministero dell’Interno, anche in gruppi di varie decine, provenienti da altre regioni italiane – ha concluso Barbuto – Inoltre, la crisi derivante dalla guerra fra Russia e Ucraina ha condotto dal marzo 2022 in poi anche nella nostra regione migliaia di profughi ucraini, nella maggior parte dei casi minori al seguito di donne adulte, di frequente legate da rapporti di parentela con i minori, ma per lo più non in grado di dimostrarlo con i documenti”.
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