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Durante un incontro a Calangianus, che ha visto la partecipazione di sindaci dei comuni sardi e consiglieri regionali del territorio, Spanedda ha posto l’accento sulla necessità di garantire dignità e adeguata retribuzione ai lavoratori del settore pubblico locale. “Si parla del Comparto Unico soprattutto come di una questione retributiva, aspetto primario e imprescindibile. È legato alle funzioni che la Regione attribuisce ai Comuni e che i Comuni svolgono in presa diretta con il cittadino. Sono funzioni fondamentali: la loro giusta retribuzione è una questione di dignità del lavoratore”, ha dichiarato l’assessore.
Tuttavia, Spanedda ha sottolineato che il Comparto Unico va oltre la semplice parità salariale.
“Non si limita a questo: è una misura che può contribuire ad affrontare il problema dello spopolamento, in sinergia con le iniziative degli altri Assessorati che operano nei settori, ad esempio, del lavoro, della sanità, della cultura”, ha spiegato, evidenziando come l’iniziativa sia parte di una visione più ampia per il rilancio dei territori.
Il Comparto Unico punta inoltre a semplificare la comunicazione tra Enti e a offrire opportunità omogenee di accesso alla formazione e all’innovazione. “Nel momento in cui si sarà tutti parte di un’unica comunità al servizio dei cittadini, sarà garantita un’interpretazione delle norme più omogenea sul territorio, così come le stesse opportunità di accesso alla formazione e all’innovazione, elementi fondamentali per un miglioramento complessivo della funzione pubblica, che è l’obiettivo che ci siamo dati come Giunta”, ha aggiunto Spanedda.
Il tema centrale resta la disparità salariale tra i dipendenti locali e regionali. “Il Comparto unico è una questione di giustizia: a fronte della quantità di deleghe che la Regione dà in mano ai comuni, la differenza stipendiale rimane enorme. L’attribuzione di funzioni ulteriori non è seguita da un adeguamento dello stipendio”, ha concluso l’assessore.
L’impegno della Regione Sardegna su questo fronte segna un passo significativo per rafforzare la pubblica amministrazione locale, affrontando questioni strutturali che da tempo penalizzano i Comuni e, di riflesso, i cittadini che ne usufruiscono.
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