Fare agricoltura naturale coreana in Puglia – Agronomia

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Il suolo è pieno di vita. E quando è in salute, può ospitare fino a 50mila specie di microrganismi. La maggior parte di questi sono una vera ricchezza per le piante coltivate poiché favoriscono l’assorbimento dei nutrienti e aumentano la resistenza agli stress abiotici (alte temperature, siccità, ecc.) e biotici (patogeni e fitofagi).

 

Ad approfondire e ad applicare questo approccio Enzo Notaristefano, un agricoltore pugliese che nella sua azienda agricola ha adottato i principi dell’agricoltura naturale coreana detta anche Knf (Korean Natural Farming). L’obiettivo è quello di rigenerare il suolo e riportare in vita alberi di limone e ulivo in forte sofferenza, da danni da grandine e stress da siccità, in modo naturale e redditizio, riducendo l’uso di input esterni.

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L’agricoltura naturale coreana infatti insegna ad autoprodurre microrganismi benefici a partire da quelli già presenti nel campo agricolo per favorire la salute del suolo e aumentare la sua fertilità.

Leggi anche: Mai sentito parlare dell’agricoltura naturale coreana?

Perché fare agricoltura naturale coreana in Puglia?

L’azienda di Enzo, situata nell’arco ionico tarantino, è composta da 4,5 ettari di macchia mediterranea e 10,5 ettari di agrumi (limoni, arance e mandarini) e olivi.

 

Nel 2018 ha deciso di cambiare alcune pratiche aziendali: “Fino a qualche anno fa praticavo un’agricoltura biologica tradizionale – racconta Enzo – Usavamo concimi già pronti sperando nei risultati, che però spesso non c’erano o erano insoddisfacenti. Le piante apparivano deboli, i colori delle foglie variavano continuamente e i problemi fitosanitari erano all’ordine del giorno”.

 

Il punto di svolta arriva cinque anni fa, quando, insieme a una cooperativa di agrumicoltori locale, Enzo inizia a cercare soluzioni alternative per affrontare il problema dell’acqua salmastra, che arriva dal sottosuolo, e lo stress idrico. È così che scopre la Knf e inizia a produrre e sperimentare fermentati naturali.

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“Molti dei nostri alberi stavano seccando e tanti sono stati colpiti dalle gelate. Abbiamo provato diverse tecniche e ora finalmente stiamo ottenendo dei risultati. Abbiamo cominciato ad applicare i microrganismi indigeni (Imo, indigenous microorganism) due anni fa e nonostante gli alberi stessero malissimo ora stanno rispondendo molto bene” racconta Enzo Notaristefano.

 

I tipi di preparati

Nell’agricoltura naturale coreana è prevista la preparazione di ammendanti microbici a partire dagli Imo, cioè consorzi di microrganismi nativi di un determinato suolo che un agricoltore può moltiplicare autonomamente e introdurre nel terreno di partenza per migliorarne la fertilità. Il meccanismo che si mette in atto è quello della fermentazione: un processo biologico grazie al quale diversi microrganismi, come batteri e lieviti, convertono la materia organica (carboidrati e proteine) in composti più semplici.

 

Imo 4 fatto nell’azienda di Enzo

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(Fonte: Enzo Notaristefano)

 

I microrganismi indigeni sono abbondanti soprattutto in terreni poco disturbati come le lettiere del bosco ed Enzo, infatti, li raccoglie nella macchia mediterranea.

 

Questi organismi si occupano sia di decomporre i composti organici in sostanze nutritive facilmente disponibili per le piante, sia di produrre composti come sostanze antibiotiche, enzimi e acidi lattici che migliorano la resistenza delle piante alle malattie. Con gli Imo si ripopola il suolo di microrganismi locali adattati a quelle specifiche condizioni pedoclimatiche.

 

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Oltre agli Imo, Enzo produce regolarmente diversi fermentati:

  • succhi di erbe e frutta (Fpj e Ffj) che si ottengono partendo dagli scarti di erbacce o frutti imperfetti e dai frutti di fine stagione. Contengono nutrienti in forme direttamente utilizzabili dalle piante;
  • coltura di batteri lattici (Lab) che si produce utilizzando il latte crudo. Lasciandolo fermentare per diversi giorni genererà un liquido con una elevata concentrazione di batteri lattici che si può applicare in campo per migliorare l’aerazione del suolo, promuovere la crescita di microrganismi benefici, solubilizzare i fosfati e contrastare i patogeni, soprattutto quelli fungini;
  • fermentato di scarti di pesce (Faa, fisch aminoacid o amminoacido di pesce), fatti fermentare con la sola aggiunta di zucchero di canna. Questo preparato è ricco di amminoacidi e proteine.

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Faa prodotto da Enzo

(Fonte: Enzo Notaristefano)

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“Ho una casetta dove ci sono un po’ di preparati stoccati e che uso all’occorrenza – spiega Enzo e continua – I preparati di erba li rimetto nel terreno attraverso il compostaggio, mentre i preparati a base di frutta li sfrutto anche per la preparazione dell’aceto, che spruzzo sulle piante per proteggerle da alcune malattie”.

 

Le tecniche e i metodi per l’autoproduzione dei preparati dell’agricoltura naturale coreana sono abbastanza semplici ma soprattutto economici. Il principale ingrediente che Enzo utilizza e acquista per i fermentati è lo zucchero di canna biologico grezzo; serve per estrarre i succhi dal materiale vegetale tramite osmosi e funge anche da fonte di cibo per i microrganismi che svolgeranno il processo di fermentazione. “Lo zucchero di canna, a differenza di quello bianco, estrae solo i nutrienti, come vitamine e microelementi, evitando di impoverire il prodotto finale. Costa un po’ di più dello zucchero bianco ma il risultato è di gran lunga migliore”, spiega.

