Niente rimborso nel nuovo 730 anche per le spese sanitarie, ecco chi nel 2025 paga dazio

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In questi giorni si stanno ultimando i rimborsi fiscali per i modelli 730 del 2024 che molti contribuenti hanno scelto di inviare senza sostituto d’imposta. Che sia per scelta propria o per un obbligo derivante dalla singola situazione di un contribuente non cambia nulla. Senza sostituto d’imposta i rimborsi ritardano. Presto sarà il momento di partire per la nuova stagione di dichiarazione. La bozza del nuovo modello 730 del 2025 è stata già pubblicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate con le relative istruzioni soprattutto sulle novità introdotte quest’anno. Ma ciò che oggi preme capire è il rischio che molti contribuenti corrono di non poter più recuperare nulla dal punto di vista fiscale. E quello di cui parleremo adesso non dipende dalle novità introdotte ma è un qualcosa che ogni contribuente rischia di subire ogni anno.

Niente rimborso nel nuovo 730 anche per le spese sanitarie, ecco chi nel 2025 paga dazio

Ci sono contribuenti che ancora oggi non hanno recuperato ciò che dovevano dal punto di vista dei rimborsi dal modello 730. Naturalmente da caso a caso cambia tutto. Perché chi ha presentato la dichiarazione dei redditi indicando il datore di lavoro o l’ente pensionistico come sostituto, ha già ottenuto ciò che doveva direttamente con la busta paga di agosto, settembre o ottobre o con i cedolini di pensione negli stessi periodi.
Chi invece si è trovato con l’obbligo o ha dovuto scegliere di presentare il modello 730 senza sostituto ha dovuto chiudere il tutto direttamente con l’Agenzia delle Entrate. Con i tempi del Fisco italiano che anche sui rimborsi è più lungo rispetto alla via ordinaria. A dicembre e gennaio per chi ha indicato un IBAN per il bonifico del rimborso spettante. Oppure entro marzo tramite assegno vidimato per chi non ha indicato le credenziali bancarie. Sono questi i tempi di attesa. Che di fatto portano tanti contribuenti ad aspettare ancora. Un’attesa che può essere vana per chi per esempio è finito sotto accertamento fiscale. E come si sa questi accertamenti spesso sono lunghi e quindi allungano i tempi del rimborso. Ma sono vani anche per chi è finito dentro il congelamento del rimborso avendo delle cartelle esattoriali sopra i 500 euro da pagare.

Visite mediche ma non solo, ecco da dove nascono i rimborsi IRPEF

Il rimborso spettante per visite mediche, spese sanitarie, interessi sui mutui, spese di ristrutturazione e così via, può essere bloccato dal Fisco e messo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate Riscossione per avviare la proposta di compensazione di debiti e crediti. Questa regola può valere anche nel 2025. Pertanto, anche per i modelli 730 del nuovo anno, se il contribuente ha dei debiti e delle cartelle esattoriali, niente rimborso fiscale in attesa che la procedura di compensazione giunga a termine.
Ma c’è un altro motivo che può produrre lo stop ai rimborsi fiscali anche per chi, alla luce di notevoli spese ed oneri detraibili, termina la campagna reddituale 2025 con un credito di imposta. La dichiarazione dei redditi 2025 riguarda l’anno di imposta 2024. Significa che riguarda sia le spese sostenute nel 2024 che i redditi percepiti nello stesso anno. E bisogna vedere che genere di reddito ha prodotto il contribuente, perché in alcuni casi anche in presenza di tante spese, il rimborso non arriverà mai perché non spettante.

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Rimborso 730 2025 a rischio? Ecco perché

Il rimborso del 730 non è un gentile omaggio del Fisco italiano. Nessuno regala soldi. Sicuramente non li regala lo Stato. Infatti scaricare le spese sostenute tra quelle che vengono considerate detraibili secondo i dettami del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, non fa altro che generare a volte un rimborso sulle tasse che sono state versate nell’anno di imposta del 730. Quindi nel 2025 si tratterà di verificare se grazie alle spese detraibili c’è la possibilità di avere un rimborso delle tasse pagate nel 2024. Chi non ha tasse pagate non recupera nulla. La questione della capienza fiscale è fondamentale. La capienza fiscale non è altro che la capacità di un contribuente di recuperare qualcosa sull’IRPEF che ha versato. Il massimo recupero che un soggetto può avere è l’importo intero dell’IRPEF versata. Se ha versato 2.000 euro di IRPEF potrà recuperare 2.000 euro di rimborso. E se le spese hanno prodotto un credito fiscale di 2.500 euro, in 500 euro in più non sono spettanti. Evidente che se un contribuente nel 2024 rispetto al 2025 è finito nella no tax area, perché ha un reddito sotto 8.500 euro, non versando IRPEF non avrà diritto ad alcun rimborso, a prescindere dalle spese sostenute.



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