Bialetti, i cinesi del fondo Nuo Capital salvano dai debiti la Moka per rilanciarla

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di
Daniela Polizzi

Nuo Capital si appresta a rilevare Bialetti Industrie. Il fondo è controllato dalla famiglia Pao-Cheng e dagli eredi del fondatore di Hermès, Émile-Maurice. Ha già investito in Scarpa, Slowear, Venchi e Bending Spoons

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Si avvia verso la conclusione il riassetto della Bialetti Industrie, la società che nel 1933 aveva inventato la Moka Express. Da tempo la storica società di Omegna, nella provincia di Verbania, è alla ricerca di un’operazione di m&a per supportare il rilancio dell’azienda. Un percorso in cui la società è affiancata dall’advisor Lazard mentre gli azionisti, tra i quali la famiglia Ranzoni al timone dell’impresa, hanno come advisor lo studio Zulli Tabanelli. 

L’imprenditore Stephen Cheng

Secondo quanto emerge, tra i vari interlocutori che in questi mesi hanno vagliato il dossier, ora appare in dirittura di arrivo l’accordo con Nuo Capital, il braccio degli investimenti del family office asiatico Wwi, sbarcato in Italia nel 2016 per volontà di Stephen Cheng, investitore di Hong Kong appassionato di aziende italiane eccellenti e di arte. È il nipote dell’uomo che aveva fondato la World-Wide Shipping, tra le più grandi compagnie di trasporti marittimi. 




















































Nuo Capital ha già  investito in Venchi, Bending Spoons, Slowear e Scarpa

Bialetti Industrie aprirebbe quindi la compagine a un azionista che ha già investito in altre aziende del made in Italy: da Venchi Bending Spoons a Slowear e Scarpa, altro marchio storico italiano. L’ingresso del fondo ha come obiettivo la valorizzazione dell’azienda per accelerare il piano di crescita in particolare all’estero. Con il perfezionamento dell’operazione si chiuderà così anche l’accordo di rifinanziamento del 2018 tramite l’integrale rimborso dei creditori. 

I personaggi delle serie tv (Squid Game, Bridgertone)

Nei primi nove mesi del 2024 Bialetti Industrie, quotata a Piazza Affari dal 2007, ha realizzato ricavi consolidati per 104,7 milioni, in crescita del 6%, a fronte di un margine operativo lordo di 15,3 milioni, e debiti netti per 91,9 milioni grazie anche alla spinta di nuovi accordi, come quello con Dolce & Gabbana ma anche con personaggi delle serie tv (Squid Game, Bridgertone). L’azienda è nel pieno del negoziato e «non fornisce dettagli». Ma conferma la procedura in atto al cui centro c’è «la dismissione dell’intera azienda o delle sue partecipazioni». 

L’obiettivo: rimborso del debito

L’obiettivo dell’operazione è quello di rimborsare l’indebitamento finanziario esistente entro il 30 aprile 2025, data prorogata a novembre 2024. Il piano include anche la razionalizzazione della rete retail, l’espansione internazionale, lo sviluppo del canale e-commerce e investimenti nel marketing. La vendita a un soggetto terzo è considerata la via principale per il rimborso del debito, ma se questa non dovesse concretizzarsi entro i termini previsti, la società dovrà considerare alternative come il rifinanziamento del debito.

L’Omino coi baffi

Diventata famosa anche grazie agli spot con l’Omino coi baffi, diventato il simbolo dell’azienda, Bialetti industrie ha posseduto anche una serie di marchi di casalinghi come Aeternum, ceduta per puntare su Bialetti come brand rilevante.

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