 

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Fpj fatto con l’ortica

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(Fonte: Enzo Notaristefano)

Benefici e risultati nell’applicazione dei preparati dell’agricoltura naturale coreana

La cosa più evidente è il miglioramento della fertilità del suolo e della sua biodiversità: “Nel nostro terreno c’è tanta vita, è pieno di lombrichi e formiche e nonostante non viene arato da tempo è sofficissimo. Anche l’odore è buonissimo e sembra quello di un bosco, si sente che è in salute”, così descrive il suo campo Enzo Notaristefano.

 

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(Fonte: Enzo Notaristefano)

 

E le piante come stanno? “Le foglie sono carnose e vigorose e dalle analisi il grado brix è risultato pari a 13, quindi il contenuto di zuccheri connessi alla clorofilla è abbastanza elevato”. Anche la qualità dei frutti è aumentata e il loro odore è più intenso. Da alcune analisi condotte sugli agrumi è risultato un significativo aumento del contenuto di vitamina C.

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Inoltre, le piante hanno mostrato una maggiore tolleranza alla siccità, permettendo così all’agricoltore di ridurre il volume di irrigazione. “Oggi utilizziamo appena 16 litri di acqua al giorno per pianta, contro i 100 litri che generalmente dà chi fa agricoltura convenzionale”, spiega Enzo.

 

Per valutare tutti questi risultati, Enzo dà molta importanza alle diverse analisi che si possono fare in campo: “Parto da quella dei pesticidi, una volta l’anno, perché ho il marchio Prodotti di Qualità della Puglia. Faccio l’analisi con il riflettometro e quella del grado brix, quindi delle foglie e del frutto. Un paio di volte l’anno utilizzo il microbiometer per valutare lo stato microbico del terreno, e faccio analisi del terreno e del pH”.

 

Quanto è sostenibile dal punto di vista economico gestire un agrumeto in questo modo? Molto, i costi sono ridotti grazie al minor uso di input esterni. Oltre all’acquisto di una pedana all’anno di zucchero di canna grezzo biologico, l’unico altro investimento che fa Enzo nella sua azienda è lo zolfo: “Ne uso ancora un po’ perché non vedo ancora piante abbastanza stabili. Inoltre, spesso abbiamo dei problemi con i campi vicini dove viene coltivata vite e si utilizzano insetticidi. Le piante al confine con quei campi subiscono una vera e propria invasione di insetti e patogeni. Così abbiamo deciso di fare delle fertirrigazioni mirate con alcuni preparati. Ad esempio, in alcuni momenti dell’anno trattiamo con i microrganismi indigeni in maniera un po’ più esosa e le piante rispondono benissimo”, racconta Enzo.

 

Oltre ai fermentati, in azienda vengono messi in pratica diversi principi dell’agricoltura rigenerativa, per esempio non viene lavorato il terreno e il campo è lasciato inerbito. Non c’è il controllo delle infestanti, infatti l’erba spontanea viene fatta crescere e invece di eliminarla viene prima sfalciata e poi usata come pacciamante.

 

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(Fonte: Enzo Notaristefano)

 

Sfide e prospettive future

Nonostante i risultati incoraggianti, la transizione non è stata priva di ostacoli. Le piante non sono ancora stabili per questo devono essere integrati i trattamenti a base di zolfo: “Bisogna intervenire a volte quando le piante sono particolarmente fragili, ma la mia idea è di diminuirne l’uso. Servono dai 3 ai 5 anni per avere dei risultati importanti, nel mentre c’è percorso di passaggio.

 

Suo padre, che lavora con lui, è ancora scettico mentre gli agrumicoltori della cooperativa locale con cui condivide un campo sperimentale hanno cominciato ad incuriosirsi alle sue pratiche: “Mi hanno chiesto come mai i nostri alberi di agrumi fossero più verdi e come eravamo riusciti a produrre a partire da piante così sofferenti. A mio avviso l’agricoltura naturale coreana funziona e chi prova queste tecniche non torna più indietro. L’unica cosa è che non bisogna aver paura di provare, racconta Enzo.

 

“Non consiglierei ad un agricoltore di cominciare a fare agricoltura coreana ma di cominciare a chiedersi da che cosa è composto il suolo e che cosa c’è all’interno della terra che coltiviamo. In futuro, nella mia azienda voglio ampliare la gamma di colture, migliorare la biodiversità del terreno e continuare a utilizzare queste tecniche migliorando anche i metodi. Per esempio, al momento, sto sperimentando nuove tecniche di estrazione di acidi umici e fulvici dal vermicompost.

 

Inoltre, Enzo sta anche considerando l’idea di produrre fermentati per l’alimentazione umana: “Per esempio, stiamo facendo ora i primi assaggi di fermentato di limone, fermentato di arancia e fermentato di mandarino. Sono ottimi da bere con della soda o dell’acqua frizzante perché creano delle micro bollicine in bocca che sono fantastiche”.

 

Infatti, la biodiversità microbica non sostiene solo la salute del suolo e della comunità vegetale ma è alla base anche del microbioma intestinale, ed è capace di aumentare le difese immunitarie del nostro organismo, riequilibrarlo e nutrirlo.



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