di Luciano Lago
Sugli avvenimenti in Siria si improvvisano una quantità di analisi e di commenti che in larga maggioranza attribuiscono alla Russia ed all’Iran una sconfitta di fatto per non essere stati in grado di intervenire a sostegno dell’alleato siriano.
La perdita della Siria, finita sotto il controllo dei gruppi terroristi come HTS, ex al Nusra e al Qaeda, affiliati agli Stati Uniti, alla Turchia ed a Israele, rappresenta un apparente vittoria dell’Impero anglo USA Sionista che ha conquistato e destabilizzato definitivamente un paese che era parte essenziale dell’asse della resistenza ed un alleato della Russia. Molte critiche per questo arrivano a Putin ed alla dirigenza russa.
L’apparente rebus dell’inerzia russa nel non aver voluto intervenire direttamente in difesa dell’alleato siriano, deve essere spiegata nel fatto che da tempo la Russia era consapevole che il regime di Assad era minato da forte corruzione nei suoi apparati pubblici e scarsa propensione al combattimento nelle sue forze armate. Dopo oltre 13 anni di guerra, sanzioni e bombardamenti continui da parte di Israele e degli USA, con il saccheggio delle sue risorse petrolifere e agrarie, occupazione militare delle forze USA nel nord est del paese e occupazione dell’area di Idlib da parte dei terroristi sostenuti da USA e Turchia, sanzioni ed assedio, il paese era a pezzi ed economicamente alla fame. Le forze armate demotivate e senza volontà di combattere.
Non è stato difficile per americani e turchi comprare a suon di dollari il tradimento dei generali e di alcuni alti funzionari pubblici passati dalla parte del nemico.
Tranne poche eccezioni, nel momento dell’offensiva su Aleppo, i militari hanno ricevuto l’ordine di non reagire e consegnare le armi. Quello che si è verificato in Siria è stato un 8 Settembre in salsa siriana, con la fuga a Mosca dello stesso Assad protetto dai russi e l’esercito siriano privo di una guida.
Di sicuro Mosca ha ritenuto che non valeva la pena impegnarsi a difendere un regime destinato ad implodere dal suo interno ed un esercito che non aveva più volontà di combattere. Sarebbe stato necessario distogliere molte forze dal fronte ucraino dove la Russia è impegnata in un conflitto esistenziale con l’Ucraina e la Nato. Questa la vera spiegazione.
Terroristi HTS in Siria
Tuttavia, pur ammettendo il successo delle forze dell’Impero, in una prima valutazione apparente, non si può sfuggire alla successiva analisi: quale sviluppo ci sarà da questo scenario? Quali saranno le conseguenze di aver infiltrato nel paese siriano i peggiori gruppi terroristi di tagliagole che l’occidente a parole diceva di combattere?
Per quanto i governi e i media occidentali cerchino di abbellire e rendere accettabile lo status di questi gruppi, a partire dal loro leader, al Jolani, su cui pende una taglia di 10 milioni di dollari emessa dagli USA come capo terrorista dell’ISIS, gli effetti della destabilizzazione del più antico paese arabo della regione, già culla del cristianesimo, inevitabilmente ricadranno sugli stessi patrocinatori occidentali (Europa e Stati Uniti) e sui paesi arabi della regione.
L’amministrazione USA, Israele e la Turchia hanno gettato la maschera ed hanno rivelato di essere loro i veri patrocinatori dei gruppi terroristi salafiti islamisti. Non possono più fingere o negare.
La Siria è destinata a diventare una polveriera e nessuno si può illudere che i tagliagole del’HTS (ex al Nusra) possano essere sostanzialmente cambiati. Il paese sarà presto in mano al caos ed alla guerra tra bande, in modo simile a quanto accaduto in Libia, in Iraq ed in Afghanistan. Una guerra che è già iniziata con scontri tra le forze curde dell’ SDF che hanno occupato il nord est della Siria e i gruppi filo turchi che hanno respinto queste formazioni per reclamare il controllo delle zone di frontiera con la Turchia. Le fazioni pro-Turchia hanno conquistato ampi distretti della città di Manbij nella campagna est di Aleppo, dopo violenti scontri con il Consiglio militare (curdo) di Manbij». Il Consiglio è affiliato alle Forze democratiche siriane (SDF) guidate dai curdi che agiscono come un esercito de facto per l’amministrazione curda che controlla fasce del nord-est della Siria. Si contano già decine di morti e feriti negli scontri per il controllo del territorio con il minacciato intervento della Turchia che non vuole le formazioni curde vicino alla sua frontiera.
Nella zona di Damasco e di Aleppo l’ambiente teoricamente più tranquillo in quanto i gruppi dei terroristi HTS adesso sono impegnati nei saccheggi e nella ricerca dei funzionari e collaboratori del regime di Assad per procedere ad esecuzioni sommarie, peraltro già iniziate. Si prevede che più in avanti inizieranno le lotte tra le bande per spartirsi le cariche ed il bottino dei saccheggi.
Di certo questo dicembre non sarà permesso alla minoranza cristiana (il 20% della popolazione) di celebrare il Natale e alle donne siriane sarà imposto il velo o la hijab, come era d’uso nella zona di Idlib da cui provengono i terroristi islamisti dell’HTS. Le promesse di tolleranza non reggono con la realtà che l’occidente, complice e patrocinatore dei terroristi, finge di non vedere..
Per i paesi arabi moderati della regione, le conseguenze di una Siria in mano ai gruppi islamisti e terroristi di varie formazioni, potrebbero essere catastrofiche. Le infiltrazioni e la sobillazione delle masse arabe in questi paesi potrebbe essere un obiettivo che si proporranno nel medio e lungo termine i gruppi islamisti, a prescindere dalla volontà dei loro patrocinatori occidentali. In questo modo Giordania, Egitto e paesi del Golfo, si sono messi una bomba a tempo vicino alle loro frontiere e presto se ne renderanno conto.
Esiste poi un’altro aspetto di questa crisi che non va’ sottovalutato. Gli anglo USA stanno conducendo una guerra multifronte contro la Russia che si svolge, oltre che in Ucraina, in Medio Oriente, nel Caucaso (Armenia), in Georgia, nell’est Europa (Moldavia e Romania) e in Asia (Kazakistan). In pratica in ogni area dove ci sono interessi russi.
Il piano dell’amministrazione Biden era quello di impegnare la Russia sul fronte siriano per logorarla, distogliendo forze dal fronte ucraino ed europeo in una vana rincorsa a difendere le sue posizioni.
Putin non è caduto nella trappola ed si è rifiutato di impelagarsi nel pantano medio orientale. Una volta ottenute garanzie per la sue basi (dalla Turchia) ha preso posto come spettatore, pagando un prezzo minimo e in attesa di vedere impelagati nel pantano siriano i suoi nemici. Cosa che accadrà molto presto.
Sarà giusta o no, questa è un’altra mossa nel gioco di scacchi che la Russia sta conducendo contro l’occidente a guida USA per un mondo multipolare.
Vedremo chi avrà visto giusto.
Luciano Lago
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