Un mondo in cui il perimetro di riserva delle attività degli intermediari del credito venga ampliato, in cui anche i prestatori di servizi di credito tramite crowdfunding vengano iscritti nell’elenco dei mediatori creditizi, in cui gli abusivi abbiano vita più difficile e le sanzioni pecuniarie abbiano un ruolo predominante rispetto a quelle di carattere penale. Un mercato nel quale venga prevista la responsabilità diretta dei collaboratori e tutti le parti in causa facciano un gioco di squadra nell’interesse del consumatore.
Così Federico Luchetti, direttore generale dell’Oam (Organismo agenti e mediatori), nel corso del suo intervento al Leadership Forum 2025, tenutosi lo scorso 11 dicembre e andato in onda oggi, ha delineato il mercato dell’intermediazione del credito che vorrebbe uscisse dal recepimento della nuova Direttiva europea sul credito al consumo (Ccd II), che è in discussione al Senato e che apre nuovi spazi di modifica del decreto legislativo 141 del 2010.
La fotografia del settore
Nel suo intervento Luchetti ha fotografato il mercato dell’intermediazione del credito e parlato di numeri in crescita: innanzitutto quello delle reti, con i collaboratori che aumentano “come ormai noto, per effetto del mutamento dei modelli organizzativi del sistema bancario”, e poi quelli relativi alla percentuale dell’intermediato che passa attraverso le reti. Un mercato destinato a crescere, perché non è fatto di operatori mordi e fuggi ma di soggetti che entrano nel settore con la volontà di consolidarsi nel tempo.
Secondo una recente analisi dell’ufficio studi dell’Oam, esiste una correlazione positiva tra la numerosità delle reti distributive e la durata media di iscrizione, che tende ad assumere valori più alti per la società di mediazione di medio-grandi dimensioni e a decresce al diminuire del numero dei collaboratori. In particolare, oscilla intorno agli 11 anni per le reti che hanno più di 100 collaboratori e a 8,5 anni per gli operatori che ne hanno tra 50 e 100.
“L’Oam che vorrei”
In questo contesto si collocano le proposte avanzate da Federico Luchetti per migliorare il lavoro dell’Oam: maggiori poteri rispetto a quelli che oggi l’Organismo può esercitare e, in particolare, poteri sanzionatori. In particolare ha sottolineato ha necessità di introdurre la possibilità di comminare sanzioni pecuniarie, che “considerato l’attuale quadro del sistema giudiziario italiano si rivelano sicuramente più efficaci rispetto a una sanzione di carattere di carattere penale”.
Il direttore generale dell’Oam ha poi segnalato la necessità di uniformare il sistema relativo all’incasso delle sanzioni all’interno del stesso perimetro della propria attività, nell’ambito della quale la riscossione delle sanzioni comminate ad agenti e mediatori viene disposta dal Mef, attraverso un sistema che si rivela poco efficace per le casse dello Stato, mentre la riscossione delle sanzioni relative operatori del comparto oro vengono richieste dall’Oam con un riscontro positivo pari all’85%.
“Il mercato degli intermediari del credito che vorrei”
Luchetti si è poi soffermato sulle proposte che riguardano il comparto dell’intermediazione del credito. In particolare, ha acceso i riflettori sulle innovazioni tecnologiche che hanno interessato il comparto e che hanno indotto l’Unione europea a varare la Ccd II.
“Ritengo che il recepimento della direttiva debba costituire l’occasione per ampliare il perimetro di riserva delle attività degli intermediari del credito, sia lato agenti sia lato mediatori. Ad esempio, lato mediatori, penso a far entrare nel perimetro la messa in contatto con i fondi di credito o con le piattaforme di lending crowdfunding” ha dichiarato.
Ha poi aggiunto che andrebbe previsto l’obbligo di iscrizione nell’elenco dei mediatori creditizi per i prestatori di servizi di credito tramite appunto crowdfunding, “che facilitano la concessione di un credito tra creditori che operano nell’ambito della loro attività commerciale o professionale e consumatori”.
L’ultima riflessione ha riguardato gli abusivi, che dovrebbero avere una vita più difficile. Per questo l’Oam ha presentato al ministero diverse proposte, chiedendo di intervenire normativamente per affiancare una sanzione pecuniaria alla sanzione di carattere penale.
Il tema della responsabilità dei collaboratori
Federico Luchetti è tornato sul tema della responsabilità del collaboratore, argomento molto sentito dalle società di mediazione.
“Credo che quello di prevedere una responsabilità diretta del collaboratore in caso di violazioni della normativa di settore sia uno dei pochi temi sui quali ci troviamo tutti d’accordo – ha affermato -. Ormai lo ripetiamo da parecchio tempo, lo abbiamo scritto molti anni addietro al ministero dell’Economia e delle Finanze. Oggi lo ripetiamo chiedendo poteri sanzionatori da parte dell’Organismo”. Il direttore generale dell’Oam ritiene che sia però necessaria anche una solidarietà da parte delle società di mediazione, che i collaboratori rappresentano davanti ai consumatori.
Il sistema dei controlli interni e il richiamo al gioco di squadra
Nel suo intervento Luchetti ha inserito anche un suggerimento ai mediatori creditizi: quello di prestare maggiore attenzione ai sistemi di controllo interni, che rappresentano “l’area con il più ampio margine di miglioramento per le società di mediazione”. L’invito è a concentrarsi e a “mettere a terra tutto quel sistema di controlli che vengono disegnati e portati in delibera dall’organo decisorio”.
Infine ha sottolineato l’importanza di fare un gioco di squadra, nel quale ognuno fa la sua parte: società, collaboratori e Oam, “per migliorare il servizio che viene dato ai consumatori, che poi sono la fonte di lavoro”.
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