Il Comune nel giro di due massimo tre anni – come anticipato da Il Mattino – metterà a disposizione circa 10mila vani. Tra alloggi da demolire e ricostruire, ristrutturare o costruzioni ex novo di Edilizia pubblica residenziale, Palazzo San Giacomo infatti ha in piedi cantieri per 3367 nuove case – a oggi non utilizzate – che saranno acquistate o date ai napoletani aventi diritto. Il tema casa è al centro dell’agenda del sindaco e Presidente dell’Anci Gaetano Manfredi e della sua giunta e sul piano alloggi in prima linea c’è la vicesindaca Laura Lieto che ha la delega all’urbanistica.
Dove si trovano questi vani nuovi? E Come verranno utilizzati? Dalla mappa vengono fuori due elementi: il primo è che gli alloggi sono esclusivamente nelle periferie. Il secondo è che si trovano lungo la direttrice est-ovest tentativo evidente di ricucire un territorio diventato periferia anche perché lungo quell’asse ci sono case abbandonate ma soprattutto capannoni ex industriali e fabbriche dismesse da riportare a vita nuova attraverso la rigenerazione urbana. Utilizzando i fondi del Pnrr e tutti e altre fonti europee e nazionali.
Gli alloggi da abbattere e da ricostruire – quindi a consumo suolo zero – sono 2278 la fetta più grande dell’intero Piano. Per esempio 366 nuovi alloggi sono in costruzione a Chiaiano, Piscinola e Miano. L’epicentro è via Cupa Spinelli ma ovunque sono in costruzione edifici in sostituzione dei vecchi prefabbricati pesanti, brutti e certamente che poco hanno a che vedere con la transizione ecologica. La strategia non è dare solo un nuovo alloggio agli aventi diritto, l’intervento risponde al disagio abitativo in cui versano gli attuali residenti dei prefabbricati. E a cambiare senso e volto alla periferia in quei luoghi i nuovi edifici sono raggruppati per aumentare l’inclusività sociale. Il progetto è riqualificare gli spazi dotarli di attrezzature pubbliche cioè per lo sport, il tempo libero, i negozi con le strade carrabili spostate all’esterno del perimetro degli edifici. In questo senso 605 nuove case sono in costruzione a Pianura e 410 a Soccavo siamo nell’area occidentale.
Qui i fondi sono quelli Coesione, del Poc Metro e del Piano strategico della Città metropolitana. A est, area ex industriale dove il sindaco e la Lieto stanno operando su una delle più grandi Varianti al Piano regolatore nell’ultimo quarto di secolo – troviamo i finanziamenti del Pnrr con le 360 nuove case di Taverna del Ferro dal valore di 106 milioni, i 104 nuovi alloggi di Ponticelli in sostituzione dei bipiani all’amianto investimento da circa 35 milioni. Poi Scampia e siamo nell’area nord con l’arcinoto progetto di 433 nuove case da valore di 159 milioni. A Scampìa come in tutti gli altri quartieri oggetto di demolizione e costruzione di nuove case l’obiettivo primario non è solo soddisfare la fame di case. In costruzione ci sono nuovi quartieri dove l’altro elemento cruciale è promuovere il benessere collettivo attraverso la creazione di spazi aperti che ospiteranno diverse attività sociali e ricreative, come parchi giochi, campi sportivi, fattoria didattica e mercato locale. Asili e scuole e sportelli di ascolto a disposizione della collettività.
Le case da non abbattere ma solo da ristrutturare sono 541 e sono concentrate a Pianura (65), Barra (304) e San Pietro a Patierno (172) siamo sempre nell’ambito dell’edilizia pubblica sostitutiva che in Comune inquadrano come “passi verso il futuro” perché si tratta di «rigenerare delle comunità»
C’è un capitolo importante alla voce costruzione ex novo di case perché si tratta di immobili popolari (548) così distribuiti a Soccavo 124, Poggioreale 24 e 400 a Ponticelli. Ma il Comune sta portando avanti una politica per un ulteriore piano casa. «Mai più ghetti – ha spiegato a Il Mattino la Vicesindaca pochi giorni fa – noi procederemo a insediamenti misti con la coesistenza di tutte le fasce sociali. Con edilizia pubblica e di mercato. Con la riserva di aree e di manufatti di proprietà del Comune faremo una politica di protezione per i quartieri del centro storico dove faremo studentati e cohousing». Ovvero insediamenti abitativi composti da alloggi privati, corredati da ampi spazi comuni destinati all’uso collettivo e alla condivisione tra i coresidenti.
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