Sassari È ricoverata in condizioni disperate nel reparto di Rianimazione delle Cliniche di San Pietro a Sassari, Roberta Mazzone, la 50enne accoltellata martedì 21 gennaio all’ora di pranzo dallo zio del marito Domenico Ottomano, di 55 anni, originario di Bari, al termine di un litigio scaturito per questioni economiche. La donna, che ha subito due interventi chirurgici, è stata intubata e le sue condizioni sono critiche. Per lei le prossime ore saranno decisive.
Oltre alla profonda ferita, causata da un fendente che le ha perforato un rene e raggiunto anche un polmone, durante la Tac total body è emersa anche una frattura cranica. È probabile che durante l’aggressione la donna sia stata colpita alla testa. Su questa ipotesi stanno lavorando gli investigatori della squadra mobile, intervenuti pochi istanti dopo la brutale aggressione consumatasi all’interno di uno degli appartamenti di un vecchio stabile occupato nella strada vicinale Cabu d’Ispiga, all’inizio della strada che da via Grazia Deledda conduce alla zona di San Francesco.
Durante l’interrogatorio in questura davanti al dirigente della squadra mobile Michele Mecca e al sostituto procuratore Elisa Succu, martedì sera Domenico Ottomano (assistito dall’avvocata Letizia Forma) ha provato a difendersi, sostenendo che fosse Roberta Mazzone ad avere il coltello in mano. «Lo aveva lei – ha detto il 55enne agli inquirenti – io ho cercato di toglierglielo dalle mani». Qualche guaio con la giustizia e un passato un po’ turbolento, Ottomano era arrivato a Sassari lo scorso luglio proprio per allontanarsi da certi ambienti pugliesi. Aveva accettato l’invito del nipote di venire a Sassari e si era sistemato nell’appartamento ricavato all’interno di un’ala del vecchio stabile comunale, che un tempo aveva ospitato una struttura di accoglienza per bambini.
Le discussioni con il nipote Giuseppe e con la moglie erano nate per questioni economiche. La coppia gli avrebbe chiesto del denaro per contribuire alle spese, ma lui – titolare di una pensione di 340 euro – avrebbe sollevato delle obiezioni. «La casa è occupata – avrebbe detto Ottomano – e se non pagate voi non vedo perché dovrei pagare io». Le discussioni sarebbero andate avanti per un po’. Fino a martedì pomeriggio quando Roberta Mazzone avrebbe intimato allo zio del marito di andarsene, qualora non avesse pagato quanto lei gli chiedeva. Poco dopo sarebbe scattata l’aggressione. I vicini hanno sentito delle grida disumane provenire dall’appartamento e stando alla ricostruzione degli uomini della Mobile e degli esperti della polizia Scientifica l’uomo avrebbe colpito la donna con un violento fendente, forse due. La lama del grosso coltello da cucina nella foga si sarebbe spezzata. La cinquantenne, nonostante la copiosa fuoriuscita di sangue, è riuscita a trascinarsi dai vicini per chiedere aiuto.
Roberta Mazzone non ha avuto neanche la forza di parlare, ma fortunatamente i dirimpettai hanno chiamato il 118 e il 113. Subito dopo è stato lo stesso Ottomano a chiamare la polizia. «Venite, mia nipote si è fatta male con un coltello» ha detto alla centrale operativa della questura, poi si è incamminato verso il centro della città e poco dopo è stato intercettato a piedi davanti al supermercato Crai di via Grazia Deledda. Più tardi in questura ha raccontato una versione che non ha convinto la polizia. Stando al suo racconto, ci sarebbe stata una colluttazione, la donna sarebbe caduta e la lama le si sarebbe conficcata in profondità nella schiena: «Ho estratto il coltello e l’ho scagliato per terra, per questo si è rotto». Rinchiuso nel carcere di Bancali da martedì notte, domani comparirà davanti al giudice delle indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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