Si susseguono le startup finanziate a suon di milioni di dollari finite comunque a gambe all’aria. E il discorso di Donald Trump nel giorno dell’insediamento potrebbe persino allungare la lista delle giovani realtà che porteranno i libri in tribunale. Nelle ultime ore al novero si è aggiunta anche la promettente Canoo che aveva siglato contratti eccellenti
Nemmeno 12 mesi fa aveva acquistato da Arrival, ex unicorno britannico arrivato a valere 13 miliardi di dollari quando pareva che avrebbe dovuto elettrizzare le poste di Sua Maestà, parte degli asset messi frettolosamente in vendita dal competitor nel tentativo di alleggerire la propria esposizione debitoria. Ora, invece, a dichiarare la bancarotta ex Capitolo 7 della procedura fallimentare degli Stati Uniti, in una situazione che si è drasticamente ribaltata, è la stessa Canoo, ennesima realtà dell’auto elettrica le cui belle speranze, finanziate a suon di milioni di dollari, si sono infrante ancor prima che al Campidoglio il 47esimo presidente degli Usa, Donald Trump, ponesse una pietra tombale sul Green Deal e le agevolazioni federali sulle propulsioni alla spina.
CANOO SENZA ENERGIE
Fondata nel 2017, Canoo aveva fatto parlare di sé soprattutto perché era riuscita a strappare un contratto con la Nasa: i suoi furgoncini elettrici sarebbero dovuti entrare in servizio come navette e scorrazzare silenziosamente tra gli hangar dell’ente spaziale americano.
Non solo: la sua monovolume elettrica lunga 4,4 metri sarebbe finita immortalata su tutti i libri di storia in quanto avrebbe dovuto trasportare il guidatore, quattro astronauti e tre membri dell’equipaggio di terra, oltre a tutta l’attrezzatura destinata alla missione, al razzo del Project Artemis così da dimostrare al mondo che si può tornare sulla luna restando ecosostenibili.
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— Canoo (@canoo) June 30, 2022
CLIENTI ECCELLENTI
Tra i massimi beneficiari del Green Deal voluto da Joe Biden, che per spingere le auto elettriche made in Usa aveva avviato il più grande rinnovo del parco macchine federale, Canoo aveva siglato anche accordi con il dipartimento della difesa statunitense, l’Usps (l’ufficio postale, che globalmente ha investito 40 miliardi di dollari per dotarsi di mezzi alla spina prenotati da Ford in giù) e aziende private come Walmart.
QUASI MAI UN MEZZO CONSEGNATO
L’aspetto particolare – ma non insolito – della vicenda, è che Canoo ha firmato contratti su contratti, diffuso roboanti comunicati stampa sulla caratura dei propri clienti, quindi ha chiuso per sempre le proprie officine all’improvviso senza aver consegnato tutti i veicoli elettrici pattuiti. Solo tre mezzi sarebbero stati effettivamente consegnati alla Nasa, come si evince dal materiale per la stampa ancora a disposizione sul sito dell’Agenzia spaziale americana. Altri clienti, invece, sono rimasti in attesa fino alla notizia del suo fallimento.
SOSPETTI DI FRODE
Anche questa startup si è mestamente afflosciata su se stessa al momento di avviare la fase produttiva, lambita da accuse di frode come tante altre realtà analoghe arrivate probabilmente a tagliare il traguardo della quotazione in Borsa con eccessivo anticipo ed entusiasmo, da Nikola a Lordstown Motors.
LA SBORNIA DEGLI INVESTIMENTI NELLE AUTO EV
Le startup dell’auto elettrica negli ultimi anni hanno dimostrato di saper raccogliere capitali come probabilmente solo il comparto dell’Intelligenza artificiale sta riuscendo analogamente a fare, agevolate dalla volontà dei fondi e delle Big di ampliare i propri portafogli green e sospinte da leggi nazionali favorevoli. Nella maggior parte dei casi, si sono comunque rivelate imprese fallimentari ancor prima che fossero avviate le catene di montaggio.
L’inclemenza del mercato, impermeabile alle nuove motorizzazioni, la mancanza di chip subito dopo la pandemia, l’impennata dei costi delle materie rare e la baldanza delle rivali cinesi, finanziate da fiumi di denaro che Pechino ha messo sul piatto, hanno messo in difficoltà i grandi marchi, da Volkswagen a Stellantis, facendo finire a gambe all’aria realtà del tutto impreparate a una simile tempesta che, al contrario delle Case storiche, non potevano contare sulle motorizzazioni tradizionali per diversificare il rischio di impresa. E, contrariamente a Tesla, non potevano neppure contare sul carisma di un Ceo capace di inebriare sempre e comunque il mercato. E gli elettori.
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