La nuova centralità italiana nel settore bancario europeo – Euractiv Italia

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L’Italia sta progressivamente conquistando un ruolo di primo piano nel sistema finanziario europeo, come dimostrato dai recenti sviluppi nel settore bancario e degli investimenti. Dopo aver affrontato decenni di vulnerabilità e crisi, il sistema finanziario italiano sta ora emergendo con una struttura più solida e una strategia orientata alla crescita e all’internazionalizzazione.

Tra le dinamiche recenti più rilevanti spiccano non solo l’offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata da Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) su Mediobanca e la joint venture tra Generali Investments Holding (GIH) e Natixis Investment Managers (Natixis IM), ma anche le mosse strategiche di UniCredit su Commerzbank e Banco BPM. Queste operazioni riflettono una visione di consolidamento che va nella direzione di creare dei campioni europei e ridurre la frammentazione del settore.

Secondo alcuni osservatori, la (quantomeno parziale) stabilizzazione della situazione finanziaria dello Stato ha poi ridotto un’altra vulnerabilità storica: il rischio di perdite di capitale sul portafoglio titoli. La Brexit ha reso inoltre più naturale cercare l’internazionalizzazione della finanza italiana non nella City di Londra, ma nell’area dell’euro. Oggi il 20% del sistema bancario italiano è di proprietà francese. In aggiunta, c’è da notare che, a differenza di quello italiano, il sistema tedesco risulta molto esposto alla crisi del settore della manifattura e della recessione in corso in Germania.

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L’OPS di Monte dei Paschi su Mediobanca

Banca Monte dei Paschi di Siena ha recentemente annunciato un’offerta pubblica di scambio su Mediobanca, del valore complessivo di 13,3 miliardi di euro. Secondo quanto riportato da fonti governative e dall’agenzia “Nova”, questa operazione avrebbe il sostegno del governo italiano, che mira a rafforzare il sistema bancario nazionale e a creare un nuovo campione italiano nel settore. L’obiettivo dichiarato è quello di combinare le competenze distintive di Mps nel retail-commercial banking con quelle di Mediobanca nel wealth management, corporate & investment banking e credito al consumo.

Nonostante le dichiarazioni ottimistiche dell’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, che ha definito l’operazione “un’opportunità strategica incredibile”, Mediobanca ha reagito definendo l’offerta “non amichevole”. Gli analisti sono divisi sul potenziale successo dell’operazione, sottolineando le limitate sinergie tra le due banche e le possibili resistenze interne. Tuttavia, il governo italiano sembra determinato a sostenere l’operazione, anche per contrastare altre dinamiche di mercato che potrebbero indebolire il controllo nazionale su asset strategici.

La joint venture tra Generali e Natixis

Parallelamente, Assicurazioni Generali e Natixis Investment Managers hanno annunciato la creazione di una joint venture destinata a diventare un colosso europeo dell’asset management. Con un patrimonio gestito complessivo di 1.900 miliardi di euro, la nuova entità avrà sede ad Amsterdam e mira a consolidare la propria posizione come leader europeo nella gestione del risparmio. Questo passo rappresenta una risposta concreta all’auspicio espresso dal Rapporto Letta di creare un’unione dei capitali in Europa.

Tuttavia, l’operazione ha incontrato forti perplessità da parte del governo italiano, preoccupato per le implicazioni sul controllo delle decisioni strategiche di Generali. Secondo quanto riportato, il governo avrebbe espresso il proprio dissenso all’amministratore delegato di Generali, Philippe Donnet, senza però ottenere un cambiamento di rotta. Nonostante Donnet abbia assicurato che le decisioni sugli investimenti rimarranno sotto il controllo italiano, la nascita di una società indipendente con sede ad Amsterdam solleva interrogativi sul futuro del settore e sul controllo delle risorse economiche del Paese.

Le operazioni di UniCredit su Commerzbank e Banco BPM

UniCredit, sotto la guida dell’amministratore delegato Andrea Orcel, sta perseguendo una strategia aggressiva di espansione e consolidamento. Tra le operazioni più significative figura il tentativo di acquisizione di Commerzbank – la seconda banca tedesca – che però viene ad oggi osteggiata dal governo tedesco. L’esecutivo uscente guidato dal cancelliere Olaf Scholz ha bocciato in diverse occasioni i piani di Unicredit, esprimendosi a favore del mantenimento dell’indipendenza di Commerzbank.

Il messaggio di Draghi: sovranità europea o lenta agonia

Mario Draghi ha presentato il suo Rapporto. Euractiv Italia gli dedica uno Special Report che ne spiega il messaggio fondamentale e ne sintetizza e analizza i vari aspetti.

Nel primo articolo spieghiamo il messaggio fondamentale e il filo rosso che unisce …

Questi sviluppi testimoniano il tentativo dell’Italia di affermarsi come polo finanziario centrale nell’Unione europea, sfruttando al meglio le proprie eccellenze bancarie e assicurative. Tuttavia, restano sfide significative: la necessità di un maggiore coordinamento europeo, il completamento dell’Unione bancaria e la creazione di strumenti comuni per mobilitare i risparmi verso obiettivi strategici. Il Rapporto Draghi ha indicato la strada, sottolineando che l’80% degli investimenti necessari per la transizione verde e digitale dovrà provenire dal mercato. Gli attori privati stanno già lavorando in questa direzione, ma il ruolo dello Stato e delle istituzioni europee sarà determinante per garantire un equilibrio tra competitività e sovranità.

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Come sottolineato in un’intervista alla CNBC a margine del World Economic Forum di Davos dall’amministratore delegato di ING, Steven van Rijswijik, in Europa ci sono troppe banche, il che contribuisce ad aggravare l’inefficienza del sistema finanziario dell’Unione europea. “Penso che ci siano troppe banche in Europa per un sistema di capitalizzazione efficiente”, ha dichiarato l’AD della più grande banca dei Paesi Bassi.

[a cura di Simone Cantarini]



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